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Statement di Vanna Palumbo

33° sessione del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali
8 novembre 2004
Fonte: Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani

STATEMENT alla 33° sessione del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti economici, sociali e culturali, Ginevra 8-26 Novembre 2004

in occasione dell’esame del quarto rapporto periodico del Governo italiano sull’attuazione del Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali

VANNA PALUMBO, a nome del COMITATO PER LA PROMOZIONE E PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI

Gentilissimi componenti del Comitato,
desidero anch’io ringraziarvi per l’attenzione e la sensibilità accordate al Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani ed alle Organizzazioni non governative ed Associazioni che ne fanno parte, che ci hanno consentito di essere qui oggi e di presentare il nostro primo rapporto supplementare a quello ufficiale, predisposto dal Governo italiano, che si discuterà nei prossimi giorni.

Il mio intervento si riferirà in particolare alla importanza di sostenere la creazione di una Istituzione nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani, chiedendo quindi al Governo italiano di voler adottare le iniziative più idonee per attuare in Italia i principi della Risoluzione adottata dalle Nazioni Unite nel 1993 (Ris. N. 48/134).

L’Italia infatti, da un lato, non ha alcuna Istituzione nazionale del tipo descritto e propugnato dalle Nazioni Unite, né dispone, da altro lato, di una struttura a livello nazionale in grado di offrire almeno un punto di riferimento avverso i comportamenti delle Amministrazioni pubbliche commessi in violazione delle norme vigenti in materia di diritti umani, come quella del difensore civico nazionale. In tal modo il nostro Paese dovrebbe adeguarsi anche alle enunciazioni che sono contenute, per una effettiva applicazione dei principi di democrazia e fondamentali dell’Unione europea.

Da molti anni è in atto il tentativo di giungere ad un tale Istituzione, ma i disegni di legge presentati – in particolare nella scorsa legislatura- sono rimasti fermi all’inizio dell’iter parlamentare, non essendo stati neppure assegnati alle commissioni parlamentari di merito per definire il calendario dei lavori.
Alcuni di questi sono stati ripresentati nell’attuale legislatura e vi è inoltre il disegno di legge cui si riferisce il Governo nelle risposte fornite alla specifica domanda del Comitato (E/C.12/4/Add.13, pag. 6-10, written reply to the list of issues n. I, 2, E/C.12/Q/ITA/2).

Il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, formato da una rete di 48 organizzazioni non governative ed associazioni da tempo operanti a difesa dei diritti, come già rappresentato fin dalle linee introduttive del Rapporto supplementare, si è formato proprio allo scopo di promuovere la creazione in Italia di una Istituzione nazionale per i diritti umani nel pieno rispetto della Risoluzione 48/134 e dei Principi cd. di Parigi.
Nella consapevolezza che la risoluzione ONU non è certamente rivolta solo ai Paesi nei quali si verificano violazioni dei diritti umani gravi e sistematiche e che Paesi come l’Italia, che godono di un sistema democratico consolidato, di un’opinione pubblica e di una società civile sensibili ai diritti e di un clima generale di libertà e di tolleranza, debbano anch’essi impegnarsi fattivamente ad adempiere gli impegni assunti in sede ONU e non possano fare a meno di un’Istituzione nazionale, autorevole ed indipendente, per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il Comitato ha predisposto una proposta di legge, che trovate in allegato al Rapporto supplementare, pag. 108-113.

Quella proposta è un’istituzione autorevole, indipendente ed efficace, con funzioni di formazione e informazione, coordinamento, controllo e impulso legislativo della complessa materia dei diritti umani, diritti che sono innanzitutto universali, indivisibili, interdipendenti; che coinvolgono ambiti sempre nuovi, dai diritti civili, culturali, economici, politici, sociali ai diritti ambientali e di solidarietà, le violazioni dei diritti umani sia all’interno del proprio territorio che all’estero, sia nei confronti di chi possiede la cittadinanza italiana che di chi non la possiede.

La creazione di tale Istituzione appare tanto più necessaria se oltre che valutare la sua importanza ai fini della “valutazione di impatto sui diritti umani” per ogni progetto di legge o regolamento che possa avere un’incidenza sugli stessi, di denuncia delle violazioni perpetrate e della tutela nei singoli casi di violazione dei diritti che si verificano in Italia, guardiamo alla sua valenza esterna e al ruolo che l’Italia può e deve attuare per la promozione e la protezione dei diritti umani nel mondo.
Solo un’Istituzione nazionale indipendente, infatti, è in grado di contribuire a monitorare lo stato dei diritti umani nel mondo in modo coerente, costante ed obiettivo e non frammentario e soggetto a varie contingenze e convenienze.

L’articolato proposto contiene pertanto disposizioni che fissano e disciplinano le funzioni, la composizione, le attribuzioni e i poteri affidati alla cd. Commissione di garanzia dei diritti umani. In particolare l'articolo 1 individua le forme di autonomia (significativamente assenti negli altri progetti di legge) da attribuire alla Commissione, nonché le modalità per la sua istituzione.
La Commissione, costituita come organismo autonomo ed indipendente avente lo scopo di proteggere e promuovere i diritti fondamentali della persona, enunciati dalla Costituzione e generalmente riconosciuti dal diritto internazionale, "opera in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione".
Alla Commissione, in quanto organismo indipendente, è garantita autonomia contabile, organizzativa, patrimoniale, finanziaria e gestionale. Essa è composta da undici membri, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, per adeguare la composizione alle richieste della citata risoluzione delle Nazioni Unite del 1993, in modo che sia “assicurata la rappresentanza pluralistica delle forze sociali (di società civile) coinvolte nella promozione e nella protezione dei diritti umani, particolarmente con poteri che rendano effettiva la cooperazione.

Il Comitato chiede pertanto che il Governo italiano si faccia promotore di una iniziativa per l’attuazione della Risoluzione 48/134 in Italia, nel pieno rispetto dei Principi di Parigi con la creazione di una Istituzione nazionale pienamente autonoma ed indipendente e che a tal fine consideri l’idea di sostenere l’iter legislativo della proposta predisposta dal Comitato, astenendosi dall’appoggiare iniziative che non garantiscano l’indipendenza dell’Istituzione nazionale.

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