Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Marzabotto 1944, Halabja 1988.

Marzabotto nel 1944. Halabja nell'88. Due episodi tragici del secolo passato, che detiene - annoverando, assieme a Hiroshima e Nagasaki, anche le altre mille e mille guerre, i mille e mille massacri di cui l'animale uomo si è reso responsabile - un primato che i nostri pronipoti probabilmente impareranno dai libri di storia, e sperabilmente relegandone il ricordo a periodi bui e oramai trascorsi della vita dell'uomo su questa terra.
1 ottobre 2006

Marzabotto 1 ottobre 2006: Uno scorcio della piazza gremita di gente

Una storia in comune. Un gemellaggio, come si suol dire. Anche se il termine un po' stona, quasi ingentilendone l'effetto, ed edulcorando tra le nebbie del tempo l'origine dolorosa di tale parentela.
Marzabotto nel 1944. Halabja nell'88. Due episodi tragici del secolo passato, che detiene - annoverando, assieme a Hiroshima e Nagasaki, anche le altre mille e mille guerre, i mille e mille massacri di cui l'animale uomo si è reso responsabile - un primato che i nostri pronipoti probabilmente impareranno dai libri di storia, e sperabilmente relegandone il ricordo a periodi bui e oramai trascorsi della vita dell'uomo su questa terra.
Noi qui, adesso, in questo primo scorcio di secolo ventunesimo che già ci sta regalando nuovi orrori, a ricordare. Sessantadue anni dalla carneficina, qui, i nazisti oramai in rimessa, gli americani già vicini, e neanche da dire una rappresaglia. Ascoltiamo sgomenti il racconto delle azioni, dei massacri, donne bambini anziani costretti nei casolari e poi ammazzati a mitraglia, mirando basso per colpire anche i bambini, e a bombe a mano lanciate dalle finestre. E la chiesa violata, il parroco ucciso come un cane. E avanti così, poi, ad ascoltare; nel pomeriggio in visita silenziosa su per il monte, monte Sole che altrimenti offrirebbe ben altre visioni, natura meravigliosa e silenzioso sfondo all'assurda storia.

Marzabotto 1 ottobre 2006: al microfono il sindaco di Halabja, Mohammed Khadir Kareem.

Con noi il contraltare della memoria, della cittadina curda violata dalla chimica annientatrice di Saddam, Halabja, il sindaco. Mohammed Khadir Kareem, già conosciuto nel Kurdistan in primavera, arrivato qui a segnare con una vicinanza vera il legame solidale che unisce le due città, accrescendone la forza rievocativa e la volontà del raccontare.

Marzabotto 1 ottobre 2006: Sul palco, al centro il sindaco di Marzabotto Edoardo Masetti. E' presente anche il sindaco di Roma Walter Veltroni.

Nel comizio della mattina - immensità di popolo, gonfaloni cittadini al vento, la cerimonia nella chiesa e il silenzio assorto al mausoleo. Le parole e le testimonianze via via raccolte, lo stringersi al ricordo, delle istituzioni e dei cittadini - chi ha vissuto quell'epoca, chi ha sentito dai padri, chi non vuole dimenticare.

Monte Sole: Si ascolta in silenzio il racconto delle stragi

Nel pomeriggio, appunto - terminate le cerimonie, la sola delegazione curda compreso il sindaco Khadir Kareem, e il sottoscritto fortunato reporter a testimoniare, eccoci per le strade strette delle colline, monte Sole dai prati verdissimi e le vallate che aprono alla vista, in un pellegrinaggio.
Guardare e immaginare, ascoltando. Riflettendo. Con la consapevolezza della propria responsabilità - sì, perché nulla è mai sicuro, nel cuore dell'uomo, e lo sappiamo, orrori e orrori possono ripetersi lungo la scia del tempo che la nostra stirpe di umani va percorrendo. E allora serve il racconto, serve il mezzo mediatico, come cuneo scalfittore dell'indifferenza e incredulità e diffidenza comune. Serve il cronista attento, il fotografo efficace, il media manager che nella nostra epoca dovrebbe prima di tutto offrire cultura, aiutare a forgiare civiltà e maturità.

Monte Sole: nel cimitero di Casaglia.


Troppo in là si spinge il male dell'uomo, se non ha un contrappeso. Il potere che scavalca l'etica del vivere civile. Il denaro nuovo padrone della nostra epoca.
Dalla memoria del passato rimanga un segno, e la sofferenza delle vittime diventi ora un seme per tutti noi; che sia germoglio di azioni di pace, di volontà e di caparbietà, nel lottare senza sosta per un ideale da calare nel reale, un ideale oramai necessario per la nostra Terra.


Note: Vedi anche: Dal Kurdistan, dalla missione dei Sindaci per la pace
e altri articoli riguardanti Halabja.

Articoli correlati

  • La storia di Francesco Pirini, sopravvissuto alla strage nazifascista
    Laboratorio di scrittura
    Francesco perse sua madre Alfonsina (52 anni), la sorella Marta (12), quattro zie e otto cugini

    La storia di Francesco Pirini, sopravvissuto alla strage nazifascista

    Il 29 settembre 1944, quando iniziò il rastrellamento, le SS, giunte a Cerpiano (in provincia di Bologna), fecero entrare una cinquantina di donne e bambini nel piccolo oratorio. Poi vi gettarono bombe a mano. Chi fuggiva venne falciato, chi si lamentava venne freddato con un colpo ravvicinato
    4 dicembre 2022 - Udo Gümpel
  • L'uomo che verrà
    Cultura

    L'uomo che verrà

    Furono uccise centinaia di persone, a Monte Sole e negli altri paesi vicini a Marzabotto. Di quei fatti parla un film veramente notevole
    30 settembre 2014 - Lidia Giannotti
  • 10 luglio, una data importante
    Pace
    Da Halabja, 4 mesi dopo, di nuovo a Halabja. E poi, di ritorno, con una vita da salvare...

    10 luglio, una data importante

    Parte un progetto di aiuto medico-sanitario per rendere meno critica la situazione del piccolo ospedale di Halabja.
    13 luglio 2010 - Roberto Del Bianco
  • Il testimone silenzioso di Ramazan
    Pace
    Ai margini della recente Mission nel Kurdistan. L'incontro con chi 22 anni fa fu il primo testimone dell'orrenda strage a Halabja. E si dipanano altre storie, si fa maggiormente luce sulle vicende di allora e sull'attualità del Kurdistan di adesso.

    Il testimone silenzioso di Ramazan

    L’opinione pubblica occidentale solo oggi comincia a comprendere fino in fondo quali tragedie possono compiersi nel silenzio della gran parte dell’informazione globalizzata.
    Quando la conoscenza della verità si è dovuta affidare al coraggio e alla determinazione di singoli fotografi e giornalisti.
    Grazie a tutti gli Öztürk e Hjerten che nei teatri di guerra sparsi per il mondo continuano a documentare la ferocia dei conflitti.
    4 maggio 2010 - Andrea Misuri
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)