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Manifestazioni in tutti i continenti

"No war", marciano i pacifisti in tutto il mondo

I primi a scendere in strada sono stati i pacifisti di Sydney. Gli ultimi saranno gli americani. A Londra due attivisti di Greenpeace scalano il Big Ben: arrestati
Negli Stati Uniti sono previste oltre 250 manifestazioni
20 marzo 2004
Redazione

Questo è l'appello dei pacifisti americani della coalizione "United for Peace and Justice" che stanno sfilando negli Stati Uniti in 200 marce antiwar e che hanno lanciato la giornata mondiale contro la guerra.

APPELLO

Il 20 marzo, ad un anno dall'inizio della guerra statunitense contro l'Iraq, una Giornata Globale di Azione porterà centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo a scendere in strada.

Nella città di New York, il Comitato di Mobilitazione per il 20 marzo e la Coalizione Nazionale verso il 20 marzo stanno organizzando una manifestazione unitaria che si opponga alle politiche criminali ed imperialiste dell'amministrazione Bush e all'impatto che queste hanno nel mondo e negli USA.

Marceremo per chiedere con forza la fine dell'occupazione e del controllo da parte delle corporazioni dell'Iraq e per chiedere che le truppe tornino a casa subito.

Marceremo per chiedere la fine dell'occupazione della Palestina.
Marceremo per chiedere finanziamenti per i bisogni delle persone, per chiedere che vengano annullati i tagli ai programmi sociali; marceremo contro gli attacchi sempre più gravi contro tutti i migranti, contro i diritti dei lavoratori e contro le libertà civili di tutti. E marceremo uniti contro tutti i razzismi, qui e nel mondo.

Rappresentiamo comunità e organizzazioni diverse tra loro, che si oppongono alle politiche dell'amministrazione Bush per molti motivi, ma il 20 marzo marceremo insieme.

Con questo nostro impegno unitario siamo fiduciosi di riuscire ad ottenere una mobilitazione massiccia per il 20 marzo che manderà un messagio forte e chiaro.

INTANTO NEL MONDO MILIONI DI PACIFISTI SONO IN MOVIMENTO.

Ecco una rassegna delle principali manifestazioni.

La prima a scendere in piazza nella giornata internazionale contro la guerra, a un anno dall'attacco all'Iraq, è stata Sydney. E solo per ragioni di fuso orario. Gli ultimi a sfilare saranno invece gli americani. A Sydney oltre tremila persone al grido di "fine dell'occupazione, ritiro delle truppe", hanno marciato nelle strade della città australiana con immagini del primo ministro John Howard in una gabbia.

E al grido di "vogliamo la pace", in migliaia hanno sfilato in Nuova Zelanda, a Bangkok, Hong Kong e Manila. E anche a Bombay diverse migliaia di persone hanno partecipato a un corteo. A Tokyo, sotto una gelida pioggia, circa 30.000 manifestanti hanno sfilato fino nel centro della capitale, al grido di "Usa Go Home", anche in riferimento alla presenza di basi statunitensi in Giappone. In Kashmir e in Bangladesh centinaia di manifestanti sono scesi in piazza per chiedere il ritiro delle truppe, ma sono stati bloccati dalla polizia e alcuni di loro arrestati.

In tanti hanno marciato contro la guerra anche ad Atene e Salonicco. Un grande corteo, diecimila persone, ha marciato per le strade della capitale greca fino a raggiungere l'ambasciata americana.

A Londra la giornata contro si è aperta con un gesto clamoroso: prima del corteo due attivisti di Greenpeace hanno scalato la torre del Big Ben, hanno raggiunto il celebre orologio e hanno steso uno striscione con la scritta "Time for truth" (letteralmente "E' tempo di verità"), un'evidente stoccata al governo di Tony Blair che ha giustificato l'intervento anglo-americano con la presunta presenza di armi di sterminio in Iraq. I due sono stati arrestati perché sospettati "di avere causato un danno criminale" e sono stati condotti alla stazione di polizia per essere interrogati. Poi nel pomeriggio imponente corteo è partito da Hyde Park per raggiungere Trafalgar Square dove centinaia di palloncini neri saranno lanciati nell'aria in memoria delle vittime della strage di Madrid e di quelli che ogni giorno muoiono in Iraq. Molti dei manifestanti portavano cartelli con i volti del premier Tony Blair e del presidente statunitense George W. Bush e la scritta "Wanted" (ricercato).

Anche i tedeschi oggi sono scesi in piazza per dire non alla guerra. Il raduno più consistente è stato finora quello davanti alla base aerea americana di Ramstein, la più grande base dell'aeronautica Usa in Europa, che costituisce uno degli snodi nevralgici dei collegamenti aerei fra le forze americane in Europa e l'Iraq. Cortei e meeting pacifisti sono in corso anche a Berlino, Amburgo, Stoccarda, Heidelberg (città sede di importanti basi Usa e Nato), Mannheim, Karlsruhe.

E negli Stati Uniti sono previste centinaia di manifestazioni contro la guerra, almeno 250 quelle annunciate. Le più imponenti sono previste a New York, dove si attendono 50 mila persone, e a Washington, dove si conclude una marcia di pacifisti avviata una settimana fa a Dover, nel Delaware, davanti all'obitorio dove giungono i resti dei caduti in Iraq. Ovunque, la polizia è in stato d'allerta. Alle proteste fanno da contraltare alcuni "raduni patriottici" davanti a basi militari negli Stati Uniti: sono indetti da gruppi conservatori, per testimoniare sostegno alle truppe al fronte.

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Conducimi dalla morte alla vita. Dalla menzogna alla verità. Conducimi dalla disperazione alla speranza. Dalla paura alla verità. Conducimi dall'odio all'amore. Dalla guerra alla pace. Fa' sì che la pace riempia i nostri cuori, il nostro mondo, il nostro universo.

Madre Teresa di Calcutta - Agnese Ganxhe Bojaxhin, 1910-1997, Nobel per la pace 1979

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