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Nella conferenza dei servizi la Provincia di Taranto ha chiesto dieci integrazioni al progetto Dubbi sulle emissioni inquinanti, sulla produzione energetica e sul rischio di incidente rilevante

Centrale Enipower: Brusca frenata

Marescotti: "Dopo la “bocciatura” del raddoppio Eni, i politici siano più attenti"
19 luglio 2007
Michele Tursi
Fonte: Corriere del Giorno

. Dopo la sonora bocciatura da parte dell’Arpa al raddoppio della Raffineria Eni, anche la costruzione della nuova centrale elettrica di Enipower subisce una brusca frenata. Il progetto è stato esaminato nel corso della conferenza dei servizi svoltasi nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico. Non sono stati pochi i dubbi avanzati durante la riunione in particolare dalla Provincia di Taranto e dall’Autorità portuale.

L’assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva, coadiuvato da Emidio Loperfido, ha consegnato una memoria scritta con dieci richieste di integrazione alla documentazione fornita da Enipower. Le osservazioni di Palazzo del Governo sono sia di ordine formale che sostanziale. Ad esempio si fa rilevare che “nella richiesta al Ministero si legge che la nuova centrale sarà alimentata interamente da Gas naturale, mentre negli allegati del progetto si afferma che sarà alimentata per 1/3 anche da gas di raffineria”.

Un’incongruenza non trascurabile anche perchè, continua la Provincia, per effetto del depotenziamento della vecchia centrale, una parte dei gas di raffineria sembrerebbero non essere più destinati a a bruciare in caldaia. E, in previsione del raddoppio della capacità produttiva, gli stessi gas dovrebbero essere prodotti in quantità maggiori. Come anche lascia perplessi apprendere che la produzione elettrica passa da 460 GWh/anno a 2200GWh/anno. “Dai dati - rileva la Provincia - sembra che tutta la maggiore produzione a seguito dell’investimento, sia per il mercato esterno (rete nazionale). Ai 2200 GWh/anno va aggiunta l’energia equivalente al vapore espor tato”.

Non meno inquietante sono le zone d’ombra in ordine alle emissioni. “L’Autorizzazione integrata ambientale - si legge nel documento - definirà per gli impianti esistenti il concetto di bolla emissiva, ovvero lo studio della sovrapposizione di tutti gli inquinanti ai fini di concetto di qualità dell’aria”. Per cui si chiede: “è stato fatto uno studio per definire come impatteranno gli inquinanti della nuova centrale con tutte le altre fonti di emissione comprese quelle attuali della raffineria, come previsto dall’articolo 7 comma 4 del decreto legislativo 59/2005?”.

E ancora: “Non vi è evidenza di studi sulle polveri sottili (Pm2,5) che sarebbe opportuno svolgere preliminarmente. Quali impatti si avranno nelle emissioni (dovrebbero quasi raddoppiare nelle quantità assolute, a partire dalla Co2, e quale coerenza con il protocollo di Kyoto e con il Pear (Piano energetico ambientale regionale)?”. La Provincia, inoltre, esamina un aspetto finora non considerato. “Quali sono gli effetti dei campi elettromagnetici? Sarebbe necessario uno studio che sovrapponesse quelli generati dalle nuove linee elettriche e dalla nuova sottostazione con le linee Ilva per valutare gli effetti congiunti”. Infine il rischio di incidente rilevante. “Come impatta - si chiede la Provincia - la maggiore presenza di gas naturale con tutti i fluidi in gioco in riferimento ai maggiori quantitativi di combustibile da utilizzare?”.

Le osservazioni dell’Autorità portuale attengono sostanzialmente il passaggio dell’elettrodotto e del metanodotto su aree demaniali di grande importanza ai fini dello sviluppo futuro dello scalo ionico. “Il passaggio delle reti di connessione alla centrale Enipower in corridoio tecnologico ubicato in zona yard Belleli, confinante con la Ss Jonica, dovrà essere compatibile con i previsti nuovi impianti a rete di acqua e fognatura che l’Autorità portuale realizzerà nell’ambito del contratto di concessione per la realizzazione della piastra portuale Taranto, appaltato a Taranto Logistica spa”.

Qualche problema potrebbe sorgere anche per il Distripark. “Si evidenzia - scrive l’Autorità portuale che la scelta del tracciato delle opere di connessione alla centrale elettrica ed il superamento delle interferenze nelle aree Distripark, dovrà essere congruente con il lay out Distripark ed il relativo terminal ferroviario”. Il rappresentate del ministero dello sviluppo economico ha rilevato che il gasdotto non è stato inserito tra le opere connesse al progetto come previsto dalla legge. Un’altra osservazione non trascurabile è stata avanzata dall’Autorità di Bacino della Puglia secondo cui “la stazione elettrica di connessione a 150kv e parte del tracciato dell’elettrodotto vanno ad interessare aree classificate ad alta pericolosità idraulica, pertanto è richiesta la redazione di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica che analizzi compiutamente gli effetti dell’intervento previsto sul regime idraulico a monte ed a valle dell’area interessata”.

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