Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 262

22 dicembre 2004
Riccardo Orioles (giornalista antimafia)

Il nuovo che avanza. In caso di emergenza, cioe' ora, sara' il Kgb (che
ha leggermente cambiato nome, ma non uomini e capi) a prendere in mano
la situazione, per legge.
Potra' vietare per due mesi il diritto di transito dal luogo di
residenza a un'altra citta'. Potra' vietare le riunioni nei luoghi
pubblici e le manifestazioni di ogni tipo. Potra' intercettare
telefonate e internet, senza bisogno di magistrato. Potra' perquisire
chiunque, e anche le case. I giornalisti non potranno raggiungere senza
autorizzazione i luoghi "pericolosi per l'ordine pubblico". Le
informazioni considerate "non opportune" non potranno essere pubblicate
dai giornali (la tv e' gia' una sola). In determinate regioni del paese
potra' essere vietato del tutto l'accesso ad alcuni media.
Per terrorismo s'intende non solo l'attivita' terroristica vera e
propria, ma anche ogni "azione politica" oggettivamente di ausilio al
terrorismo.
Si ha "stato di emergenza preventivo", con conseguente utilizzo dei
poteri speciali sopra elencati, ogni volta che i servizi segreti (non i
giudici, non i magistrati) hanno notizia di una imminente possibilita'
di attentati.
Tutto cio' e' legge da venerdi' pomeriggio, e al momento in cui leggete
questo articolo e' perfettamente in vigore. Non qui: in Russia. Vabbe'
- direte - I soliti communisti. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Certo: c'e' molto di russo, e di orientale, in tutto questo. Ma non e'
molto dissimile (a parte l'isolamento di intere regioni) dal "Patriot
Act del dopo 11 settembre. In America Bush non viene affatto da una
carriera politica, repubblicana o democratica. Viene da un clan
familiare la cui potenza s'e' formata quando il capostipite era capo
dei servizi segreti. Putin, in Russia, non e' affatto anticomunista, e
nemmeno comunista. E' semplicemente un alto funzionario del Kgb.
Eltsin e Clinton venivano esaltati, dai loro propagandisti, come i
difensori della democrazia contro le dittature. Bush e Putin no.
Vengono esaltati come difensori della sopravvivenza dei rispettivi
popoli contro dei nemici che li vogliono distruggere fisicamente.
Capeggiano delle tribu', non delle polis. Bush e' "uomo dell'anno",
secondo Time, non per particolari virtu' democratiche o di simpatia, ma
per la "forza di carattere" di cui ha dato prova. Putin, infine, si
appella al Destino della Russia; Bush a Dio. Una novita' per dei
politici moderni, che da diversi secoli si erano abituati a fare
appello a valori razionali, teoricamente condivisibili da tutti. Ora
c'e' "my god, my country" allo stato puro. Da questo punto di vista
l'ideologia politica - a livello imperiale - e' regredita a tempi molto
lontani.
Questa mesopotamizzazione (in senso primordiale: Hammurabi, gli Assiri)
della specie serpeggia in tutto il pianeta. Si mischia con
l'autoritarismo "moderno" del capitalismo e con quello altrettando
contemporaneo dei "comunisti". Ma in realta' ha radici molto piu'
antiche. La Cina appare moderna, anzi d'avanguardia, semplicemente
perche' l'Occidente e' tornato indietro. Marco Polo, proveniente da un
mondo di esili repubbliche e grevi imperi, non si scandalizzava affatto
di fronte alle raccapriccianti ma grandiose stragi di Kublai Khan.
Cosi' Ciampi (o un qualunque manager americano o europeo) a Pechino.
Berlusconi ammira *sinceramente* Putin. E anche noi stessi ogni tanto,
nostalgici dell'Urss di un tempo, lo giustifichiamo. La barbarie,
quando arriva, non infetta mai una parte sola.
Il peggio del capitalismo e il peggio del comunismo, alla fine di un
ciclo, si sono incontrati.
E si vanno avidamente brancicando e accoppiando, come dinosauri feroci.
L'unico libro politico che e' rimasto e' la Fattoria degli Animali.
Forse, anche lo Yankee alla Corte di re Artu'; ma lo avete letto? E se
si', ve la sentite di attraversare il Giurassico armati solo di un po'
d'intelligenza e d'ironia?
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Risale Berlusconi. A ferragosto pareva finito, a piu' di dieci punti di
distanza da Prodi. A natale, dopo una lunga rimonta, gli sara' quasi
alla pari, appena due o tre punti dietro.
Manco Bartali e Coppi. Con la differenza pero' che il massaggiatore di
Bartali (e l'intera squadra) correva per far vincere Bartali, mentre
nel caso di Prodi non si sa. Berlusconi e' bravo nel suo mestiere (fa
il venditore), ha tutte le tv ai suoi ordini, ha amici eccellenti, e
ogni tanto bara. Pero', con tutto cio', non ce la fara' mai a vincere -
in piena crisi economica e con mezz'Italia incazzata - se il
centrosinistra non gli dara' una mano. L'altra volta a dargli una mano
sono stati gli "estremisti", vale a dire quelli di Rifondazione che per
aver piu' sinistra hanno buttato a mare quel po' di sinistra che c'era
gia'. Stavolta sono i "moderati" (Rutelli & C: dove C puo' significare
"Compagni diessini" o "Confindustria", a piacere) che, per rassicurare
un po' di elettori centristi (che comunque non li voteranno) rischiano
di disgustarsi quelli di sinistra (che li hanno votati finora). Sarebbe
molto bello se i leader del centrosinistra, che stanno regalando di
nuovo l'Italia a Berlusconi, lo facessero perche' pagati da lui. E
invece no: sono onesti e perbene, l'unico loro guaio e' d'essere - come
politici - professionalmente scarsi. Come sarebbe bello se D'Alema e
Rutelli facessero, invece che i capi-partito, gli esponenti della
societa' civile! Direbbero cose simpatiche e ingenue, e tutti li
applaudiremmo affettuosamente. Cosi' invece, a ogni dichiarazione che
rilasciano, crolla mezza sinistra. Non riportiamo l'ultima, perche'
sicuramente sarebbe gia' superata al momento di leggerla. Ma insomma.
Nel frattempo, dallo scragno, sciur Parodi mugugna "Va a ramengo".
Niente Pil, i cinesi che ci vendono gli spaghetti, le produzioni che
calano e l'amministrazione che non funziona. E' vero che compito dei
padroni e' bofonchiare, e che non c'e' mai stata un'annata - compresa
quella in cui tutte le vacche figliavano gemelli - in cui dalla
confindustria non sia giunto il monito della crisi incombente. Ma
quest'anno, se tornassero Malagodi e La Malfa, sembrerebbero
buontemponi ottimisti rispetto alla confindustria di ora.
Poi dice che uno si butta a sinistra: ma se nel frattempo la sinistra
per non essere troppo a sinistra si butta a destra (mentre la destra,
per non fare le elezioni da destra, cerca di passare per sinistra)
mentre la destra del centrosinistra diventa centrista per paura della
sinistra - insomma, dove si deve andare a buttare un poveraccio con
tutta questa confusione? Vabbe'; buon natale.
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A voi magari non dice niente ("Chi e'?") il fatto che finalmente
abbiano arrestato Pinochet, ma per me e per quelli della mia
generazione e' un momento che aspettavamo da trent'anni. Pinochet
faceva il generale in un paese dell'America Latina, il Cile, sottoposto
agli Stati Uniti come, nello stesso momento, la Romania era sottoposta
alla Russia. Era un paese povero; l'unica cosa che produceva era il
rame ma le miniere erano di proprieta' di corporation americane. Nelle
citta' c'erano un sacco di senza-casa (i "pobladores"); di sinistra
c'erano i minatori e gli studenti delle universita'.
Un giorno la sinistra vinse le elezioni e sali' un presidente -
Salvator Allende - che comincio' a ridare al Cile le miniere di rame. I
padroni delle miniere s'incazzarono, molto, e quindi s'incazzo' anche
il governo americano e quindi s'incazzarono i servizi segreti americani
e organizzarono un bel colpo di stato. Questo, materialmente, fu fatto
dal generale Pinochet; alcuni altri generali rimasero onesti, e lui li
fece assassinare.
I carri armati di Pinochet circondarono il palazzo di Allende.
"Arrendetevi! C'e' un aereo pronto a portarvi in esilio!". Allende e le
sue guardie del corpo (che erano giovani studenti del Mir, il
Movimiento de Izquierda Revolucionaria) risposero sparando. Infine
Allende mori', ucciso da una fucilata. I ragazzi lo sollevarono a
braccia e lo deposero sulla poltrona presidenziale, con gran rispetto.
Poi tornarono alle finestre e ricominciarono a sparare finche' non
furono uccisi tutti. Allora entrarono gli uomini di Pinochet: in fondo
al salone videro il Presidente che li guardava con disprezzo, dalla sua
poltrona, la fascia presidenziale sul petto. Nessuno sa se si fermarono
un attimo o se gli spararono ancora.
La dittatura di Pinochet, lunghissima e feroce, fu il primo esperimento
del dopoguerra di neo-liberalismo globale in Occidente. Furono chiamati
degli economisti americani (i "Milton boys" della "scuola di Chicago")
per "modernizzare" l'economia: via i diritti, pieni poteri ai manager,
giu' i salari, su i prezzi. Da li', la ricetta fu poi applicata in
Argentina, in Brasile, in Venezuela (ecco di cosa parlano Chavez e
Lula, quando se la prendono con gli americani) e infine nelle
metropoli, in America e in parte dell'Europa. I colpi di stato non si
fanno per niente, ne' si ammazza la gente per divertimento: tutto e'
finalizzato a "salvare l'economia". Poi magari si torna alla
democrazia, ma nel frattempo l'economia (cioe' l'econo-loro) e' stata
salvata dalle zampacce degli operai, dei poveri e di tutti gli altri
sovversivi.
Adesso, dopo tutti questi anni, un giudice meno vigliacco degli altri
ha finalmente deciso di incriminare Pinochet per le stragi. Io penso a
un ragazzo che si chiamava Henriquez, Hernando Henriquez, ed era uno
studente come tutti noi, fra Parigi e Roma, con l'unica differenza che
era cileno, rappresentava il Mir in Europa e dopo il golpe fu
richiamato dal suo partito per fare la resistenza in clandestinita'.
Spari' per sempre, non si sa quando e dove. Furono molti a sparire in
Cile (e in Argentina, e in Brasile, e in Uruguay) in quegli anni. Io mi
ricordo di Hernando perche' e' lui che ho conosciuto (anche Lerner,
anche Rossella, anche Panella - ma loro hanno la memoria piu' lieve).
Que viva cientos anos Pinochet, che non tiri le cuoia adesso il vecchio
bastardo, che arrivi a farsi un bel po' di galera. Brindiamo a questo,
e alle ragazze e ai ragazzi che si schierarono contro di lui. Sono
rimasti tutti giovani e lievi, bruciati nei loro venti-venticinque
anni. Uccisi nella maniera piu' feroce: ma non dimenticati. Pensando a
loro, ad Allende sulla sua poltrona, ai ragazzi del Mir, a Hernando,
non resta neanche il tempo di disprezzare un po' quei funzionari di
polizia italiani incriminati in questi giorni per aver cercato di
essere, alla loro modesta maniera, dei piccoli Pinochet.
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Antimafia. Verra' adottati in tutta Europa il criterio italiano (legge
La Torre) del riutilizzo per fini sociali dei beni confiscati ai
mafiosi. E' un passo avanti importante nella "politicizzazione" (e
dunque popolarizzazione) della lotta ai poteri mafiosi e sono contento
che l'abbia proposto Claudio Fava.
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Il padrino. Il deputato regionale Ds Giovanni Villari a cinquant'anni
si converte e decide di farsi battezzare. Lo aiuta, in questo cammino
verso la fede, il consigliere spirituale del presidente della Regione.
Compiuto il percorso, l'ex "comunista" e' pronto al grande passo. Resta
da scegliere il padrino. Ed eccolo scelto: il presidente della Regione,
Salvatore Cuffaro.
Qualche tempo dopo Cuffaro, gia' inquisito, viene rinviato a giudizio
per fatti di mafia. Alla Regione i comunisti (quelli che si chiamano
ancora cosi') propongono una mozione di sfiducia. Perplessita' fra i
Ds. Villari si batte come un leone per evitare la mozione al suo
"padrino". Alla fine il Ds gli da' ragione: niente mozione. Ma ecco il
solito rompicoglioni Claudio Fava: in una infuocata assemblea, chiede
che il partito invece la mozione la firmi. Applausi dentro e fuori il
partito. Il segretario regionale Ds e' nei guai e non sa cosa fare. Per
fortuna arriva Fassino, che con un'abile manovra fa in modo che anche i
comunisti ritirino la mozione di sfiducia. L'abile manovra consiste nel
proporre una sfiducia "a rate": cioe' prima lanciare una raccolta di
firme tra la gente che sfiduci moralmente il governatore e poi...
poi... poi, casomai, la mozione di sfiducia vera e propria in Regione.
Ovviamente la raccolta di firme non e' mai partita e la mozione e'
sparita non si sa dove. Cosi' con grande soddisfazione di convertiti,
parrini e "padrini" tutto e' finito bene, a confetti e caffe'.
(m.r.)
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America 1. Istituito un superdirettore nazionale, con pieni poteri, di
tutti i servizi segreti del Paese. Dirigera' l'operato delle quindici
strutture federali di spionaggio e controspionaggio, con un budget a
partire da quaranta miliardi di dollari. Dipendera' direttamente dalla
Presidenza e nei suoi confronti non avra' vigore la maggior parte dei
controlli legali previsti per la Cia e l'Fbi. Tutto cio' nel quadro
della "lotta al terrorismo".
L'ultimo personaggio analogo in un paese democratico e occidentale,
anch'egli giustificato dalla "lotta al terrorismo" (in quel caso
trotzkista) si chiamava Lavrenti Berja ed e' stato istituito nel 1936.
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America 2. L'Ofac, un'agenzia governativa che si occupa di controllo
sui beni stranieri, ha reso noto che gli editori statunitensi che
pubblichino opere di autori cubani, sudanesi o iraniani (gli "Stati
canaglia") sono soggetti a sanzioni fino ad un milione di dollari di
multa e dieci anni di prigione. Contestualmente, si vieta ai cittadini
americani di scrivere libri o articoli insieme a cittadini dei paesi in
questione. I primi testi bloccati da questa legge sono un'antologia
della musica cubana e un'opera sulla prevenzione dei terremoti con la
partecipazione di geologi iraniani.
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America 3. Buona notizia: nel Kansas la Corte suprema ha definito
incostituzionale la pena di morte perche' viene comminata anche se le
prove pro e contro l'imputato sono equivalenti. Brutta notizia: allora
fino a questo momento se uno ti accusava di avere ammazzato Napoleone
nel dubbio t'impiccavano senza complimenti.
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Cerchiamo di lavorare con parole che durino. Ma lavoriamo da sempre
come se dovessero silenziarci domani.
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R. wrote:
< Sor ricca', in via Bargoni non c'e' Cuntrastamu... >
* * *
Giusto. In via Bargoni 5, a Roma, c'e' un'associazione antirrazzista,
la Score (a cui voglio bene, da cui il lapsus freudiano). "Cuntrastamu"
(associazione antimafia) invece sta in via Bertani 5, sempre a Roma e
sempre a Trastevere. Il sito di conseguenza e': www.bertanicinque.it.
La vecchiaia...
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Stefano wrote:
< "Milano. Vietate le magliette di Che Guevara alla Fiera...". Per
quello che mi riguarda, era ora. Mi sono stufato di vederlo trattato
come un marchio qualunque o come un qualsiasi gradevole prodotto di
grafica e basta. Vorrei non vedere piu' il volto di Che Guevara sulle
bandiere degli ultra' allo stadio (ma che c'entra?) e costringerei
Maradona alla cancellazione del tatuaggio con la carta vetrata (ma che
hanno in comune? Vabbe', l'Argentina, ma anche Evita o Videla,
allora...) La figura del rivoluzionario affascina (e questo posso
capirlo) ma quanti di questi che ne indossano la maglietta per
manierismo sinistroide ne hanno letto gli scritti? >
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Rudy wrote:
< Premetto che a tutti piacerebbe difendere la causa di una persona
simpatica, per la quale sia facile suscitare la commozione popolare, la
simpatia delle masse. Difendere gli impresentabili, gli antipatici,
difendere gli indifendibili, ecco, questa e' materia per persone dotate
di palle fredde, anche se poi, la mia persona la difendo troppo poco...
da buon cristiano-cattolico, porgo l'altra guancia... e... quasi spesso
il buon dio provvede. Il TAR del Lazio ha deciso di annullare un
provvedimento bislacco, che puniva un gruppo di persone solo in virtu'
della loro appartenenza ad un determinato gruppo religioso. I decreti
di espulsione emessi nei confronti di tutti i mussulmani sono di una
poverta' desolante, lo dico a ragion veduta, dato che insieme ad altri
ho deciso di difendere l'imam di Carmagnola.
Quando con la mia associazione, la Score, abbiamo deciso di difendere
Mamour Fall (imam pittoresco di Carmagnola) ed il suo diritto a dire
qualsiasi cosa gli passasse per la mente, come la costituzione
garantisce, sapevamo che non sarebbe stato facile. Ma a noi le cose
facili non sono mai piaciute (come i 28 pakistani di Napoli,
incarcerati e poi assolti). Per il ministro Pisanu e' stato a mostrare
i muscoli mediatici prendendosela con un gruppo di immigrati, che sono
per antonomasia le persone con meno diritti in questo paese. Per
dimostrare che il governo "faceva qualcosa" contro il terrorismo, oltre
ovviamente a fiancheggiare gli Usa nella guerra stupida ed offensiva
che conducono in Iraq.
Quello che mi risulta quasi inspiegabile sono alcuni esponenti della
comunita' islamica, preoccupati di sembrare piu' realisti del re, o
piu' ministri del ministro. Mi ricordano la storiella di quelli ai
quali mostri la luna con un dito e loro ti dicono che la tua unghia e'
sporca.
Ringraziate che qualcuno l'unghia se la sia sporcata perche' vedete, se
non siamo capaci di difendere i cattivi, chi difendera' i buoni quando
gli occhi malevoli di un qualsiasi potere esercitato malamente si
poseranno su di loro?
Personalmente credo che la questione della liberta' andrebbe vissuta in
maniera altruista: la mia liberta' esiste fino a quando io garantiro'
la tua liberta'. Liberta' di pensare anche quello che tu non vuoi. E,
perche' no? tutte le altre possibili varianti della liberta'
d'espressione, quella di Mamour Fall compresa >
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Rosa Pia wrote:
< Posso dire una piccolissima cosa a proposito dei presepi a scuola? Le
maestre che si sono pronunciate contro e hanno proposto - pare - di
sostituirli con la recita della storia di Cappuccetto Rosso, hanno
sbagliato. Ma - guarda un po' - improvvisamente si e' scatenato il
dibattito, o forse il monobattito! Insetti nocivi, servi, basabanchi,
bulimici, poligami... tutti a difendere nostro Signore e le radici
cristiane dell'Europa. Era meglio parlare e straparlare di questo,
piuttosto che di certi processi.
Ma quali radici cristiane! Guardiamoci intorno. Stiamo partecipando
all'assassinio di cinque milioni di bambini ogni anno, usando armi di
distruzione di massa: guerre, fame, impoverimento, furto continuato di
tutte le ricchezze possibili, disastri ambientali, mine, vendita di
armi, morte per annegamento di gente in fuga... Il Tipo che vogliamo
appendere straziato nelle nostre aule scolastiche lascio' detto:
"Quello che avrete fatto al piu' piccolo dei miei fratelli, l'avrete
fatto a me." E quanto alle radici: "L'albero si conosce dai frutti... "
Evidentemente, di queste parole non importa molto neanche al cardinal
Ruini. Sia ben chiaro che cerco di essere cristiana e che la presenza
del crocefisso non mi disturba, anzi >
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Alessandro wrote:
< Leggo sul Mercantile che un uomo e' stato denunciato a Genova per
guida in stato di ebbrezza e vilipendio dello Stato. Niente da dire
sull'ebbrezza: guidare ubriachi e' pericoloso. Quanto al vilipendio,
l'uomo avrebbe affermato: "l'Italia e' un paese di fascisti". Questo e'
vero, la maggioranza relativa degli italiani li ha mandati al governo,
chi per virile machismo, chi per fanciullesca inconsapevolezza, chi per
sua convenienza. Non e' il guidatore ubriaco che ha vilipeso lo Stato.
Vilipende lo Stato chi convive con mafia e fascisti, chi infrange la
Costituzione, chi corrompe, e tutti quelli che beatamente approvano >
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Pierfrancesco wrote:
< Caro R., l'analisi che fai su Napoli sembra un po' troppo
semplicistica. Ti ritengo una fonte autorevole in quanto a conoscenza
del fenomeno mafioso ed in quanto tale mi aspetto sempre il massimo
dalle tue analisi. Io, purtroppo, ne so pure abbastanza e non solo per
averne studiato, ma in quanto siciliano ed in piu' militante di un
centro sociale catanese vittima numerose volte degli assalti da parte
di gente vicina alla mafia e con tecniche decisamente mafiose. Ho anche
vissuto a Napoli per svariato tempo. Anche secondo me la poverta' non
e' una giustificazione, pero' penso che quello che spinge la gente nei
quartieri popolari a comportarsi come dici, e' piu una cultura
dell'antistato che una cultura o sottocultura con modalita' fasciste.
Napoli e' la citta' di Masaniello, la citta' dove la polizia una volta
mi suono' mentre ero fermo con il motorino ad un semaforo rosso, mi
fermo' e mi perquisi'. Quando chiesi perche', mi dissero che si erano
insospettiti dal fatto che ero fermo al semaforo, quindi forse avevo
qualcosa da nascondere. Purtroppo, in tutta questa logica i camorristi
sono l'alternativa allo stato, a quello stato che non c'e' e che non
da' lavoro. Se vuoi e' una forma di rivoluzione, vista dagli occhi dei
collaboratori della camorra. In parole povere secondo me il problema
alla base di tali comportamenti e' piu' l'ignoranza che una cultura di
destra, e anche questa non e' una cosciente presa di posizione
politica, ma l'unica cosa a portata di mano. Pigri e vigliacchi si' se
vuoi, ma fascisti...non direi >
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Giancarlo wrote:
< In un'intervista a La Repubblica l'assessore dei Servizi Sociali al
Comune di Milano, Tiziana Maiolo, ha dato una ulteriore dimostrazione
dell'alto livello di contenuti umanitari che pervade la maggioranza di
centro-destra ovunque abbia la possibilita' di esprimere le sue
opinioni. Dall'intervista: "Per la ragazza dobbiamo avere il massimo
della pieta' ma non pietismo. Non era ignuda, era vestita come noi,
come mia figlia. Non cercava di vestirsi, ma rubava i vestiti della
Caritas". Fortunatamente non ha aggiunto che la morte era in una
qualche misura una giusta punizione divina.
Ogni commento e' superfluo ma voglio aggiungere due cose:
1) se l'impoverimento costante che ci sta aggredendo per precise scelte
politiche ed economiche mi portera' a non sapere come sfamare la mia
famiglia e me stesso, mi sentiro' autorizzato a rubare, o meglio a
riprendermi, quanto mi e' stato tolto da questa accolita di lestofanti.
2) ci libereremo mai di queste persone? io penso di no se non
obbligheremo i nostri politici a porsi una regolamentazione etica sui
candidati. Anche la signora Maiolo ha un percorso politico invidiabile:
da Rifondazione a Forza Italia - galleggera' sempre >
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Da un lettore:

Magnificat in dialetto mantovano

< L'anima mia la sgulusa par al Signur
E al me coer al bala e al canta par al Salvatur!

Parche' lu l'ha varda' in zo,
l'ha varda' mi c'ha sun la su serva
e d'ades in avanti da na generziun a cl'altra
tuti im ciamara' beata.

Dli gran robi l'ha fat par mi
Lu cal peul tut quel cal veul:
par forsa! Lu l'e' Sant e Lu l'e' bun
cun tuti quei c'il ciama cun devusiun.

L'ha fat vedar i muscui di su brass
a quei ch'is cardea atsi' gaiard
e i furub in saeva pu cusa strulicar:
l'ha sbati' zo dla scragna quei che sicur i stava senta'
e ai poaret un post al gl'ha cata':
chi magna tuti quei c'ha ga fam
e via i siur, cun gnint in man!

Al ga vuli' ben propria agli Ebrei
e gli ha trata' come i su putei:
dal rest al l'eva dit ai nostra vec
cuminciand da Abramo fin ades.

Gloria a Dio, cl'e' nostar Padar,
a Gesu' Crist cl'e' su Fiol
e al Ben Sant ch'is vol!
Ier, inco e dman
sem sempar in dli su man >

________________________________________

AntonellaConsoli wrote:

Bianco e nero

< Sette le note
nove i colori.
È' in bianco e nero
che ho dipinto parole >

* * *

Grazie

< Sono le tre della mia vita,
la lumaca lascia viali lunari.
Io non so,
ma so
che loro continueranno a cantare
e sono felice >

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