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Introna: dal Sinni 500 litri al secondo, gratis. Vendola «indignato»

« L’Ilva asseta la Puglia »

«A Brindisi interi quartieri a secco e l’Aqp fa ricorso alle autobotti mentre la Puglia regala al siderurgico una quantità pari al 10-15% dell’acqua consumata a Taranto, Brindisi e Lecce»
7 luglio 2007
Fonte: gazzettadelmezzogiorno

Sete, NO allo spreco Mentre a Brindisi interi quartieri sono senz’acqua; mentre la Puglia in questa calda estate record è costretta a ridurre la pressione idrica nelle provincie di Brindisi, Lecce e Taranto; mentre Regione e Aqp continuano a contare i pozzi autorizzati per aumentare il fabbisogno del potabile e aumentare il consumo irriguo in agricoltura; mentre la Regione Puglia sitibonda continua a corteggiare la Regione Basilicata per avere qualche centinaio di metri cubi al secondo di acqua dal Sinni in più, di fronte a tutto questo scenario, lo stabilimento Ilva di Taranto può permettersi di «scialacquare».

Da anni infatti lo stabilimento siderurgico riceve 500 litri di acqua potabile al secondo (il 10 per cento del fabbisogno dell’Intero Salento) per raffreddare gli impianti. Non solo, mentre tutti i comuni mortali pagano il «nettare della vita» una tariffa di 1,50 euro al metro cubo per bere, lavarsi e cucinare, l’Ilva invece non paga. Cinquecento metri cubi di acqua senza pagare un euro. A rivelare questa situazione paradossale è lo stesso assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Onofrio Introna, l’amministratore che quasi quotidianamente è costretto a occuparsi di questo problema epocale per una Puglia che da sempre deve affrontare una crisi idrica l’anno.

Introna spiega questa storia dell’Ilva tra lo sconcerto e l’indignato. «Il regalo risale - dice - a quando l’Ilva decise di insediarsi. Tra i benefit previsti nell’accordo con l’amministrazione di Taranto si stabilì l’erogazione di 500 litri al secondo di acqua potabile dal Sinni. E a titolo gratuito. Una quantità pari al 10-15% dell’acqua consumata dal Salento». «Ora però - fa capire Introna - questa incredibile storia deve finire. Nell’ultima riunione fatta dopo le amministrative di Taranto l’assessore alle opere pubbliche, cioè lui stesso - racconta lo stesso Introna, utilizzando la terza persona - ha intimato all’Ilva di utilizzare l’acqua che viene dalla depurazione del
Gennarini in fase di realizzazione, ottima per il raffreddamento industriale.

Non solo: abbiamo detto all’Ilva di accollarsi gli oneri per depurare quell’acqua. Un ultimatum vero e proprio, abbiamo fatto capire senza mezzi termini alla proprietà dello stabilimento. Perchè in questa regione non ci possono essere due privilegi di questa entità che gridano vendetta. Non possiamo sprecare acqua potabile per uso industriale e per giunta gratis». L’incredibile storia Introna dice di averla riferita alla giunta e allo stesso presidente il quale (parole testuali dell’assessore) «sarebbe rimasto sconcertato».

Nella attesa che l’Ilva utilizzi le acque depurate e inizi a realizzare il depuratore, Regione e Aqp devono risolvere il contingente. A Brindisi ieri nel corso di un vertice in Prefettura è stato deciso insieme alla Protezione civile l’intervento delle autobotti. La crisi idrica in alcune aree della Puglia, dove la pressione è quasi al limite potrebbe essere risolta - assicurano le autorità - nei prossimi giorni: «non appena - dice sempre Introna - entreranno in funzione i primi quattro o 5 pozzi che le autorità sanitarie e l’Arpa hanno dichiarato agibili. Per altri sei pozzi si stanno completando le analisi. Il che vuol dire che presto entreranno in esercizio 10 dei 12 pozzi previsti che erogheranno 180/200 litri al secondo».

Franco Giuliano

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