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A tre anni dalla guerra contro l'Iraq

A Roma oltre centomila in piazza per la pace. Ma i mass media censurano la notizia

Proprio così: la notizia è scomparsa dai mass media (e anche dall'Internet ufficiale delle testate più visitate). In parte per lo sciopero dei giornalisti. Ma anche per un'informazione che non funziona e che censura. E dire che il 10 marzo avevamo promosso verso la Rai e i mass media la campagna "Diamo voce alla pace"!

Il diario della manifestazione, scritto da Ivana Mescalchin
Fra le tante cose che ci ha dato Roma il 18 marzo (le strade e le piazze che abbiamo attraversato, i monumenti ogni volta più incredibilmente veri, l'allegria della gente, i colori, 'la bandao' strepitosa di Poggibonsi, e le ragazzine che avanzavano nel corteo a passo di danza sul ritmo dei tamburi, una marea animata di gente) la cosa più bella erano i sorrisi delle persone: quello di Giuliana Sgrena che si è aperto su un viso serio e sofferto, di uomini e donne non più giovani avvolti nelle bandiere iridate che si riconoscevano e si abbracciavano, di ragazzine col viso dipinto col segno della pace, quel ragazzo con lo sguardo sognante che cantava tra sé e quell'uomo goffo con la bandiera rossa che ballava di gioia...

C'era un senso diffuso di contentezza per essere lì, in una città magnifica in una luminosa giornata di primavera: quel cercarsi continuo con gli occhi, e la curiosità di vedere cosa c'era scritto sui cartelli e sugli striscioni, il cavalluccio di cartapesta col Berluskan...
Ognuno a suo modo esprimeva un proprio sentire, dai cittadini americani con le loro bandiere, ai gruppi di partito organizzati, a quelli in bicilcletta, le famiglie, i singoli con un cartello scritto a mano con la frase del cuore : 'il sonno della ragione genera mostri'...
Io avevo a fianco la mia bambina compunta che controllava se stavo composta e ogni tanto rientrava nel gruppetto delle amiche a ridere e commentare. Abbiamo camminato tanto e sembrava che avremmo continuato ancora...
Quando siamo arrivati in piazza Esedra i comizi erano finiti da tempo e la gente cominciava a riporre striscioni e bandiere, a gruppi si salutavano e si separavano.

Mancava un finale da ricordare, ma c'era una grande bandiera iridata stesa a terra nel centro della piazza; alcune persone sedevano sui bordi chiacchierando a gruppetti e qualcuno s'era disteso per far ridere gli amici, come a esibire la stanchezza per la lunga marcia; altri, sorpresi e incuriositi, scaricavano sulla scena le ultime foto.
Io mi ricordo il sorriso di un tipo 'finlandese', a cui mando un saluto da Venezia.

Poi tutti in fila al panificio in Campo dei Fiori (ultrastrapieno di fiori) per un trancio di pizza e di nuovo a piedi fino al Colosseo, come un fiume al tramonto che va verso la foce.

Siamo saliti sulla metro fino a Ponte Mammolo, in compagnia di quei ragazzi romani che si prendevano in giro a vicenda vociando prima di separarsi con abbracci a fermate diverse.

E poi, un altro viaggio nella notte verso casa, stanchi ma contenti, attraverso il paesaggio spaziale dell'autostrada.

---------------

PS: di situazioni incresciose a cui accennano alcuni giornali noi non abbiamo avuto alcun sentore.

Oggi, 18 marzo, a Roma oltre centomila persone hanno dato voce alle ragioni della pace sfilando contro la guerra senza alcun incidente.

Il 18 marzo è il terzo anniversario dell’inizio della guerra all’Iraq. Vi è stata una giornata internazionale di mobilitazione, con manifestazioni e iniziative in tutto il mondo.

Ma la notizia è scomparsa dai mass media. In parte per lo sciopero dei giornalisti. Ma anche per un'informazione che non funziona e che censura. E dire che il 10 marzo avevamo promosso verso la Rai e i mass media la campagna "Diamo voce alla pace"!

Si vede un breve servizio su Raitre. Ma è poca cosa, anche se devono dire che ci sono state "oltre centomila persone" e che il corteo "è sfilato senza incidenti".

Pertanto, cari amici che avete marciato nel corteo, scrivete voi la cronaca di ciò che per i mass media non è mai esistito.

Fatelo liberamente cliccando su
http://italy.peacelink.org/pace/indices/index_2124.html

Ma non solo viene censurata la pace: viene censurata anche la guerra sui mass media.

In Iraq infatti l’esercito degli Stati Uniti ha lanciato una nuova offensiva. E' in corso un bombardamento a tappeto, a nord di Baghdad e a Samarra. E' un bombardamento a cui i mass media hanno messo il silenziatore.

La pace al primo posto L'Italia che ripudia la guerra L'Italia che ripudia lo scontro di civilta' Diario di Michele Masotina
Roma 18/03/2006: partenza da Milano Centrale ore 07.10.
Tutti con la propria bandiera e/o manifesto per dimostrare che anche stavolta ci siamo!!!! Dopo 3 anni dal'inizio di questa SCHIFOSISSIMA guerra siamo ancora qui pronti, a sfilare per Km uniti per le vie di Roma!!!

Migliaia di persone e nessuno ne parla? Una pace che tutti vogliono ma che non riesce e riempire le pagine dei giornali!!! Vuoi per lo sciopero dei giornalisti o vuoi per... ma chi se ne frega!!!

Certo sarebbe stata una cosa sincera tornare a casa accendere la tv e rivedersi una capitale tinta dei colori della PACE!! Gia', proprio come tre anni fa!!! Ma, ripeto, chi se frega io c'ero e come me tanti altri!!! L'importante come sempre credo, sta nel fatto di esserci e di farsi sentire!!!

Eravamo in tanti, forse troppi per alcuni!!!! Ma non preoccupatevi,la prossima volta saremo ancora di piu'!!!

Eppure è il bombardamento più massiccio di questi tre anni, dicono gli esperti. Sono entrati in azione 250 tra veivoli tattici, aerei ed elicotteri. Non si conoscono né il numero delle vittime né i danni materiali.

Si sa che Baghdad una città barricata e deserta.

Non si hanno immagini e quindi la guerra non esiste.

Fa il paio con questo corteo che è sfilato massiccio ma che, come la guerra, non esiste.

Per lor signori, ovviamente.

Note: Giornata di mobilitazione internazionale contro la guerra e le occupazioni
18 marzo 2006
Manifestazione per la pace a Roma
Il comitato organizzatore
http://www.18marzo.unmondodiverso.it

Leggi anche:
“Diamo voce a tutti i militari che sono in Iraq ma non vogliono rimanerci”
di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 18 marzo 2006
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=2078

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