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Un ricordo

Tiziano Terzani: è gia passato un anno

Un anno fa iniziava un nuovo viaggio Tiziano Terzani, viaggiatore dell'animo umano e delle sue inquietudini
1 agosto 2005

Caro Tiziano,
è già passato un anno. Un anno da quando il tuo ultimo giro di giostra è finito. Sembra di rivivere quei momenti ancora adesso. Chissà dove sei ora, se ci osservi, cosa pensi di quel che è accaduto in questo anno. Beslan, Baghdad, Kabul, Londra, Taba, Sharm El Sheik. Una grande scia di sangue che non cessa mai. In questi mesi tantissime volte siamo ritornati sui tuoi scritti, abbiamo cercato in essi conforto e speranza. Viviamo un'epoca particolare, in cui il concetto stesso di umanità è in discussione. Un'epoca in cui ci viene imposto di essere rapidi, efficienti, di apparire a tutti i costi. Davanti a tutto questo tu hai compiuto la scelta che appariva più azzardata. Hai deciso di non esserci più, di stare in silenzio. E così ti sei rifugiato sui monti a te cari del continente asiatico. Lì sei rimasto per anni. Solo dopo l'11 settembre hai sentito l'esigenza di scendere dai monti e di tornare a parlare. In questo breve periodo, fino all'anno scorso, le tue parole sono state importantissime, strada da seguire per sfuggire alla morsa dell'odio e della violenza. In molti in questi decenni hanno cercato di essere voce di chi non ha voce, dei perseguitati, degli oppressi, degli emarginati di una società sempre più escludente e alienante. Tu hai scelto una sfida ancora più difficile: hai donato la tua voce a quel che voce non ha mai avuto. Hai viaggiato, indagato, scrutato nell'animo umano. I tuoi libri, pensieri, testi e riflessioni sono stati un'unico immenso viaggio in quella parte di sé che l'uomo cerca di soffocare. Il tuo sguardo vigile e attento si è rivolto al cuore dell'uomo, alla sua intimità ed essenza. "Non si vede bene che col cuore, l'essenziale non è visibile agli occhi" diceva la volpe al Piccolo Principe nel capolavoro di Antoine de Saint Exupery. Ed allora tu hai scelto di non guardare quel che è fuori l'uomo, ma quel che è dentro di lui. I fumi dell'odio, dell'intolleranza, della violenza, dell'indifferenza. Da scacciare con la brezza gentile dell'apertura all'altro, della convivenza, della solidarietà. "La Pace è dentro di noi".
Ciao Tiziano

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