La corte internazionale di giustizia emetterà il suo parere consultivo il giorno 9 luglio, e la campagna palestinese contro il muro dell'apartheid vi sollecita a manifestare a sostegno delle dimostrazioni che avranno luogo in Palestina e a sottolineare l'importanza di questa data conferendole appieno tutto il suo significato politico.
Per favore, informateci delle azioni che intendete realizzare in modo da rendere più facile il coordinamento.
Abbasso il Muro dell'Apartheid!
Palestina libera!
Maren Karlitzky
(PENGON - Campagna contro il muro dell'apartheid, sezione europea)
europe@stopthewall.org
http://www.stopthewall.org
telefono:
+39.3473479329
9 e 10 luglio: Giornate dell'azione «Vogliamo giustizia per la Palestina, ora!»
Questo muro condannerà un'intera popolazione alla detenzione in una sorta di prigioni all'aria aperta, impedendo la libera circolazione delle persone e soffocando ogni forma di economia produttiva:
-
il muro minaccia le condizioni di vita e l'esistenza di più di 300.000 palestinesi che ne risulteranno separati dai loro campi, risorse, famiglie, scuole, centri di salute e mezzi di sussistenza, imponendo condizioni tali da costringere la popolazione locale ad abbandonare città e villaggi e ad incorporarsi al numero sempre crescente dei profughi;
-
il muro confisca illegalmente campi, preziose falde acquifere sotterranee e altre risorse fondamentali;
-
il muro costituisce chiaramente la continuazione della politica di apartheid razzista perseguita da Israele con l'annessione di terre, lo spossessamento e l'espulsione della popolazione palestinese;
-
il muro cancellerà qualsiasi prospettiva viabile per una soluzione che comporti due stati per due popoli, e rinchiuderà i palestinesi in ghetti o bantustan sparpagliati per tutta la Palestina storica, imponendo un sistema di apartheid su vasta scala.
Fin dall'inizio della costruzione del muro, nel giugno 2002, i palestinesi
hanno protestato contro questa misura e organizzazioni internazionali hanno
ripetutamente sottolineato i molti modi in cui questo muro viola la normativa
sui diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Nell'ottobre 2003
l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato la risoluzione ES 10/13
che imponeva a Israele di interrompere la costruzione del muro e di demolire
i tratti già edificati entro un mese. Israele si è rifiutato di obbedire alla
risoluzione, così come ha fatto con tutte le altre risoluzioni Onu riguardanti
i diritti del popolo palestinese. Ciononostante le continue pressioni palestinese,
sostenute dalla censura internazionale, l'8 dicembre 2003 hanno spinto l'assemblea
generale delle Nazioni Unite a votare un'altra risoluzione nella quale si
chiedeva alla corte internazionale di giustizia dell'Aja di proferire un parere
consultivo sulla «legalità» del muro. E sempre all'Aja si sono tenute le audizioni
preliminari, nel mese di febbraio del 2004. Il 9 luglio, alle ore 15.00, questo
parere consultivo verrà reso pubblico.
L'importanza dei pareri della corte internazionale è notoria. Un suo parere
positivo potrebbe essere determinante. Nel 1971, quando la corte internazionale
emise un parere negativo sull'occupazione della Namibia da parte del Sudafrica,
la comunità internazionale impose sanzioni allo stato dell'apartheid. Il conseguente
isolamento internazionale, le sanzioni economiche e le pressioni diplomatiche
furono di sostegno al movimento anti-apartheid sudafricano nella sua lotta
contro un regime razzista e colonialista, e contribuirono a mettere fine all'apartheid
in Sudafrica.
L'emissione di un parere consultivo della corte internazionale dell'Aja è
non solo un'occasione importante per valutare quando la comunità internazionale
sia pronta ad assumersi qualche responsabilità nei confronti della situazione
palestinese, ma è anche il momento opportuno per far conoscere al mondo i
devastanti effetti della costruzione del muro e le motivazioni razziste e
colonialiste che vi stanno dietro, e per avviare nuove attività tese alla
distruzione del muro stesso. Dobbiamo impegnarci sempre di più in uno sforzo
determinato, coordinato e guidato dai palestinesi stessi per vedere nell'abbattimento
del muro il primo passo per mettere fine all'occupazione e all'apartheid voluti
da Israele.
Il 9 luglio è quindi una data cruciale, e le implicazioni politiche della
decisione della corte internazionale - qualsiasi ne sarà il contenuto - potrebbero
aiutarci a far risuonare forte e chiara la voce dei palestinesi presso l'opinione
pubblica mondiale.
La comunità internazionale ha la responsabilità di prendere in considerazione
le conseguenze non solo legali, ma anche politiche di un'eventuale pronunciamento
della corte internazionale. Facciamo appello a tutti coloro che hanno a cuore
la pace e a tutti gli amici della Palestina perché si mobilitino in solidarietà
alla nostra lotta contro il muro dell'apartheid e l'occupazione israeliana.
La capillare campagna palestinese contro il muro dell'apartheid chiede azioni
immediate - che le nazioni sanzionino e boicottino il regime dell'apartheid
israeliano fino alla caduta del muro, e finché Israele non si sottometterà
al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'Onu.
ORGANIZZIAMO GIORNATE DI MOBILITAZIONE IL 9 E IL 10 LUGLIO
Portiamo nelle piazze e facciamo ascoltare la voce delle comunità palestinesi danneggiate che resistono al muro e della campagna palestinese contro il muro dell'apartheid:
-
abbattere il muro dell'apartheid!
-
stop all'occupazione!
-
sanzioniamo e boicottiamo il regime dell'apartheid in Israele!
-
giustizia per la Palestina!
Vi sollecitiamo a sostenere i nostri sforzi e a far udire la nostra voce:
scendete in strada, organizzate iniziative di protesta e di controinformazione.
Distribuite i nostri materiali stampa; utilizzate i media indipendenti, quelli
di pressione e anche i media principali del vostro paese per dare la massima
diffusione al parere della corte internazionale riportando anche il punto
di vista dei palestinesi, i dati sulla costruzione del muro, la resistenza
dei palestinesi contro lo stesso e la solidarietà internazionale con la loro
lotta.
Grazie per il vostro sostegno!
Palestinian Grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign
Allegati
9 e 10 luglio: Giornate dell'azione «Vogliamo giustizia per la Palestina, ora!»
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#Ucraina #UE
La giurisprudenza internazionale (es. Nicaragua v. United States) e discussioni successive mostrano che per attribuire le azioni militari a uno Stato serve un grado elevato di controllo o direzione operativa; ma gli standard e la loro applicazione sono complessi e dipendono dai fatti. In pratica: più diretto e specifico è il ruolo (es. controllo in tempo reale dei sistemi d’arma, designazione di bersagli), più probabile è che si consideri lo Stato coinvolto direttamente.
Se uno Stato europeo si limita a fornire armi all’#Ucraina o consulenza generica, non diventa automaticamente cobelligerante. Ma se fornisce assistenza diretta, attiva e specifica al punto da contribuire materialmente a singoli attacchi (p. es. controllo remoto dei sistemi di puntamento, designazione dei bersagli, invio di operatori che eseguono il tiro o dirigono il lancio), questo può far sorgere una diversa responsabilità e far sì che quello Stato sia considerato cobelligerante.
La #Russia ha dichiarato che potrebbe colpire le basi militari europee che fornissero all’#Ucraina missili #Tomahawk. Secondo quanto riportato da #Reuters il 29 settembre 2025, il Cremlino ha avvertito che l'eventuale fornitura di missili da crociera Tomahawk all'Ucraina potrebbe comportare un'escalation significativa del conflitto, mettendo a rischio anche la sicurezza delle basi europee coinvolte nella transazione.
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L’ingresso di nuovi partner appare problematico per la delicata architettura giuridica e industriale del programma. A differenza del consorzio #FCAS — rallentato da tensioni tra #Dassault e #Airbus per il controllo della proprietà intellettuale e la distribuzione dei carichi di lavoro — il #GCAP ha mantenuto una governance agile. L’inserimento di un nuovo attore comporterebbe ritardi e rinegoziazioni su sicurezza informatica e con potenziali sui vincoli geopolitici.
https://www.mobilitafutura.eu/aria/gcap-il-programma-anglo-italo-giapponese-per-il-caccia-di-sesta-generazione-si-chiude-a-nuovi-ingressi/37197/
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https://it.marketscreener.com/notizie/leonardo-entra-nel-consorzio-g2e-per-lo-sviluppo-del-caccia-gcap-ce7d59dfd08ff527