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Sul rigassificatore divampano polemiche e sospetti

A Taranto Peacelink denuncia: ''La valutazione di impatto ambientale non è stata resa pubblica e nulla è stato fatto per promuovere una consultazione democratica''
Daniele Marescotti18 aprile 2006
Fonte: Redattore Sociale

Rischio di incidente rilevante: l'impianto di rigassificazione è sottoposto alla Direttiva Seveso

Divampa la polemica a Taranto sul rigassificatore. “La Valutazione di impatto ambientale (VIA) relativa al progetto del rigassificatore a Taranto non è mai stata resa pubblica ai cittadini e alle associazioni ambientaliste. E’ rimasta negli archivi degli enti locali che non hanno fatto nulla per promuovere una consultazione democratica sui rischi del rigassificatore. I termini per presentare i ricorsi sono scaduti il 24 marzo. La Valutazione di Impatto Ambientale era ignota anche al Presidente della Commissione Ambiente della Provincia di Taranto, Giuseppe Stasolla”. Questa è la dichiarazione del segretario di PeaceLink, Carlo Gubitosa, il quale rivolge una severa critica a Gianni Florido, presidente di centrosinistra della Provincia di Taranto, per aver lasciato trascorrere, dal 24 febbraio al 24 marzo, i 30 giorni di rito senza informare la popolazione e senza presentare osservazioni e contestazioni relative alla sicurezza dell’impianto.

“Il rigassificatore di Taranto dovrebbe sorgere a ridosso della raffineria dell’Agip, dove ci sono decine di serbatoi pieni di carburante infiammabile e una torcia sempre accesa”, osserva Carlo Gubitosa, il quale ricorda che a Taranto il rigassificatore sarebbe il decimo impianto a rischio di incidente rilevante sottoposto alla Direttiva Seveso.

Il presidente della Commissione Ambiente della Provincia di Taranto, Giuseppe Stasolla, ha affermato: “In questi mesi, purtroppo, invece di aprire un vero dibattito sul rigassificatore, si è lasciato che l’argomento diventasse esclusivo appannaggio di dichiarazioni piovute dall’alto, col rischio concreto che l’impianto si possa realizzare con la sola “benedizione” di qualche rilevante personalità, anche del centro-sinistra, espropriando così il territorio, le sue rappresentanze, le sue diverse anime, da quell’indispensabile percorso partecipato”. Massimo D'Alema, concludendo la campagna elettorale a Taranto, aveva parlato dell'ipotesi di un rigassificatore a Taranto invece che a Brindisi.

“PeaceLink – sostiene Carlo Gubitosa - intende lanciare un appello a tutte le associazioni e forze democratiche della città perché venga fermata la procedura autorizzativa del rigassificatore a Taranto sollevando il problema dell’assenza di pubblicità della Valutazione di impatto ambientale che ha violato la ‘par condicio’ fra i diritti della Gas Natural e quelli dei cittadini”.

L’impianto di rigassificazione è stato proposto a Taranto dalla Gas Natural. “A Trieste, città in cui Gas Natural ha avanzato un progetto identico a quello di Taranto, la Valutazione di impatto ambientale è stata oggetto di dibattito pubblico e sono giunte decine di osservazioni”, fa osservare il giornalista Michele Tursi del Corriere del Giorno, il quotidiano che a Taranto ha “scoperto” l’esistenza della Valutazione di impatto ambientale e ha lanciato l’allarme circa la scadenza dei termini per presentare osservazioni e ricorsi.
Il 20 aprile a Taranto è prevista una intensa giornata di dibattito sulla questione rigassificatore, la mattina organizzata dalla Provincia di Taranto e dalla Regione Puglia e la sera da Legambiente.

Note: Per gentile concessione dell'agenzia stampa Redattore Sociale (http://www.redattoresociale.it)

20 aprile incontro di Legambiente sul rigassificatore a Taranto
http://it.groups.yahoo.com/group/cambiataranto/message/488




Comunicato di Giuspeppe Stasolla sul Rigassificatore a Taranto

L’iniziativa assunta dalla Regione Puglia di promuovere un percorso allargato agli Enti Locali, alle Associazioni ed ai portatori di interessi diffusi, per l’adozione del piano energetico regionale (P.E.A.R.) costituisce un’esperienza assolutamente innovativa di come si possa amministrare e decidere nella democrazia partecipata.
Per la Comunità Jonica, se non altro, questo passaggio costituisce un’opportunità interessante per discutere in maniera palese ed obiettiva circa l’insediamento di un terminale per la rigassificazione nell’area portuale di Taranto.

Già in precedenza ebbi modo di esprimere che sarebbe stato sbagliato assumere posizioni aprioristiche e preconcette avverso tale insediamento, significando con ciò che risultava necessario, invece, comprendere nel merito la portata dell’impianto, negli aspetti connessi all’impatto ambientale, alla sicurezza della popolazione, agli aspetti vocazionali del Territorio, alle legittime prerogative delle imprese già esistenti in quell’area, e via discorrendo.

In questi mesi, purtroppo, invece di aprire un vero dibattito su questo, si è lasciato che l’argomento diventasse esclusivo appannaggio di dichiarazioni piovute dall’alto, col rischio concreto che l’impianto si possa realizzare con la sola “benedizione” di qualche rilevante personalità, anche del centro-sinistra, espropriando così il Territorio, le sue Rappresentanze, le sue diverse anime, da quell’indispensabile percorso partecipato.

Forse anche a noi esponenti del centro-sinistra (locale e nazionale) la vicenda della TAV ha lasciato pochi insegnamenti.

È proprio deciso che il Rigassificatore anziché a Brindisi si farà a Taranto? Chi l’ha deciso?

Considerando che a brindisi i lavori stanno proseguendo, intravedo il rischio che in Puglia si costruiscano ben due Rigassificatori, su cinque programmati in tutto il Paese!!

Un sacrificio un po’ sproporzionato,

Risulta altresì singolare che gli Enti Locali, compresa la Provincia, non abbiano espresso osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale depositato dalla Società proponente.

Eppure credo che osservazioni ve ne fossero.

Innanzitutto, circa le questioni vitali legate alla sicurezza dell’impianto.

Non dimeno, comprendere, per accettarne l’idea, le possibilità concrete che tale insediamento possa o no coniugarsi con le vocazioni commerciali (parliamo di insediamenti già operativi) che abbiamo sempre sostenuto di voler mettere a regime col futuro del porto di Taranto.

Come Rappresentante dell’Organo di Consiglio Provinciale credo che l’Esecutivo della mia Amministrazione Provinciale e tutti i Partiti che la sostengono, debbano compiere ogni sforzo per recuperare il ritardo che si è determinato nella discussione di questo importante argomento.

Sono fermamente convinto che è soprattutto dagli Enti Locali che i cittadini dovranno ricevere le risposte ai loro interrogativi; senza attendere che siano gli Organi di Informazione a parlare di quel “mutismo” che sembra avvolgere un po’ da sempre la nostra Comunità, su questa materia.

Si volti pagina, per una buona volta, rispetto al passato.


Giuseppe Stasolla

Presidente della Commissione Ambiente della Provincia di Taranto
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