Stati Uniti

Gore Vidal, ottuacontrario

Gore Vidal resta uno dei più prolifici scrittori contemporanei americani e certamente uno dei più politicamente schietti. Poco dopo il suo recente 80esimo compleanno, Marc Cooper, collaboratore di The Nation, lo ha intervistato nella sua casa a Hollywood. Questa è una versione condensata della conversazione. -- Gli editori
Gore Vidal, Marc Cooper
Fonte: The Nation - http://www.thenation.com - 20 ottobre 2005

D: Nell'introduzione del tuo nuovo libro,Imperial America, inizi dicendo che le quattro parole più dolci nel lessico americano sono "Te l'avevo detto". Su cosa stavi gongolando?

R: Oh, su tutto. Il principale briciolo di saggezza che dovevo fornire - lo ho avuto da Thomas Jefferson e lui lo ebbe da Montesquieu - è che non puoi mantenere una repubblica ed un impero simultaneamente. I Romani non poterono farlo. I Britannici poterono gestirlo fino a un certo punto, ma poi finì con l'andare in frantumi. I Veneziani erano un impero e... gli Stati Uniti. In ogni singolo caso le repubbliche furono perdute. A partire dalla nostra guerra contro il Messico, nel 1846, che era per acquisire la California, siamo stati seriamente e palesemente nel bel mezzo di una presa, una presa... una presa dall'aria imperiale.

D: Da questo punto di vista, quanto è diversa l'amministrazione Bush? C'è niente di nuovo qui, o è parte dello stesso arco storico?

R: Ebbene, è molto diverso. E' cambiato tutto l'apparato. Le armi nucleari e batteriologiche esistono ancora. Possiamo uccidere molte più persone. Ma ci sono state cose inimmaginabili per me e la maggior parte degli Americani - ossia che avremmo avuto un governo in grado di insultare chiunque.

D: Vediamo che Tom DeLay, leader della maggioranza alla Camera dei Rappresentati, è stato accusato. Il leader della maggioranza al senato, Bill Frist, è sotto indagine dalla SEC. Abbiamo visto la debacle di Michael "Brownie" Brown e della FEMA. L'amministrazione sta finalmente collassando sotto il suo stesso peso?

R: "Sotto la sua stessa mancanza di peso" [ridendo], mi sembra, nella frase che stai cercando.

D: Una sorta di leggerezza insopportabile?

R: Sì, la leggerezza insopportabile. Sì, credo che stia collassando. E l'accusa a DeLay non si sarebbe verificata se non ci fossero stati due uragani: hanno chiarito a chiunque, negli Stati Uniti, che non abbiamo un governo. E nella misura in cui ne abbiamo uno non è solo corrotto, ma è una minaccia per altri paesi, per le nostre libertà, per la nostra Carta dei Diritti.

D: Se, dunque, questa amministrazione sta collassando per mancanza di peso, cosa viene dopo?

R: La legge marziale, quello è il prossimo passo. Bush è come una superficie di vetro. Puoi vedere tutti i vermi nella sua testa in qualunque momento. E la prima prova di quello che lui ha in mente, o che la giunta ha in mente...

D: La giunta, ossia...

R: Cheney, che controlla tutto, sospetto. E pochi altri seri operatori. Ad ogni modo, ho notato per la prima volta che lo avevano in mente quando Bush si è finalmente ridestato al fatto che gli uragani non sarebbero stati buona pubblicità per lui. Ed inizia a pensare che i suoi amici staranno governando nel 2008. Dunque, qual'è la prima cosa che fa? La prima cosa nella mente di un dittatore? Toglie la Guardia Nazionale dai governatori. la Guardia sottostà ai governatori, ma Bush sta sempre dicendo: consegniamola all'esercito. Questo è ciò a cui stanno pensando. Di porla sotto il controllo dell'esercito.

D: Stai predicendo una prossima dittatura militare? E il popolo americano la consentirebbe?

R: Consentirebbe qualunque cosa. E non consentirebbe nulla. Ho a che fare con molti giornalisti europei che sono tutti ben consapevoli della politica americana. Ma mi fanno domande stupide come, "Dunque, Kerry non è riuscito molo bene. Chi è il prossimo leader dell'opposizione che può diventare presidente?". Rispondo, beh, che anzitutto il New York Times non lo intervisterebbe. E in Tv non andrebbe in prima serata, se sembrasse un vincente. E' fuori. O ne faranno un folle, come fecero quando amplificarono il famoso pianto di Howard Dean. Alla CBS hanno fatto il possibile per farlo sembrare un maniaco. Sono pieni di risorse! Quindi se hai un media che è completamente controllato dall'America delle aziende -- o qualunque espressione tu voglia usare per descrivere i nostri comandanti – non passerà alcuna informazione che sia utile al pubblico. Non ci sarà alcun Cavaliere Bianco di cui si legga nella stampa o che si veda in televisione. Non avrebbe modo di connettersi con le persone. Ed è un fatto permaente nella nostra situazione... se ci potesse essere un'opposizione percorribile alla giunta del petrolio e del gas che ha preso il potere--tutti e tre i bracci del governo, penso--dovrebbe essere dal basso. Poi dovrai trovare un modo di publiccizare mediante internet il Cavaliere Bianco -- o il Cavaliere Nero, chiunque venga a salvarci.

D: Quali sono le tre o quattro cose che il Cavaliere Bianco dovrebbe dire per motivarci o, nelle tue parole, per mantenere la Repubblica?

R: Anzitutto, dovremmo essere autorizzati a tenere i soldi che guadagniamo. Perchè la maggior parte di noi è duramente tassata.

D: Questo è quel che dicono i Repubblicani.

R: E' quello che dicono, ma non quello che intendono. Quel che intendono è "Noi persone che abbiamo denaro, non vogliamo che i nostri figli paghino alcuna tassa di eredità. Non vogliamo che i nostri enormi incassi vengano tassati. Non vogliamo che i profitti delle nostre grandi corportaion siano mai tassati". E sono riusciti a concluderlo. Quando corri contro di loro, devi dire che i profitti delle corporation saranno tassato. Come lo sono sempre stati. Le persone lo capiscono. E se non lo fanno, puoi spiegarlielo in dieci minuti.

D: Cosa farebbe il Cavaliere Bianco con l'esercito?

R: Ridurebbe di metà il suo budget. Questo ci salverebbe un sacco di denaro. Potremmo ricostruire molti terrapieni. Non ne abbiamo bisogno... Non possiamo più vincere una guerra. Non possono ripristinare la leva. E' giunta l'ora per questo regime. Tieni le dita incrociate e non siamo alla fine per questo paese...

D: Un'area in cui le cose sembrano essere migliorate in America riguarda l'omofobia. Il matrimonio gay ora può essere discusso in educata compagnia.

R: Non so se importi molto come tema. Parla a chiunque nell'esercito e le cose sono messe male quanto lo erano quando passai tre anni nell'esercito durante la seconda guerra mondiale e quelli sospetti di attività sessuali tra maschi venivano allontanati o messi in prigione. Era brutto allora ed è brutto adesso. Un argomento come il matrimonio gay non fa altro che tenere in vita l'omofobia.

D: Quindi non ne sei un sostenitore?

R: No. So a quali scopi si pone questo argomento... Hai un argomento, come il matrimonio gay, che non riguarda il 99.9 percento della popolazione, e insisti ancora ancora e ancora su quello. Dimostrando che i Democratici sono tutti pazzo, se non froci. Qualcuno vuole sposarsi, ok. Mi riguarda?

D: Se prendiamo un momento quartant'anni fa, nella metà del decennio '60, quando avevi la metà dei tuoi anni, pensavi che gli Stati Uniti avrebbero preso la strada che hanno preso?

R: Non avevo mai pensato che il presidente avrebbe osato sostenere la guerra preventiva. Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo, una sorta di maniaco per presidente che continua ad attacare verbalmente e fisicamente ogni paese che voglia. La proprietà di questo paese è stata generalmente ben scaltra. Sapevano quello che volevano. Non vogliono pagare le tasse, ovviamente. Non vogliono che delle persone li facciano salatare in aria come nella notte dell'11 settembre. E se mai ci sarà una buona causa per l'impeachment, quella sarà l'11 settembre. Non c'è mai stato un simile caso di negligenza.

D: Stai forse suggerendo che l'amministrazione Bush ha permesso a questo attacco di avere luogo?

R: No. Non sto dicendo nulla anche solo vicino a questo. Se ci fosse stata qualche sorta di maliziosa collusione tra elementi del nostro governo e la squadra dell'11 settembre dall'Arabia Saudita, in un paese come il nostro, adesso, almeno due di loro sarebbero stati in televisione per parlare a Barbara Walters. Quello è il tipo di paese che abbiamo. Non possiamo avere segreti. No, è impensabile. Qualunque cosa ci fosse dietro l'11 settembre era pen programmato. E non c'è un cervello in questa amministrazione che potrebbe aver progettato qualcosa come l'11 settembre. Sia per prevenirlo che per farlo.

Note: Traduzione di Carlo Martini per http://www.peacelink.it

Articoli correlati

  • "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"
    Economia
    Intervista a Jeffrey Sachs sulla guerra in Ucraina, la Nato, l'Europa, gli USA e la Cina

    "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"

    "Gli Stati Uniti hanno chiamato il primo ministro Meloni e hanno detto di uscire dalla Via della Seta. Pensate che abbia avuto da sola quell’idea? L'idea statunitense è che nessuno debba rivaleggiare con la potenza degli USA. Dovremmo invece puntare a costruire un mondo multipolare e cooperativo".
    6 febbraio 2024 - Jeffrey Sachs
  • Schede
    Il 26 maggio 2004 il New York Times riconobbe i propri errori pubblicando un articolo

    Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq

    Giornali come il New York Times, fino al 2003 ostili alla guerra, finirono per accettare come veritiere le affermazioni di Powell e per considerare ineluttabile l'intervento armato. A guerra terminata non fu trovata alcuna traccia di quelle fantomatiche armi.
    16 novembre 2023
  • L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
    Latina
    Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina

    L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba

    Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
    L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
    3 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
  • "Decine di commando USA combattono in Israele"
    Palestina
    L'escalation preoccupa la comunità internazionale, si dimette dall'ONU Craig Mokhiber

    "Decine di commando USA combattono in Israele"

    Negli ultimi giorni gli Usa stanno partecipando sul campo alle operazioni di liberazione di 240 ostaggi catturati da Hamas e trattenuti a Gaza. Questa notizia segna un importante cambio nella posizione degli Stati Uniti, passando da spettatori e consulenti a partecipanti attivi nei combattimenti.
    2 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)