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Taranto, prendono posizione i commercianti

Confcommercio dice "no" al rigassificatore

"E' utile che la popolazione si esprima sull’argomento"
Fonte: Corriere del Giorno - 27 settembre 2006

Confcommercio esprime ufficialmente il suo no alla costruzione del rigassificatore a Taranto. La posizione è stata assunta nel corso dell’ultima riunione del consiglio generale.

L’associazione dei commercianti pur ritenendo “necessario acquisire la valutazione di impatto ambientale” ritiene utile anche, per la complessità
della questione, che “la popolazione interessata sia chiamata ad esprimersi”.
Una poszione netta determinata dalla considerazione che “l’area ionica presenta
già situazioni di forte impatto ambientale, dannose sia sul piano della tutela
della salute dei cittadini che sul piano dell’eco-compatibilità. La presenza di nove impianti ad alto rischio ambientale, rende inaccettabile qualsiasi progetto di insediamento industriale (non solo il rigassificatore) che possa ulteriormente aggravare le già precarie condizioni ambientali dell’area
tarantina. Tra l’altro, l’eccessiva vicinanza di impianti ad alto rischio (otto insediamenti)non giustifica i limitati benefici economici che l’insediamento
del rigassificatore comporta sul piano della sicurezza, in caso di incidente
(cosiddetto ‘effetto domino’)”.

Di contro, anche sul pianoeconomico, secondo Confcommercio Taranto, non di minore importanza “appaiono i riflessi negativi su attività portuali e turistiche che la ubicazione del rigassificatore potrebbe determinare.
Secondo varie fonti d’informazione - non smentite da organi ufficiali- si ha
notizia che la movimentazione delle navi gasiere richiederebbe un protocollo di
sicurezza molto rigido. Tale prassi come inciderebbe sul traffico merci da e per il porto di Taranto? La costruzione di un nuovo impianto ad alto impatto ambientale danneggerebbe ulteriormente la già debole immagine di una Taranto che
faticosamente ambisce ad inserirsi nel circuito turistico della Puglia”.
Pertanto, Confcommercio Taranto nel rivendicare “l’autodeterminazione di un
territorio che questa volta chiede di non continuare a subire le conseguenze di una politica centralista che stabilisce come, quando e dove affermare il principio del bene della nazione, ritenendo di aver già pagato un prezzo altissimo in nome della comunità nazionale, ribadisce il proprio no all’insediamento a Taranto di un rigassificatore”.

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