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Il bilancio della ricostruzione in Iraq tra affari per le imprese e allarme per i soldati italiani

L'Italia partecipa all'autorità "occupante" in Iraq

La situazione per il settore della cooperazione in Italia si aggrava con l'approvazione dell'ultima legge finanziaria dove i contributi alle Ong sono stati ridotti di due terzi. Con un atto amministrativo, poi, il governo ha tentato di stornare 308 milioni di euro dal capitolo di bilancio che riguarda la cooperazione per destinarli alla missione militare in Iraq. Ma l'opposizione delle ong è stata durissima e, grazie a un forte appoggio popolare, ha fatto saltare l'operazione.
1 gennaio 2004
Unimondo

"A nove mesi dall'occupazione in Iraq le condizioni di vita degli iracheni sono peggiorate con la mancanza costante di elettricità, una scarsità di benzina e un aumento della disoccupazione che dimostra il fallimento della politica operata dagli Stati Uniti" - questo il commento dal report di fine anno dell'Osservatorio sull'occupazione. Una risposta ai problemi degli iracheni potrebbe darla la Bechtel, una grande corporation di San Francisco che opera nel settore delle costruzioni, opere ingenieristiche, finanza, gasdotti e oleodotti, reti telecomunicazioni, centrali idriche, elettriche, ecc. La Bechtel ha ottenuto negli anni contratti ed appalti in tutto il mondo, ed attualmente ha ricevuto dall'agenzia americana Usaid un contratto di $34,600,000 per interventi di ricostruzione in Iraq. Secondo uno studio del Center for Public Integrity più di 70 compagnie americane negli ultimi due anni hanno vinto gli 8 miliardi di dollari in contratti per la ricostruzione dell'Iraq e dell'Afganistan. Queste compagnie hanno donato all'incirca 500,000 dollari per la campagna per le elezioni presidenziali del presidente George W.Bush.

L'Italia partecipa all'autorità "occupante" CPA (Coalition Provisional Aithority) con numerosi funzionari e con il Ministro della Cultura, Ambasciatore Piero Cordone. Dal sito www.ricostruzioneiraq.it, il portale per le imprese italiane in Iraq, si apprende che i tre consorzi aggiudicatari delle licenze per la gestione della telefonia cellulare in Iraq firmano, dopo una lunga disputa, i loro contratti con il ministro delle telecomunicazioni iracheno. Intanto il Giappone è disponibile a cancellare gran parte del debito in sospeso con l’Iraq che ammonta a 4,1 miliardi di dollari, il debito più grosso che l’Iraq abbia contratto tra i 19 paesi del Club di Parigi. E la cifra sale a 7 miliardi se si considerano anche gli interessi. Al primo posto rimane tuttavia la Russia, cui l’Iraq deve 8 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi la Russia ha dimostrato disponibilità a cancellare il 65% degli $8mld di debito iracheno, dopo che Baghdad ha annunciato che Mosca ha buone opportunità di riprendere i contratti petroliferi precedenti alla guerra. Secondo un anteprima dei bandi di gara dei nuovi contratti USA per Iraq il valore medio di ciascuna commessa ammonterebbe a $750 milioni di dollari per un importo complessivo pari a $18.6 miliardi da spendere nel biennio 2004-2005. Da segnalare ad Amman dall'11 al 13 gennaio prossimi si terrà la grande mostra convegno dedicata alla ricostruzione dell'Iraq Outreach 2004.

Intanto la situazione per il settore della cooperazione in Italia si aggrava con l'approvazione dell'ultima legge finanziaria dove i contributi alle Ong sono stati ridotti di due terzi. Con un atto amministrativo, poi, il governo ha tentato di stornare 308 milioni di euro dal capitolo di bilancio che riguarda la cooperazione per destinarli alla missione militare in Iraq. Ma l'opposizione delle ong è stata durissima e, grazie a un forte appoggio popolare, ha fatto saltare l'operazione.

Altre fonti: Ricostruzione in Iraq,Corp Watch, Volontari per lo Sviluppo, Occupation Watch

Fonti: Un ponte per...

Note: http://www.ricostruzioneiraq.it

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