Comunicato ufficiale della campagna W Nairobi W! – luglio 2005
Nel marzo 2004 più di 300.000 persone vengono minacciate dal governo keniano di sgombero forzato: l’abbattimento delle baracche inizia secondo un piano di riurbanizzazione violento e senza alternative.
Un coordinamento Kenya-Italia si articola ed in poco tempo pervengono più di 6000 e-mail di denuncia al governo keniano, al municipio di Nairobi, a UN-Habitat ed altri riferimenti coinvolti. Grazie al coinvolgimento degli abitanti delle baraccopoli, di alcune ambasciate, ONG e chiese, e anche a questa iniziativa, che fa sentire il peso della mobilitazione internazionale inserita nella campagna globale Sfratti Zero, le demolizioni e gli sfratti forzati si interrompono. E’ una prima vittoria!
Dal blocco degli sgomberi si è passati ad una Campagna per la conversione del debito da parte dell'Italia verso il Kenya: soldi che dovrebbero essere destinati ad offrire una migliore sistemazione ai baraccati.
La Campagna si è pertanto costituita come una vero movimento perché Nairobi Viva.
W Nairobi W è composta da:
· Kutoka Parish Network, rete di parrocchie della città di Nairobi con la partecipazione diretta dei missionari comboniani e dei missionari della Consolata (E-mail: combonikario@clubinternetk.com );
· Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani in Italia (E-mail: gimpadova@giovaniemissione.it );
· International Alliance of Inhabitans (E-mail: info@habitants.org );
· Associazione Tam Tam per Korogocho (E-mail: tamtamperkorogocho@virgilio.it ).
Ottenuto il risultato del blocco degli sgomberi, WNW lancia un nuovo appello che si prefigge l’obiettivo di incidere sui nodi strutturali che riducono la gente nelle baraccopoli: la regolarizzazione e la redistribuzione della terra, in parallelo a piani di miglioramento abitativo e urbanistico.
Si intende ottenere questo risultato collegandolo alla conversione del ‘debito’ estero del Kenya: una azione di giustizia vincolata da un controllo plurale e partecipato dei soldi che si libererebbero.
Gli strumenti che la campagna propone per questo obiettivo sono:
· la creazione di un Fondo popolare per la terra e la casa: ci sono parecchie esperienze a riguardo;
· la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, in primis la popolazione delle baraccopoli;
· la realizzazione entro la fine dell’anno 2005 un incontro tra rappresentanti del governo keniano, italiano e di altri governi ‘creditori’, la municipalità di Nairobi, le comunità religiose coinvolte, la rappresentanza popolare e WNW. Tale incontro si svolga a Nairobi, promosso e coordinato da UN-Habitat.
La campagna ha finora agito per:
· una continua coscientizzazione e formazione sia in Kenya che all’estero: in Italia e all’estero circolano da mesi una mostra fotografica, libri e video sull’emergenza dello sfratto, testimoni invitati ad incontri pubblici, cartoline di pressione sul Ministero del Tesoro e sulla Conferenza Episcopale Italiana (stampate 150.000, quasi tutte esaurite), articoli e servizi sui vari quotidiani e settimanali importanti, trasmissioni radio e interviste televisive, pubblicazione su oltre 10.000 pagine web, tra cui i principali siti del movimento altermondialista; con questi strumenti WNW incontra direttamente centinaia di migliaia di persone e virtualmente molte di più.
In Kenya si realizzano mostre, manifestazioni ed eventi sul debito, teatro popolare, trasmissioni radio e video, interventi su giornali locali, attività sportive incentrate sul tema del debito. Anche la Commissione Episcopale Keniana interviene con una lettera pubblica contro il debito.
· stringere rapporti con le istituzioni: parecchi comuni ed enti locali appoggiano la campagna, anche con delibere ufficiali; c’è la disponibilità a partecipare anche economicamente alla costituzione di un fondo misto per la riurbanizzazione di Nairobi. L’Unione delle Province Italiane aderisce ufficialmente alla campagna e varie Province (Venezia è capofila) lo stanno facendo in questi giorni. Sono coinvolte la Rete dei Comuni Solidali e la stessa ANCI.
Per la forza della pressione popolare, la campagna coinvolge direttamente la chiesa italiana e si stringe la collaborazione con la Fondazione Giustizia e Solidarietà. Inoltre, i referenti, si sono incontrati con il dott. Di Muzio, della Direzione Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ministero Affari Esteri),al quale è stato chiesto di prendere contatto con il governo del Kenya per favorire il processo di conversione dei crediti italiani nei confronti del Kenya; il ministro Spinedi, responsabile del Dipartimento Debito Estero, a cui si è chiesto di definire modalità e strumenti atti a favorire la conversione del debito keniano; ambasciatore italiano in Kenya De Maio a cui si è chiesto di sollecitare i diversi soggetti coinvolti al fine di avviare un tavolo di discussione che pervenga a risultati operativi.
Ci attendiamo da parte:
dell’ambasciatore italiano in Kenya un’azione politica, che parta dalla preparazione congiunta dell’incontro di fine anno tra tutte le istituzioni e le comunità coinvolte; auspichiamo che favorisca un processo di risanamento di una o due baraccopoli in un terreno di proprietà dello Stato, attraverso la cessione della titolarità della terra alle comunità interessate, come primo processo della conversione del debito del Kenya con l’Italia. Questa azione è intesa come sperimentazione di un processo più ampio, che implica la conversione del debito da parte degli altri paesi creditori e una conseguente riurbanizzazione a partire dal riconoscimento del diritto alla casa dei più poveri di Nairobi.
Del governo italiano nella persona del Ministro Spinedi, responsabile del Dipartimento Debito Estero che con decisione sia applicata la legge 209/00, che afferma: “i crediti vantati dall’Italia (…) sono annullati”.
La legge riguarda i paesi a basso reddito, e fra questi è compreso il Kenya. Anche i vincoli posti dal regolamento di attuazione (riguardanti un’intesa tra i Paesi creditori partecipanti al Club di Parigi) sono rispettati, nel caso del Kenya.
Del governo del Kenya una moratoria di cinque anni sulle demolizioni e sugli sgomberi forzati.
La campagna WNW si sente pienamente integrata nel grande movimento per la conversione del debito. In particolare appoggiamo la rete dei movimenti keniani, che sollecitano il loro governo perché chieda la conversione totale del suo debito. WNW sta mostrando al movimento contro il debito una pista efficace, delimitata, controllabile e concreta di conversione del debito in politiche sociali partecipate.
Rilanciamo con forza la campagna W Nairobi W! in Italia: la coscientizzazione e l’adesione degli enti locali e associazioni continuerà finché non ci saranno risultati credibili.
Tutti i passi di WNW sono documentati su www.giovaniemissione.it e www.habitants.org

Sociale.network
#spesemilitari #sondaggi
Italia: la maggioranza (57 per cento) si è dichiarata "in parte" o "fortemente" contraria all'aumento delle spese militari.
#Ucraina #UK
Il Regno Unito ha trasferito ulteriori missili da crociera #StormShadow all'#Ucraina, aumentando la capacità di attacco a lungo raggio contro obiettivi in profondità nella #Russia, ha riferito #Bloomberg il 3 novembre, citando fonti anonime.
https://kyivindependent.com/uk-supplies-ukraine-with-additional-storm-shadow-missiles-for-deep-strikes-into-russia-bloomberg-reports/
#Sudan
Ormai sono numerose le prove (riportate da ricerche, esperti ONU, da inchieste di media internazionali come Reuters, BBC, Associated Press, da ONG) che sottolineano con estrema chiarezza il sostegno diretto degli Emirati Arabi Uniti alle Rapid Support Forces (#RSF). Cioè alla milizia che sta devastando il Sudan con attacchi a civili, a infrastrutture di base, ai convogli di aiuti umanitari e che sta anche utilizzando la fame come arma di guerra.
https://retepacedisarmo.org/2025/rete-pace-disarmo-stop-armi-italiane-agli-emirati-arabi-basta-complicita-con-chi-alimenta-guerra-in-sudan/
"Aumentate i salari, non le #spesemilitari". A #Milano, un migliaio in piazza contro la #guerra
https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/05/salari-spese-militari-protesta-piazza-milano-guerra/8185144/
#cappellanimilitari
#4Novembre – Mons. Saba: “Scrigno prezioso che custodisce il generoso impegno di sacerdoti, religiosi e religiose” – Ordinariato Militare per l'Italia
https://www.ordinariatomilitare.it/2025/11/04/4-novembre-mons-saba-scrigno-prezioso-che-custodisce-il-generoso-impegno-di-sacerdoti-religiosi-e-religiose/
#cappellanimilitari
Pusillanime a chi?
L'opinione di don Renato Sacco
Commento all’intervento dell’ordinario militare sul #4novembre.
“Il cristiano non è un pusillanime, non indietreggia di fronte alle sfide della storia, non evade dalla condizione del proprio tempo indossando maschere artificiose”. Mi hanno molto colpito le parole del Vescovo ordinario Militare, riportate dal SIR, in occasione del 4 novembre. Leggi tutto in: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/l-opinione-di/5475-pusillanime-a-chi
La radiotelevisione svizzera racconta con un po' più di libertà la realtà a #Pokrovsk. E la notevole distanza fra l'#Ucraina della #propaganda e quella drammatica di soldati intrappolati in una zona di morte.
#Ucraina #Pokrovsk
Kiev continua a mettere in rilievo la tenace resistenza delle sue truppe, ma ora ci sono pesanti timori che un eventuale ritiro dalle aree particolarmente sotto attacco possa rivelarsi già tardivo. Come avvenuto in passato in altre zone, con esito drammatico per i soldati.
https://www.rsi.ch/info/mondo/Si-complica-per-l%E2%80%99Ucraina-la-situazione-a-Pokrovsk-e-Kupyansk--3257138.html
#Ucraina #Russia
#Putin ha firmato una legge che prevede la possibilità di chiamare i cittadini riservisti volontari delle forze armate per partecipare a "esercitazioni speciali per proteggere le strutture critiche", che comprendono "infrastrutture energetiche e di trasporto", comprese #raffinerie di petrolio. Lo riportano le agenzie russe Tass e Interfax, secondo cui la norma "non prevede la loro coscrizione al servizio militare" e "non si parla di mobilitazione".
Tgcom24
Il Cremlino ha accusato Kiev di avere respinto la proposta russa di fare accedere #giornalisti stranieri alle aree di #Pokrovsk e #Kupyansk per nascondere "la difficile situazione" delle sue truppe in queste località, dove Mosca afferma che i soldati ucraini sono circondati. "L'interesse è molto grande - ha detto il portavoce, Dmitry #Peskov, citato dall'agenzia Interfax -. Sappiamo che un gran numero di giornalisti occidentali vorrebbe andarci".
Tgcom24
#Ucraina, #Bild: i russi hanno preso l'80% della città di #Pokrovsk
L'esercito ucraino avrebbe perso l'80% della città di Pokrovsk, secondo quanto rilevato dal quotidiano tedesco Bild dopo aver parlato con soldati e ufficiali ucraini al fronte. Il giornale tedesco ha rilevato oggi che un soldato di stanza vicino a Pokrovsk ha dichiarato che "la situazione è estremamente grave".
Tgcom24
Possiamo avere i dettagli di queste operazioni della #Russia?
L'infografica è stata pubblicata su Tgcom24 ed è frutto dell'agenzia WITHUB che così si presenta:
"WITHUB è un aggregatore di eccellenze al servizio della trasformazione e valorizzazione dei contenuti.
Questa capacità è garantita dalla combinazione unica di expertise nei seguenti ambiti: Giornalisti, Grafici, infografici, videografici, Data Jounalist,
Data Analyst".
Troppe domande su #Gaza, giornalista licenziato - Articolo21
https://www.articolo21.org/2025/11/troppe-domande-su-gaza-giornalista-licenziato/
Terzo step della procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Secondo step della procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Ed ecco la procedura attivata per richiedere a #Facebook una revisione del proprio comportamento sul post #pacifista sul #4novembre
Ecco come #Facebook reagisce alla pubblicazione di un post sul #4novembre