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Fermiamo lo tsunami del debito

27 gennaio 2005
Alex Zanotelli (Missionario Comboniano)

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
A tutti i Ministri e Sottosegretari

Fermiamo lo tsunami del debito

L’onda lunga dello tsunami nel sud-est asiatico, che ha lasciato alle sue spalle una tragica scia di morte, ci obbliga a riproporre con forza il problema del debito di quelle nazioni colpite dal maremoto, ma anche delle altre nazioni del Sud svenate dal debito. Un debito coloniale che ha raggiunto 2.500 miliardi di dollari per il quale gli impoveriti pagano in interessi ogni anno oltre 200 miliardi di dollari! Sono i poveri che foraggiano i ricchi, non sono i ricchi che “aiutano” i poveri! Per questo riteniamo che le decisioni del G7 del Club di Parigi di una moratoria del debito per le nazioni del Sud-est asiatico non sia un aiuto ma un altro cappio al collo dei poveri.

Noi chiediamo la totale cancellazione del debito. Per questo deve partire anche in Italia una campagna diffusa su tutto il territorio (in altre nazioni è in piena azione), perché al prossimo vertice dei G8 del prossimo giugno a Edinburgo venga cancellato il debito debito non solo dei paesi colpiti dalla catastrofe, ma anche dei paesi più impoveriti. L’Inghilterra, paese ospitante e a giugno presidente di turno dell’Unione Europea, ha già posto sull’agenda del vertice il debito. E il ministro inglese delle finanze, Gordon Brown, afferma che l’Inghilterra è pronta a rimettere il debito ai 42 paesi più poveri al mondo e invita gli altri a fare lo stesso. (per far tornare i conti Brown esorta il Fondo monetario a vendere le riserve d’oro che ha!).

Noi chiediamo che il governo italiano al vertice G8 appoggi la proposta del governo britannico. Ma noi chiediamo che questa cancellazione venga estesa anche ad altre nazioni in gravi difficoltà come Haiti o strangolate dal debito come l’Argentina e il Brasile.

Vorremmo ricordare a tutti che tanti debiti sono “odiosi”, come ha detto Bush del debito iracheno perché contratto da un dittatore come Saddam Hussein e per questo perdonato!
Il debito deve essere rimesso senza alcuna condizione. L’unica condizione che accettiamo è la partecipazione della società civile del Sud nella gestione delle risorse liberate.
Questi eventi devono portarci ad attualizzare (finalmente!) la legge 209 firmata da tutti i partiti nel luglio 2000 in occasione del Giubileo. Forse la miglior legge al mondo per la remissione del debito. Purtroppo è oggi una legge “castrata”, disattesa, dimenticata dall’attuale governo. A tutt’oggi solo metà della cancellazione è stata raggiunta (doveva essere attuata entro tre anni!): quattromila miliardi di vecchie lire italiane a fronte degli ottomila miliardi come obiettivo politico. Totalmente disatteso l’articolo 5 della 209 che permette la cancellazione del debito dei paesi colpiti da disastri naturali. Nello spirito della legge 209 noi riteniamo che anche i crediti commerciali (controllati dalla Sace) che devono essere recuperati dai paesi colpiti da disastri naturali, siano soggetti ad un processo di cancellazione.

Chiediamo oggi che quella campagna giubilare, ispirata da forti organizzazioni come “Sdebitarsi”, riparta con forza per ottenere gli obiettivi sopra indicati. Va in questa direzione la Campagna “W Nairobi W” che chiede la remissione del debito del Kenya a favore di trecentomila baraccati di Nairobi che rischiano di essere sbattuti fuori dalle loro misere capanne. In questo momento così grave per gli impoveriti del mondo, la remissione del debito può essere una buona notizia per i più poveri della terra. Invitiamo tutti, al di là di ideologie e credi, a mettersi insieme perché vinca la vita.

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Luca Cecca è il nono italiano morto nella guerra in Ucraina, dopo Thomas D'Alba, Antonio Omar Dridi, Manuel Mameli, Angelo Costanza, Massimiliano Galletti, Elia Putzolu (che si era schierato con i filorussi), Benjamin Giorgio Galli e Edy Ongaro.

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Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non c'è ne nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.

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