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Finiti gli stati generali, il nuovo manifesto”ANTIMAFIA”

20 novembre 2006
Serena Caroselli

“Le conclusioni non ci sono, l’unica parola è la continuità del nostro lavoro” con queste parole don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione libera, saluta i numerosissimi partecipanti agli stati generali dell’antimafia terminati domenica 19 novembre a Roma all’Angelicum University Press.

Duemila i partecipanti all’apertura della manifestazione in via della conciliazione venerdì,circa 5000 le persone che, a la casa del cinema, sabato hanno partecipato alla notte bianca di contromafie, 500 gli interventi nei gruppi di lavoro che hanno prodotto il manifesto “contromafie”,frutto di incontri tematici sul problema della legalità.

Relazione letta in ultimo dagli attori Massimo Dapporto ed Elena Sofia ricci che hanno poi lasciato spazio alla musica del Banco del Mutuo Soccorso.

Assente all’appello il presidente della camera Fausto Bertinotti che per motivi legati alla discussione sulla nuova legge della finanziaria è rimasto bloccato in parlamento,e ha mandato una lettera di partecipazione ricordando che domani firmerà il manifesto insieme ad una delegazione di don Luigi Ciotti.

La mattinata è cominciata con la discussione delle relazioni finali dei gruppi di lavoro.

Leopoldo Grosso,vicepresidente del gruppo Abele di Torino, si è occupato delle tematiche inerenti la tratta degli esseri umani, della droga,delle armi, i traffici illeciti, proponendo una legislazione adeguata e tempestiva. Tonino Palmese ha affrontato il tema dell’educazione, per un sapere di cittadinanza, sostenendo quanto sia sempre più apparente il concetto di democrazia tra i giovani, che va invece rafforzato nell’azione di voto e di pagamento delle tasse.

Di informazione parla invece il direttore di rai news 24, Roberto Morrione ”è sottratto ai cittadini e all’opinione pubblica il diritto alla memoria e alla conoscenza” sottolineando come, questo, sia un elemento decisivo nella lotta contro la mafia.Poi ricorda tutti i giornalisti assassinati, criticando governo e stampa. La proposta è quella di un linguaggio più diretto, una nuova tutela sul diritto di cronaca affinché si impediscano rivalse strumentali ed economiche, un ridimensionamento del segreto di stato, abusato da tutti i governi e a causa del quale non c’è giustizia.

Parla di prevenzione e legislazione, Franco Cazzola, assessore alla cultura della regione toscana. Affronta i temi degli appalti, quelli della relazione mafia-politica, dell’abusivismo edilizio, e sostenendo tra le tante proposte quella di controllare le procedure per gli accertamenti patrimoniali, e di premiare quegli enti locali che si impegnano nella lotta alla mafia.

Puntuale esposizione quella di Antonio Ingroia,sostituto procuratore di Palermo ”da qui una rivoluzione antimafia,da questi stati generali che danno senso al sacrificio dei morti e a quello dei vivi che ci credono”. Ribadendo l’importanza del testo unico antimafia,discute delle leggi ingiuste,della magistratura e della necessità di sanzioni sui comportamenti politicamente inadeguati, dell’importanza dei testimoni di giustizia da tutelare e reinserire in società.

Per un’economia di solidarietà Marcello Tocco, segretario generale Fisac-Cgil, ricorda il problema del lavoro nero e quello dell’usura come portato culturale dell’illegalità, sottolineando l’importanza dell’investimento sull’antiracket da parte della politica.

Concluse le relazioni ,le parole di Rita Borsellino,danno inizio al dibattito della tavola rotonda ”la solitudine è frutto dell’indifferenza,ci vuole partecipazione sensibilità e sensibilizzazione”.

Intervengono Paolo Nerozzi,segretario nazionale Cgil; Alessandro Laterza, imprenditore; Nichi Vendola, presidente della regione Puglia; Raffaele Lauro, prefetto e commissario antiusura e antiracket; Francesco Forgione, capogruppo Prc della regione Sicilia; Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del consiglio.

L’attenzione è rivolta al lavoro, alla famiglia come centro dell’economia, alla corruzione, alla censura, alla giustizia. Polemiche durante l’intervento di Forgione, a cui dall’ala sinistra dell’aula gridano ”colluso!”, e che controbatte ”sono talmente sereno che posso rispondere” continuando con tranquillità e lucidità a discutere sull’impegno preso dai partiti per un sistema sociale nuovo.

Sulla stessa linea Minniti che con enfasi e convinzione parla del nuovo governo come di quello che indaga a “trecentosessantagradi” la relazione tra mafia e politica ”la lotta alla mafia è una questione di volontà politica” conclude.

I desideri espressi quelli che la carta unica non sia una brutta copia della legge sonnino,e che magari il 30 aprile nella giornata di memoria di Del torre il nuovo testo unico antimafia sia pronto.C’è da augurarsi che ci sia davvero quella “volontà politica” (Minniti) e quella ”passione della verità” (Ciotti), cosicché la società civile avrà dimostrato di essere, come vuole ora, coopresidente delle commissioni.

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Quello che accade, accade non tanto perché una minoranza vuole che accada, quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue responsabilità e ha lasciato che le cose accadessero.

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