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In Germania: un'oasi di pace...

Arrivano, in Germania, bambini partiti dall'Afganistan o dall'Angola o dal Caucaso o dal Pakistan o da ogni altro dove in cui vi siano guerre, conflitti armati o rivalita' fra etnie differenti...
16 dicembre 2004

Arrivano. L'importante e' riuscire a guardarli con il cuore; perche', guardandoli con gli occhi, cio' che gli occhi vedrebbero, sarebbe atroce: bambini senza gambe o senza braccia o senza occhi o senza orecchie o senza dita o senza naso o senza una qualsiasi altra parte del corpo. Ma il cuore, si sa, e' capace di guardare un po' piu' in la'; il cuore e' capace di vedere, prima di qualsiasi altra cosa, riflessa, in ogni "mancanza" di ogni bambino, la malvagita' dei "grandi" e con essa la negazione (a questi bambini) di tutti i diritti loro spettanti, e primo fra tutti, il diritto di essere bambini.

Arrivano 150 ospiti alla volta; 1500 ogni anno...

Arrivano in Germania a Oberhausen, nella regione della Rhun; arrivano al "Villaggio della Pace", dove da 37 anni, la Friedensdorf International offre ai bambini feriti mutilati storpiati ustionati dalla guerre, la possibilita' di curarsi e di provare a vivere un'altra volta ancora. Sono quasi 300 le cliniche che, sparse fra Germania Austria ed Olanda fanno parte di questa organizzazione; in queste cliniche lavorano medici ed infermieri che, gratuitamente, cercano di guarire dalla guerra i bambini che li' arrivano.
Con i genitori dei bambini l'organizzazione stipula un contratto che viene inoltrato alle autorita' al momento dell'ingresso dei bambini in Germania; il paese di origine funge da garante per il rientro in patria dei bambini e la Repubblica Federale Tedesca, concede un permesso di soggiorno a tempo indeterminato. Grazie a queste regole, la Friedensdorf International e' riuscita persino a "convincere" i Talebani a permettere ai loro bambini di lasciare l'Afganistan per andare a farsi curare.

Arrivano, questi bambini; poi, dopo le cure le attenzioni i giochi l'affetto, quando sono "guariti" tornano a casa; purtroppo pero', per ogni bambino che parte, un altro, vittima di un nuovo o vecchio conflitto, arriva...

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