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Morti bianche all'Ilva

Il Senato «indaga» sull'Ilva di Taranto

Sono cominciate stamani in Prefettura le audizioni della Commissione parlamentare di inchiesta di Palazzo Madama sugli infortuni sul lavoro e le morti bianche
Gazzetta del Mezzogiorno

Sono cominciate stamani in Prefettura le audizioni della Commissione parlamentare di inchiesta di Palazzo Madama sugli infortuni sul lavoro e le morti bianche. Al termine delle audizioni, i componenti dell'organismo dovrebbero compiere un sopralluogo nello stabilimento siderurgico cittadino, per poi trasferirsi a Brindisi

. Un altro operaio esce morto dall'Ilva Ilva di Taranto



TARANTO - Sono cominciate stamani a Taranto in Prefettura le audizioni della Commissione parlamentare di inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro e le morti bianche.
La Commissione ha sentito il procuratore aggiunto della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, e sta ascoltando i rappresentati dei sindacati dell'Ilva, dell'Ufficio del lavoro, del Dipartimento di prevenzione dell'Ausl Taranto 1 e dello Spesal (servizio prevenzione di lavoro dell'Ausl). Al termine delle audizioni, la commissione dovrebbe compiere un sopralluogo nello stabilimento siderurgico Ilva per poi trasferirsi a Brindisi.
La Commissione è presieduta dal sen.Oreste Tofani e ne fanno parte i senatori Luigi Fabbri e Antonio Pizzinato, entrambi vicepresidenti, e i sen.Giovanni Battafarano, Eupreprio Curto, Luigi Malabarba, Carmelo Morra, Gianfranco Pagliarulo, Natale Ripamonti, Rosa Stanisci e Antonio Vanzo.

«Ho notato delle contraddizioni nelle dichiarazioni e nel contributo reso alla Commissione dal procuratore Sebastio». Lo ha detto il sen.Eupreprio Curto(An) parlando con i giornalisti durante una pausa delle audizioni della Commissione parlamentare d'inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro e 'morti bianchè in corso nella Prefettura di Taranto.
La Commissione ha ascoltato il procuratore aggiunto di Taranto, Franco Sebastio, e sta ascoltando i rappresentanti dei sindacati, dell'Ilva, dell' Ufficio del lavoro, del dipartimento di prevenzione dell'Ausl e dello Spesal (servizio di prevenzione e ambiente del lavoro dell' Ausl).
«Quando si fanno affermazioni del tipo - ha detto Curto - che, essendo l'Ilva un impianto ciclopico, sostanzialmente gli infortuni sul lavoro e le morti bianche sono fattori inevitabili, non si può già scrivere la sentenza di condanna della stessa Ilva come di fatto è accaduto. Ho rappresentato al procuratore Sebastio che respingo il concetto di inevitabilità sotto il profilo morale, politico ed etico. E' necessario, invece, appurare in maniera chiara dove sono le responsabilità». Secondo Curto, «sarebbe troppo grave perchè noi abbiamo un duplice obiettivo». Da un lato quello di «salvaguardare la salute e l'integrità fisica dei lavoratori ed evitare che ci siano fatti gravi come quelli accaduti». Dall'altro lato «non possiamo essere irresponsabili - ha detto Curto - e non comprendere che ci troviamo di fronte ad un'azienda, l'Ilva, che è il più grande siderurgico d'Europa dal quale dipendono le vite di 14mila famiglie e sarebbe irresponsabile lanciare giudizi affrettati che possono determinare un segno negativo sull'immagine di questa grande azienda».
Il senatore di An ha aggiunto di avere «l'impressione che negli ultimi anni c'è stata una grande sensibilità e pressione sociale sui fattori ambientali e in questa direzione sono state impegnate cospicue risorse. Probabilmente la stessa sensibilità non c'è stata in materia di sicurezza del lavoro. Credo che queste risorse vadano spalmate in maniera uniforme, coerente ed equilibrata, perchè ambiente e sicurezza del lavoro non devono essere concetti contrapposti ma collegabili, perchè in questa maniera diamo vita al lavoro e al territorio».
Curto ha precisato che i dati forniti dalla Magistratura tarantina e dall'Ufficio di lavoro «vanno confrontati con la posizione dell'azienda, dei sindacati che, voglio ricordare, sono stati contestati nel momento in cui il governatore della Regione è venuto in Prefettura qualche ora dopo il tragico fatto del 9 settembre». «Ci sono probabilmente responsabilità di natura generale - ha concluso - ma un giudizio va espresso solo alla fine delle audizioni».



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