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    3 marzo 2025 - Sandro Ciani* (Mondo Senza Guerre e Senza Violenza)

Se ripristineranno il blocco stradale, noi ritorneremo e lo toglieremo nuovamente

La restrizione illegale al movimento e l'ingiusta occupazione della Palestina prendono la forma di colonie (insediamenti) illegali, check points militari, staccionate, cancelli, blocchi stradali e all'estremo, nella costruzione del muro dell'apartheid che flagrantemente ignora i confini ante 1967.
Mona Lisa, Olof, Hussein (Ism)
Fonte: International Solidarity Movement - www.palsolidarity.org - 02 settembre 2003

Nablus, Territori palestinesi occupati

Via Jamal Abdel Nasser è una delle strade più importanti della città di Nablus poiché è l'arteria che connette la parte orientale ed occidentale della stessa. Le forze di occupazione israeliane hanno bloccato questa strada con intransitabili mucchi di terra, blocchi di cemento e detriti posti a caso in mezzo alla carreggiata. Le forze di occupazione israeliane hanno creato questo paralizzante blocco stradale quale parte delle loro operazioni durante l'invasione di Nablus nell'aprile del 2003.

La comunità locale ha organizzato una dimostrazione sei mesi fa per rimuovere il blocco stradale. Sono riusciti a rimuoverne una parte sufficiente a permettere al traffico di passare, ma una settimana dopo le forze di occupazione israeliane lo hanno richiuso nuovamente, riamucchiando terra e detriti, ed aggiungendo grandi solchi scavati nel centro della carreggiata.

Prima dell'aprile del 2002 via Nasser supportava una varietà di attività ordinarie urbane. C'è un grande campo giochi per bambini nelle vicinanze, centinaia di persone lavoravano nell'edificio dell'Autorità Palestinese e con il commercio locale che si praticava nella strada. Dopo che le forze di occupazione israeliane hanno costruito questo paralizzante blocco stradale ed hanno iniziato a sparare colpi di proiettile contro la comunità dalla cima della sovrastante collina dove adesso si trova una loro base di cecchini, la normale attività su via Nasser è cessata. A seguito dell'invasione i carri armati israeliani hanno usato la strada all'esterno dei negozi quale check point temporaneo per più di 112 giorni durante il coprifuoco su tutta la città imposto sulla comunità da parte delle forze di occupazione israeliane. Quale insulto aggiuntivo, le forze di occupazione israeliane hanno tentato di chiudere il percorso alternativo al traffico, via Amman, con un cancello di ferro. Nel dicembre del 2002, la comunità locale si è nuovamente radunata per rimuovere il cancello durante una dimostrazione non violenta per protestare contro l'occupazione illegale della loro città e della loro nazione. Secondo un negoziante locale, il sig. Sa'id, cinque negozi hanno chiuso nell'ultimo anno a causa del blocco stradale. Il sig. Sa'id afferma che ha perso quasi totalmente i suoi affari di un tempo e che avrà difficoltà per ripagare i prestiti richiesti alle banche per il suo commercio. Se non ci saranno cambiamenti, la sua attuale impresa non sopravviverà per più di un mese. Secondo il sig. Sa'id "Gli affari miglioreranno un po' alla volta se verrà tolto il blocco stradale, ed io potrei ricominciare con i miei progetti per un coffeshop".

"Mia figlia di 24 anni è morta perché l'ambulanza non ha potuto raggiungerla per più di 4 ore a causa del blocco stradale e del check point" dice una donna che vive nella strada. A seguito della perdita di sua figlia, suo figlio di 28 anni si è ammalato e la famiglia ha nuovamente chiamato un'ambulanza. Di nuovo le forze di occupazione israeliane non hanno permesso accesso immediato all'ambulanza ed il figlio è morto a causa di un attacco cardiaco.

Jarir, un paramedico dell'Union of Palestinian Medical Relief Commitees ha raccontato molte storie concernenti la sofferenza dei lavoratori in campo medico causata dai blocchi stradali militari e dai check points israeliani. "Molte volte ci hanno fermato per più di 4 o 5 ore anche se era evidente che c'erano solo pazienti dentro le ambulanze". Durante un'invasione, mentre tentava di portare cibo, medicine e pappa per i neonati, i soldati hanno fermato Jarir ed altri tre volontari della città vecchia di Nablus. Sono stati ammanettati e portati in una casa occupata come ostaggi per più di 15 ore prima di essere portati alla base militare israeliana di Huwarra per essere interrogati. I soldati non li hanno rilasciati fino al mattino successivo. Sulla via del ritorno, rispondendo ad una chiamata da un villaggio locale, i soldati hanno fermato l'ambulanza ed hanno insistito per esaminare una donna incita alla ricerca di esplosivi. Jarir si è rifiutato ed ha detto loro che solo un dottore o un infermiera potevano esaminare una paziente. Hanno confiscato la sua carta di identità e non li hanno lasciati passare. Dopo un'ora e mezza la donna ha iniziato il travaglio. Dopo aver aspettato due ore, alla fine li hanno fatti attraversare il check point. La strada per l'ospedale era di soli quattro minuti, ma il bimbo è nato nell'ambulanza.

AZIONE. Alle 9 di mattina di mercoledì alcuni membri dell'International Solidarity Movement e della comunità locale, insieme all'ufficio dei lavori pubblici hanno rimosso un paio di blocchi stradali su via Gerusalemme (via Jamal Abdel Nasser) che intasavano il traffico locale, ostacolando una rapida risposta ai veicoli di emergenza verso tutte le aree della città e causando la chiusura di parecchi negozi lungo quest'arteria principale. Due bulldozer hanno lavorato tre ore per rimuovere interamente un blocco stradale e tagliare una transitabile sezione attraverso il secondo, per permettere al traffico di muoversi liberamente. Quale evidenza di quanto centrale sia quest'arteria per Nablus, basti dire che il traffico è iniziato a passare attraverso l'area nel momento in cui i bulldozer lo avevano liberato per la larghezza di una macchina - ed è continuato a passare continuamente, scansando i bulldozer, durante tutte le tre ore di lavoro.

Questa azione di togliere i blocchi stradali riflette il rifiuto di Nablus e delle comunità internazionali di essere intimidite dalla presenza militare repressiva delle forze di occupazione israeliane. Sulla collina direttamente sopra il blocco stradale, c'è un'installazione militare delle forze di occupazione israeliane che ha ripetutamente sparato contro la popolazione di Nablus. I due blocchi stradali vicino al distrutto quartier generale dell'Autorità Palestinese, in via Gerusalemme, sono stati rimossi grazie agli sforzi di palestinesi ed internazionali quale diretta protesta contro l'ingiusta restrizione al movimento a Nablus, nella West Bank ed a Gaza nel suo insieme.

Commenti:

"Ora ho speranza" Sig. Said

"Se ripristineranno di nuovo il blocco stradale noi torneremo a rimuoverlo" Governatore di Nablus

"Il check point è una forma di punizione collettiva e pertanto illegale e noi continueremo a lavorare contro"
Direttore del dipartimento della salute, governorato di Nablus.

Note: (tradotto da Giovanna)

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Le nazioni che amano la pace devono fare insieme uno sforzo per opporsi a queste violazioni dei trattati e questi atti che ignorano la natura umana che oggi stanno creando una situazione di anarchia e di instabilità internazionali dalle quali non c'e' via di fuga attraverso il mero isolazionismo o la neutralita'... quando un epidemia di una malattia incomincia a diffondersi, la comunita' decide e mette in quarantena i pazienti in modo da proteggere la salute della comunità contro il diffondersi del male.

F. D. Roosvelt - (Quarantine speech 1932)

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