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    22 agosto 2025 - Patrick Boylan
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    Tutti i dubbi sulla "decarbonizzazione" dell'ILVA

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    19 agosto 2025 - Alessandro Marescotti

Allarme atomico: mettiamoci insieme

8 maggio 2006
Alex Zanotelli


Oggi scade l’ultimatum dell’ ONU all’Iran. E’ un momento grave per l’umanità che potrebbe portarci ad una guerra atomica. Siamo alla vigilia di un’altra guerra preventiva con l’aggravante dell’uso di armi nucleari? I tamburi di guerra continuano a rullare: Bush, Condoleeza Rice, Blair…non perdono occasione per ripetere il loro messaggio di morte. Sono tanti gli esperti che sottolineano la gravità della situazione in campo atomico. Per citarne uno, il fisico di Firenze Angelo Baracca, afferma che mai come oggi il mondo è stato così vicino ad una guerra nucleare, neanche durante la Guerra Fredda. Il dramma è che oggi abbiamo così tante bombe atomiche da far saltare il mondo quattro volte per aria. Esse hanno una potenza pari a duecentomila volte la bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945.
Ecco il Peccato del mondo oggi: l’Uomo può distruggere nel giro di un pomeriggio quello che Dio ha costruito in quattro miliardi e duecento milioni di anni. L’uomo, le chiese, le religioni, si trovano davanti ad una scelta di vita o di morte. “Le bombe nucleari sono un peccato”, aveva detto l’arcivescovo di Seattle (USA) mons. Hunthausen – “nella società moderna, la base della violenza è data dalla nostra intenzione di utilizzare l’arma nucleare. Una volta accettato questo, qualsiasi altro male, è al confronto, un male minore. Fin quando non ci poniamo di fronte al problema del nostro consenso all’utilizzo delle armi nucleari, ogni speranza di miglioramento generalizzato della moralità pubblica, è condannata al fallimento”.
Davanti ad un tale dramma e una così colossale crisi, mi sorprende il vedere la nostra inerzia e le nostre divisioni. Com’è possibile che gloriosi movimenti e associazioni come il MIR, Azione non violenta, Lega per il disarmo unilaterale, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Asso.pace, Unione scienziati per il disarmo, Movimento nonviolento, OSM – DPN, PUGWASH, Cipax…. non riescano a trovarsi insieme in chiave nazionale per dire una parola forte in questo momento storico?
Come mai uomini e donne di grande spessore morale e culturale che lavorano sulla pace e sulla nonviolenza, come L’Abate, Tonino Drago, G.Martirani, Rocco Altieri, A.Navarra, L.Porta, D.Gallo, Nanni Salio, Mao Valpiana, Pontara, don A.Bizzotto, A.Baracca, Peppe Sini, E.Peyretti, Venditti, (per citarne solo alcuni), non riescano a darsi un appuntamento nazionale per dire insieme una parola forte: una presa di posizione sulla BOMBA?
Questo sforzo potrebbe essere sostenuto in primo luogo dalla rete Lilliput, insieme con ControlArms, Green Peace, Peacelink, con il Coordinamento comasco per la pace ed altre organizzazioni e reti che da tempo sono impegnate su questi temi.
Un incontro di questo genere sarebbe un grande segno di unità e di coraggio in questo momento così drammatico per l’umanità. Queste personalità, in rappresentanza di tutti i gruppi e associazioni che lavorano per la pace in Italia, potrebbero poi elaborare alcuni appelli, uno rivolto al Papa, e un altro alla Conferenza Episcopale Italiana, chiedendo che la BOMBA venga dichiarata peccato, e la guerra atomica tabù. Un terzo appello potrebbe essere rivolto al formando governo Prodi perché ritiri immediatamente le truppe dall’Iraq e rifiuti risolutamente l’ipotesi di un’altra guerra preventiva contro l’Iran e metta al bando quel centinaio di bombe atomiche attualmente presenti in Italia.
Tutte le associazioni e i gruppi che lavorano per la pace insieme alle personalità che le animano potrebbero indire un altro grande incontro pubblico, ad esempio all’Arena di Verona (recuperando così la grande tradizione di Beati i costruttori di pace), ove pubblicamente e in tanti grideremmo il nostro no alla BOMBA e alla guerra atomica.
Non perdiamo questo kairos della storia.

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Con mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo e presidente di Pax Christi

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“Negoziare la fine della il prima possibile”: 69%.
Gli ucraini che vogliono combattere fino alla sono diventati una minoranza: 24%.

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La pazienza è la sorella maggiore dell'efficacia.

Henry de Lubac - Teologo

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