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Iniziative

Parte la petizione popolare contro il rigassificatore a Taranto

Corvace (coordinatore Comitato): ''A Taranto vi sono già nove impianti a rischio di incidente rilevante''
Daniele Marescotti25 maggio 2006
Fonte: Redattore Sociale - 19 maggio 2006

Parte a Taranto una petizione popolare contro l'insediamento del rigassificatore. In prospettiva si profila un referendum cittadino ma nel frattempo la scelta ricade su un'azione di ampia sensibilizzazione e di aggregazione di tutte le forze sociali e politiche contrarie all'impianto. La petizione è promossa da una rete di associazioni che comprende Lipu, Italia Nostra, PeaceLink, Taranto Sociale, Wwf, Il cormorano, Assemblea permanente sull'ambiente e della sicurezza, Comitato di quartiere città vecchia. La raccolta di firme è stata presentata nell'ambito di una conferenza stampa svoltasi nella sede della Uil ionica. Quattro sono i principali punti critici che la petizione sottolinea. In primo luogo l'elevato tasso di pericolosità del progetto del rigassificatore "per rilascio e perdite di vapori di metano altamente infiammabili in una zona dove già esistono industrie a rischio come raffineria, ILVA" e in particolare si cita il recente e grave incidente alla raffineria con lo sversamento di 30 mila metri cubi di gasolio che avrebbero potuto dare origine ad una gigantesca esplosione proprio nel serbatoio Agip più vicino al sito dove dovrebbe sorgere il rigassificatore. In secondo luogo la petizione sottolinea il notevole impatto ambientale che verrebbe prodotto dal dragaggio dei fondali necessario a far passare le navi metaniere. Si parla a questo proposito di "ben 4.500.000 metri cubi di fanghi di risulta che, presumibilmente contaminati da sostante tossiche, vanno smaltiti in discarica". Tale quantità di fanghi potrebbe, secondo le associazioni ambientaliste, mandare in tilt l'intero sistema delle discariche della provincia già paralizzato dall'emergenza rifiuti. Un terzo punto su cui insiste la petizione è la ripercussione del progetto del rigassificatore sul porto di Taranto: "Incide sulle sue direttrici di sviluppo e tutte le misure di sicurezza che le gasiere impongono ostacoleranno il normale traffico mercantile". Infine viene sottolineato l'alto impatto paesaggistico in quanto i due serbatoi di contenimento del gas liquefatto hanno un"altezza di 51 metri: "Quanto un grattacielo di 17 piani e deturperà ulteriormente il profilo della costa", sottolineano i promotori della petizione.

La raccolta di firme costituisce un primo momento di saldatura fra il mondo dell'associazionismo ambientalista e quello sindacale in quanto mobiliterà anche la Uil e i Cobas. Il segretario della Uil di Taranto Franco Sorrentino ha evidenziato che il rigassificatore darà lavoro poche decine di persone "una quantità senza dubbio inferiore ad un utilizzo di quella area per attività portuali". Rimangono fuori dall'iniziativa la Legambiente (possibilista sul progetto del rigassificatore) e i sindacati Cgil e Cisl. All'iniziativa partecipano invece i Verdi e Rifondazione Comunista. Un dibattito si è aperto anche all'interno dei Ds. Un atteggiamento non favorevole al progetto del rigassificatore emerge anche nel dibattito cittadino con interventi critici da parte di Comunisti Italiani, Rosa nel Pugno e Italia dei Valori, mentre l'amministrazione provinciale di Taranto di centrosinistra è guidata da un presidente, Gianni Florido, che si è espresso favorevolmente al rigassificatore. A questo proposito nella petizione si evidenzia che "nè in Consiglio comunale nè in Consiglio Provinciale è stata discussa e deliberata la scelta del rigassificatore". Le ragioni della contrarietà vengono ampliate con alcune osservazioni che rendono Taranto, secondo i promotori dell petizione, una città assolutamente controindicata per un impianto sottoposto alla direttiva Seveso. "Infatti a Taranto vi sono già nove impianti a rischio di incidente rilevante, la città è stata dichiarata area ad elevato rischio ambientale ed inoltre la direttiva Seveso è rimasta in grande parte inapplicata sul territorio", dichiara Leo Corvace, coordinatore del comitato contro il rigassificatore. Il testo della raccolta di firme si può scaricare dal sito www.tarantosociale.org e sarà diffuso nella città tramite banchetti nei mercati e in appositi incontri cittadini.

Note: Per gentile concessione dell'agenzia stampa Redattore Sociale (http://www.redattoresociale.it)

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