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Pacifismo e pacifintismo

L'arcobaleno sbiadito della politica

Ieri pacifisti "senza se e senza ma", oggi rimasti solo con i se e i ma ...
30 aprile 2007

Un modo di dire anche abbastanza diffuso dice che "è molto facile essere capitalisti con i soldi altrui". E' una frase che sta ad indicare che è molto facile essere parolai e affermare che si è capaci di imprese mirabolanti o di chissà quali conquiste. Mentre è molto, ma molto più difficile realizzare concretamente tali portenti. Con un significato leggermente diverso questo detto è perfetto per una parte della nostra classe politica. Perché è stato facile, facilissimo per qualcuno manifestare, scendere in piazza con la bandiera arcobaleno al collo e dichiararsi pacifista. Ieri. Quando al governo c'era Berlusconi e si era semplice opposizione. Quando in trincea, lì dove la guerra si respira davvero e la drammatica realtà di questa follia la si percepisce sulla pelle, andavano altri. Ricordate il 2002, il 15 febbraio 2003 quando l'opinione pubblica mondiale in massa era contro l'inizio della guerra in Iraq? Faceva sicuramente effetto vedere il democristiano Pierluigi Castagnetti, persona "moderata" e non certo appartenente agli antiamerikani della sinistra estrema, affermare in Tv che la guerra in Iraq serviva solo per gli appetiti di dominio americani. Erano i giorni in cui Boselli chiedeva di manifestare contro l'arrivo in Italia del guerrafondaio Bush, colorando i balconi di Roma con la bandiera arcobaleno. Persino Fassino, il futuro democratico Fassino, sfilava per Roma negli assolati pomeriggi primaverili esibendo il suo bel mantello arcobaleno. Poi ...
Poi ... un bel giorno i nostri si sono svegliati e hanno scoperto che il guerrafondaio di Arcore non c'era più, che ora erano loro al governo e non più "gli altri". Ora toccava a loro decidere la politica estera italiana, erano loro che decidevano la sorte e la dislocazione dei militari italiani all'estero. Finalmente potevano far diventare realtà le loro parole, le loro promesse di pace e di smilitarizzazione della politica estera italiana. Basta con l'appoggio alla guerra permanente di Bush, basta con le missioni di guerra di Berlusconi. E infatti ... in Iraq sono rimasti solo 30 soldati italiani, il contingente è stato ritirato. Oggi il governo italiano preferisce pagare a peso d'oro i mercenari privati... In Afghanistan viene fornito ai soldati italiani materiale bellico sempre più "pesante" e aumenta il coinvolgimento a fianco di Enduring Freedom, facendo così saltare la divisione militare-civile con Isaf(dietro la quale il governo Prodi si è sempre celato). Dulcis in fudo l'estate scorsa il Libano. Una politica estera così smilitarizzata rispetto al governo Berlusconi che il primo, l'unico atto di Parisi e D'Alema, è stato quello di mandare altri soldati. La perla della politica pacifinta dell'Esecutivo resta comunque fissata al 26 settembre dell'anno scorso. Giorno in cui DS e Margherita hanno approvato un ordine del giorno della triade AN-FI-UDC nel quale si afferma testualmente che tutte le missioni militari italiane all'estero sono "di pace" e avvengono "nel pieno rispetto dell'articolo 11 della Costituzione Italiana".
Ormai il gioco è finito, scoperto dai fatti. E' stato semplice, facile, appunto un giochetto, esprimersi contro la guerra e da pacifisti quando al governo c'era Berlusconi, quando si era all'opposizione. Fu troppo facile farsi dipingere come i bravi pacifisti contro i cattivi guerrafondai che ci governavano. Allora i nostri bravi diessini, margheritini, socialisti e compagnia danzante lanciavano proclami di solidarietà internazionale, di cooperazione internazionale e di pacifisti. Una volta al governo questo non l'hanno più potuto fare. E'emersa la loro natura militarista. E quindi hanno gettato la maschera. Portando avanti la politica armata precedente, hanno continuato a tagliare i fondi per la cooperazione internazionale(50 milioni solo nelle ultime settimane ...), disattendendo anche gli impegni internazionali(ma in questi casi a quanto pare non ci sono problemi di affidabilità con gli alleati ...), e hanno abbandonato Emergency, prima tanto coccolata da molti pacifinti, lasciandola da sola a difendersi dagli infamanti attacchi di Karzai e dei suoi servizi segreti. Oggi Gino Strada e l'arcobaleno della Pace non servono più, le poltrone sono arrivate.

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“Negoziare la fine della il prima possibile”: 69%.
Gli ucraini che vogliono combattere fino alla sono diventati una minoranza: 24%.

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