Giorgio La Pira profeta di pace nel mondo
Il 9 gennaio 2004 è caduto il centenario della nascita di Giorgio La Pira. Siciliano, trapiantato a Firenze, città della quale fu sindaco dal 1951 al 1957 e dal 1961 al 1965, membro della Costituente nel 1946 e deputato al Parlamento, è considerato da tanti un Profeta di Pace.
Proprio con questo titolo "Dalla Sicilia e dal Mediterraneo: Giorgio La Pira profeta di pace nel mondo" si è tenuto un Convegno internazionale di studi tra Messina, città che lo ha visto studente, e Pozzallo, città natale. Nei tre giorni del convegno sono state presentate relazioni di studiosi, politici ed amici di La Pira.
Una interessante tavola rotonda si è svolta nell'ultima giornata sul tema "Cristiani, ebrei e musulmani: dal Medio Oriente un'alleanza essenziale per la pace nel mondo". Tema sul quale hanno discusso padre Ibrahim Faltas, custode della Basilica della Natività di Betlemme, Israel Meir Lau, ex Rabbino capo di Israele e Ahmed al Tayyib, rettore dell'università Al-Azhar.
Tutti i relatori hanno sottolineato lo stretto legame esistente tra il La Pira uomo di pace e il La Pira uomo di fede. E' proprio dal suo essere credente che è nato l'impegno per la pace nel mondo, che lo ha visto opporsi apertamente al fascismo, negoziare la pace in Vietnam, organizzare incontri tra i sindaci delle capitali del mondo, mettersi, da sindaco di Firenze, dalla parte dei poveri della sua città, fino a requisire case disabitate per ospitarvi chi non aveva un tetto. Alcune di queste scelte lo resero incompreso e gli recarono critiche, ma numerosi furono anche gli incoraggiamenti ricevuti da parte di uomini politici del tempo.
E' stato anche sottolineato come oggi il pensiero di Giorgio La Pira sia stato in parte dimenticato: non esistono nuove edizioni delle sue opere, mentre le vecchie sono talvolta introvabili e ciò non facilita la conoscenza del suo pensiero, sopratutto per le generazioni più giovani. Da parte di tutti si è auspicato che in quest'anno non manchino le occasioni per tornare a riprendere in mano i suoi scritti e riportare in luce il suo pensiero.
La capacità di La Pira di conciliare fede, politica e diritti dell'uomo, emerge chiaramente da queste sue riflessioni: "Quando sarò chiamato dal mio Signore a rendere conto di ciò che ho fatto, non potrò dire: Signore, non sono intervenuto per non turbare il libero gioco delle forze di cui consta il sistema economico, e per non violare le norme ortodosse della circolazione monetaria ho lasciato nella fame alcuni milioni di persone". Credo che in questo pensiero si contenuto un grande programma politico su cui tutti dovremmo riflettere.
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