Palestina

L'omicidio eccellente che scuote Gaza

Il generale Jad Tayeh, destinato a prendere la guida dei servizi di intelligence palestinesi, è stato assasinato da un commando di uomini armati poco lontano dalla casa del premier Haniyeh. Sull'omicidio l'ombra di movimenti sospetti di alti esponenti dell'Anp
17 settembre 2006
Michele Giorgio
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

È con ogni probabilità collegato all'attentato della scorsa primavera a Tareq Abu Rajab, capo dell'intelligence generale palestinese (Igp), l'assassinio di Jad Tayeh e di quattro uomini della sua scorta, compiuto venerdì da alcuni uomini armati non identificati a Gaza city. Tayeh, un generale, infatti era destinato - hanno detto al manifestofonti ben informate - a prendere il posto di Abu Rajab, rimasto gravemente ferito nell'esplosione dell'ascensore in cui si trovava nella sede dei servizi dell'Igp, e non in grado di riprendere il suo incarico. Negli ultimi mesi Tayeh aveva visto crescere il suo ruolo e si era avvicinato molto al presidente Abu Mazen, scavalcando, hanno spiegato le fonti, i comandanti della sicurezza preventiva (il servizio di intelligence più potente e ramificato dell'Anp), notoriamente legati all'uomo forte di Gaza, l'ex ministro Mohammed Dahlan. Non solo ma Abu Mazen lo aveva nominato capo del Coordinamento internazionale dei servizi di intelligence, con il mandato di scegliere gli attaché smilitari presso le sedi diplomatiche dell'Anp all'estero che mantengono strette relazioni di sicurezza con i governi locali.
Secondo una ricostruzione dell'accaduto, gli assassini, a bordo di un'auto sportiva, hanno aperto il fuoco contro l'Audi grigia su cui viaggiava Tayeh insieme alla scorta, non lontano dall'abitazione del primo ministro Ismail Haniyeh, di Hamas, che da parte sua ha definito l'agguato un tentativo per far saltare i negoziati tra al Fatah - il partito di Abu Mazen - e il movimento islamico per la formazione di un governo di unità nazionale. I motivi tuttavia appaiono altri e, forse, sono contenuti nella piccola valigia che Tayeh stringeva tra le sue mani al momento della sparatoria e che gli uomini del commando hanno preso e portato via. Tayeh forse era venuto a conoscenza - grazie ad informazioni raccolte all'estero - di movimenti segreti di importanti esponenti dell'Anp (di carattere anche finanziario e non solo politico) all'insaputa della presidenza e del governo. Qualcuno evidentemente ha deciso che quei segreti erano troppo scottanti. Non può tuttavia essere esclusa la pista di una vendetta dei Comitati di resistenza popolare, poiché l'assassinato era coinvolto, secondo molti, nella eliminazione del loro leader Abu Yusef Abu Qoqa, dilaniato alla fine di marzo da una misteriosa esplosione a Gaza city attribuita ai servizi segreti palestinesi.
Intanto si diffondono notizie e indiscrezioni contraddittorie sulle trattative tra israeliani e palestinesi riguardanti uno scambio tra il caporale Ghilad Shalit, catturato da militanti armati dell'Intifada lo scorso 25 giugno, e alcune centinaia di detenuti politici palestinesi. Oggi dopo l'annuncio fatto dal quotidiano saudita Okaz sulla probabile consegna, già oggi, di Shalit alle autorità egiziane - in cambio della scarcerazione in due fasi di 740 prigionieri palestinesi - è giunta la smentita di Osama Muzni, un dirigente del movimento islamico. Poco prima però era stato lo stesso premier di Hamas, Ismail Haniyeh, ad affermare di aver registrato «movimento intenso» nella trattativa per la liberazione di Shalit. Il quotidiano israeliano Yediot Ahronotha riferito da parte sua che la liberazione di Shalit potrebbe avvenire per il Capodanno ebraico, tra qualche giorno, che quest'anno coincide con l'inizio del mese sacro islamico del Ramadan. Secondo alcuni dietro questo susseguirsi di indiscrezioni e smentite ci sarebbero anche differenze esplose all'interno di Hamas, tra i sostenitori del coinvolgimento egiziano negli sforzi di mediazione, in prevalenza i leader islamici locali, e coloro che appoggiano il ruolo siriano nella vicenda, in gran parte legati a Khaled Mashaal, la guida suprema di Hamas in esilio a Damasco. Il movimento islamico attende inoltre per la liberazione di Shalit, la scarcerazione dei suoi ministri e deputati arrestati da Israele in queste ultime settimane e che dovevano essere rimessi in libertà nelle prossime ore. Un ricorso alla Corte Suprema israeliana ha però congelato l'intera vicenda.

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