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24 febbario 2005: riprende a Lecce il processo allo staff del CPT Regina Pacis

Domattina, 24 febbraio alle 9.45, in TV su RAI DUE, andrà in onda un'inchiesta di 15 minuti sul CPT Regina Pacis e sul processo.

L'accusa: "Calci, pugni, spintoni, schiaffi ed altro contro i cittadini stranieri fuggitivi". Il Pm Carolina Elia (Procura di Lecce) chiamerà don Cesare Lodeserto, direttore del Centro di Permanenza Temporanea (CPT) per stranieri "Regina pacis" di San Foca (Lecce), a rispondere delle presunte violazioni.
23 febbraio 2005

Nei mesi scorsi un'invasione di pulci nel tribunale di Lecce e poi lo sciopero delle stenotipiste, non hanno permesso di riprendere il processo allo staff del Cpt "Regina pacis" che è stato aggiornato al 13 dicembre e successivamente, dopo che si è svolta l'udienza di cui diamo conto nel sito, al 24 febbraio 2005.

Domattina, 24 febbraio alle 9.45, in TV su RAI DUE, andrà in onda un'inchiesta di 15 minuti sul CPT Regina Pacis e sul processo. E' firmata dal regista Matteo Minissi. E' consigliabile videoregistrarla per eventuali futuri dibattiti.

Per conoscere gli atti del processo rinviamo al sito di Stefano Mencherini (cliccare su http://www.stefanomencherini.org/it/news/29.10.04.htm#2), giornalista free lance che si occupa di immigrazione e ha realizzato “Mare nostrum”, un film-inchiesta che mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalita' della legge Bossi-Fini.

Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis".
La durata della versione italiana è di 59 minuti e per saperne di più occorre cliccare su http://www.stefanomencherini.org/it/cine/in/01.htm

Sul sito del Regina Pacis non si trova alcun riferimento al processo ma è descritto questo obiettivo del CPT: "Riduzione dei conflitti e prevenzione del rischio psico-sociale, allo scopo di favorire l’impatto con il non facile contesto psico-sociale del Centro e con il più difficile e complesso sistema sociale esterno alla struttura protetta".

Il Centro promette: "Assistenza psicologica e prime forme di inserimento lavorativo, da realizzarsi sia attraverso la ricostruzione di una rete efficace di relazioni interpersonali, sia attraverso più specifici interventi di sostegno psicologico, individuali e di gruppo".
Questa la modalità relazionale che viene descritta: "La metodologia del lavoro (...) fa in gran parte riferimento alle tecniche rogersiane ed è comunque finalizzata al recupero dell’autostima, della fiducia nelle relazioni interpersonali, all’orientamento esistenziale e all’assunzione di decisioni autonome e responsabili".

Sono obiettivi e metodologie in evidente contrasto con le accuse. Chi accusa parla infatti di violenze e di immigrati che sarebbero stati picchiati dentro il Centro.

Leggiamo sul sito di Stefano Mencherini la descrizione (REPORT DEL UDIENZA DEL 13 DICEMBRE 2004) dei fatti accaduti nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2002: "Il clima nel Regina Pacis era, in quei momenti, di grande tensione e concitazione, tanto da far dire ad uno dei medici che 'quella notte al Centro c'era stata una vera e propria guerriglia'. Nei giorni successivi altri migranti ricorrono alle cure mediche ma (stando alle testimonianze) nessuno dei medici in servizio presso il Regina Pacis sa o si rende conto esattamente di cosa sia successo".

Il CPT ha cercato di reagire al clamore generato dal processo. Ecco cosa leggiamo su meltingpot.org (http://www.meltingpot.org/articolo2863.html):

"Come rispondere alle accuse, alle inchieste, alle infamie che provengono da più parti sulla gestione del cpt? Fare un film. «Un'incerta grazia», di Claudio Camarca, prodotto dalla Fondazione Regina Pacis, la stessa che gestisce il cpt di Lecce (l’unico centro di detenzione gestito dalla Curia locale!) (...) Si tratta di un lunghissimo spot (50 minuti) in cui per la maggior parte del tempo l’interprete principale è proprio lui: don Cesare. Ovviamente non viene citata l'inchiesta in corso proprio sul Regina Pacis nei confronti di Lodeserto, dieci carabinieri, sei operatori e due medici, rinviati a giudizio per pestaggi contro gli immigrati durante un tentativo di fuga il 22 novembre 2002 ed in altre circostanze".

Sul sito si legge che don Cesare Lodeserto avrebbe abusato personalemente dei mezzi di correzione: "L'accusa contesta a Lodeserto di non aver impedito che gli ospiti in fuga venissero colpiti con calci, pugni, spintoni e schiaffi. E inoltre di aver afferrato un extracominitario per i capelli e di averlo scaraventato contro un muro facendogli sbattere la faccia e la nuca. Don Cesare avrebbe inoltre spezzato due denti sempre allo stesso ospite con il manganello di un carabiniere, sputato in faccia ad un altro e infine partecipato ad un pestaggio con i militari. Le accuse a vario titolo, per tutti gli indagati, sono lesioni personali, abuso di mezzi di correzione, omissione di intervento per impedire i maltrattamenti e anche falso. Con l'aggravante dell'abuso di potere e in violazione dei doveri di chi ricopre una funzione pubblica, nonchè agendo con crudeltà".

Prima di morire Dino Frisullo si era in passato occupato, in una cronaca del 2 dicembre 2002 del CPT Regina Pacis denunciandone le condizioni di vita (cliccare su http://www.filiarmonici.org/sanfoca0212.html).

Su http://db.peacelink.org/campagne/person.php?id=10
si può firmare una "Lettera aperta ai Vescovi e ai credenti" che contiene un "severo monito verso chi ancora oggi permette la gestione del CPT Regina pacis".

Note: Il sito del Regina Pacis è
http://www.reginapacis.org
e il CPT è illustrato qui:
http://www.reginapacis.org/47.php

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