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Manifestazione a Washington nel giorno dell' insediamento di G. W. Bush

A decine di migliaia sono scesi nelle strade di Washington DC per protestare
contro la cerimonia di George W. Bush. L' International Action Center ha
organizzato comitive da New York, Boston, Philadelphia, Baltimore, Cleveland,
Detroit, Raleigh, e molte altre citta' perche' potessero partecipare alle
dimostrazioni, far girare materiale informativo e distribuire cartelloni.
23 gennaio 2005
Fonte: Action Center - actioncenter@action-mail.org


Migliaia di persone hanno manifestato lungo la strada della parata inaugurale
nonostante i tentativi dell'Amministrazione Bush di proibirne la presenza.
Per mesi, l'Amministrazione ha organizzato l'inaugurazione e tentato di
presentare un fronte unito a sostegno dell'agenda Bush, ossia, guerra
globale, avidita' industriale e repressione. La coalizione ANSWER (risposta,
ndt) ha vinto una significativa battaglia legale ottenendo il permesso di
riunirsi direttamente sulla strada della parata. Come risultato, migliaia di
manifestanti sono stati in grado di incontrarsi ad un raduno vicino alla
suddetta strada, mentre molti altri si sono schierati direttamente sulla
stessa. Bush, che ha viaggiato lungo Pennsylvania Avenue, e' stato affrontato
dagli attivisti mentre innalzavano cartelli, molti dei quali dicevano:
"George Bush: Colpevole di crimini di guerra."

Sfortunatamente, molte altre migliaia di persone sono state fermate ai
"checkpoint di sicurezza", predisposti dall'Amministrazione Bush nel
tentativo di minimizzare l'impatto e la visibilita' delle proteste. La gente
si e' comunque impegnata in spontanee proteste presso i check point, cantando
"George Bush - Terrorista" o mostrando cartelloni e striscioni contro la
guerra.

In aggiunta, a migliaia hanno marciato lungo le strade di Washington DC,
iniziando dal Malcom X Park. Queste rumorose e vivaci dimostrazioni, che
hanno visto soprattutto la presenza di giovani, sono state organizzate dal DC
Antiwar Network.

I giovani militanti, inclusi i membri di FIST (Fight Imperialism - Stand
Together), hanno partecipato a diverse merce nonostante la brutalita' della
polizia, che ha utilizzato spray al pepe, taser, e mazze. Un gruppo di
giovani ha sfidato le tattiche dell'Amministrazione Bush affrontando
direttamente la polizia presso le enormi recinzioni erette per tenere i
manifestanti lontani dalla strada della parata, sotto il pretesto della
sicurezza.

Molti dimostranti, in entrambi i luoghi, hanno portato cartelli distribuiti
dalla Coalizione Troops Out Now, che dicevano "Via le truppe, adesso - 19
marzo - Central Park!" e "Fine dell'occupazione, adesso - Iraq, Palestina e
ovunque."

Il discorso di Bush--una dichiarazione di guerra al mondo

Il suo discorso e' stata un'aggressiva minaccia di guerra al mondo intero. La
sua chiamata all'impero, velata tra parole quali "libertà", ha trasmesso un
messaggio che alcuni hanno descritto come "evangelico" o "messianico",
asserendo il suo diritto divino ad intervenire ovunque ed in qualunque
momento. Non ha menzionato paesi per nome--la sua era infatti un'aperta
dichiarazione di dominio e guerra permanente--una campagna per globalizzare
Abu-Ghraib.

Questo discorso e' stato visto in tutto il mondo come un minaccioso inizio del
secondo mandato di Bush. Il quotidiano britannico The Guardian ha riassunto
le preoccupazioni del globo in un editoriale dal titolo "Fuochi d'artificio a
Washington, disperazione nel mondo".

Oggi piu' che mai, il discorso inaugurale chiarisce quel che noi abbiamo
continuato a fare: organizzare un movimento unificato di massa in lotta per
la giustizia. Nei 21 minuti in cui ha parlato, Bush non ha menzionato i
milioni di persone che hanno perso il lavoro durante la sua Amministrazione.
Non ha menzionato le decine di milioni senza assistenza sanitaria. Non ha
promesso d'occuparsi di educazione, alloggi, AIDS. Non ha menzionato l'Iraq
una sola volta, nonostante le 100.000 persone irachene e i circa 1.400
soldati USA morti per la sua guerra coloniale. Non ha menzionato alcun
programma sociale, tranne la sicurezza, che spera di cambiare affidandola ai
suoi finanziatori.

E' chiaro che il movimento pacifista statunitense ha la responsabilta' di
affrontare e fermare questa deriva verso l'impero globale. L'unita' tra le
forze progressiste e no war e' piu' importante che mai.

Prossima tappa: 19 marzo - Central Park, e in tutto il globo

Il week-end del 19-20 marzo sara' il secondo anniversario dell'attacco
"colpisci e stupisci" degli USA all'Iraq. Le organizzazioni no-war e
progressiste di tutte il mondo hanno indetto proteste in questo week-end.

Negli USA, la coalizione Troops Out Now ha indetto una grande marcia locale a
Central Park il 19 marzo per chiedere l'immediato, completo ed incondizionato
ritiro di tutte le truppe dall'Iraq.

Alcuni mesi fa, Mayor Bloomberg, lo NYPD (New York Police Department -
Dipartimento di Polizia new-yorkese, ndt) e Bush ci hanno detto che non
avremmo potuto marciare e riunirci a Central Park. Non accettiamo questa
decisione e siamo determinati a sfidarla radunando decine di migliaia di
persone per riprendersi Central Park --il nostro parco. Il movimento no war
non puo' arrendersi, e mai dovra' farlo, a questa violazione dei nostri
diritti, specialmente in una citta' importante come New York.

In aggiunta, ci saranno dimostrazioni locali e regionali a Los Angeles, San
Francisco, Atlanta, Washington DC, e in tutto il paese. Ci sara' anche una
maggiore dimostrazione regionale a Fayetteville, Carolina del Nord.
Fayetteville e' la casa di Fort Bragg, base della 82esima divisione Airborne,
e di molte unita' scelte dell'esercito. Per maggiori informazioni su questa
marcia, vedi: http://www.mfso.org

Note: Tradotto da Carlo Martini per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando le
fonti, l'autore e il traduttore.

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