Era così inopportuno il servizio che l'Espresso ha dedicato a Taranto?
Gentile Direttore,
sono rimasta allibita nel leggere la lettera che Walter Scotti ha indirizzato al giornalista Michele Tursi in merito al servizio che l’espresso ha dedicato a Taranto.
Che ci piaccia o no a Taranto lo sviluppo economico è imprescindibilmente legato a quello industriale. Quello che, invece, non vogliamo credere è che industria e ambiente non possano convivere. Per far ciò occorrono rispetto delle regole e investimenti.
Soldi tanti, magari tantissimi e magari, perché no, una parte potrebbe arrivare dal governo centrale o da quello regionale ma ciò che conta è che Riva e compagni capiscano che il vento sta cambiando. Che non è più possibile continuare ad offendere la nostra città violando sistematicamente le norme esistenti in materia di tutela ambientale. Riva non può prendersi così gioco di noi tutti.
Caro sig. Scotti, se l’Espresso avesse visitato lo stabilimento Ilva di notte, come da lei suggerito, avrebbe potuto chiedere a Riva come mai il picco massimo di produzione si concentra tra le 2 e le 3 di notte, proprio quando tutta la Città dorme beata e indifesa. È possibile che una persona intelligente oltre che ambientalista sia così ingenuo da credere che l’inquinamento in Città è provocato dalle troppe automobili in circolazione? Secondo Scotti gli ambientalisti tarantini attribuiscono interamente a Riva e all’Ilva la responsabilità del nostro inquinamento e non riconoscono l’importanza dell’atto di intesa siglato tra la Regione e l’Ilva.
Bene, è proprio di ieri l’intervento a tal proposito del numero uno di Puglia della Uil, Aldo Pugliese.
Dopo aver ricordato che Taranto è la città più inquinata d’Italia (e non certo per il traffico) con le sue 1.668 tonnellate di Pm 10, e che l’Ilva produce il 10% di monossido di carbone di tutta Europa e il 9% di zinco e piombo, e che “la produzione di Riva è aumentata di 2,5 milioni di tonnellate l’anno, proprio quelle che la Liguria ha imposto alla stessa Ilva di non produrre più”, è la volta dell’atto d’intesa.
“L’accordo è stato siglato tra Regione e Ilva senza che il Piano fosse oggetto di confronto e discussione approfondita” e con la promessa, da parte di Vendola, che si sarebbe impegnati a tutela della sicurezza dei lavoratori e dei problemi ambientali”.
Nulla di questo è stato fatto anzi… la Giunta Regionale ha deliberato l’autorizzazione per una nuova centrale termoelettrica di 600 megawatt, di fatto l’unico vero investimento Ilva nel piano industriale mentre non c’è nulla sulle tecnologie tese a migliorare la sicurezza sugli impianti e la riduzione dell’inquinamento.
Non c’è traccia della copertura dei parchi minerali così come nel Pear (piano energetico ambientale regionale) non c’è alcuna indicazione per dare soluzioni ai drammatici problemi i Taranto.
Alla luce di tutto questo, caro Scotti, che dice, il servizio dell’Espresso era inopportuno?
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