Una nuova professione di Cristo

1 dicembre 2004 - Jim Wallis

A causa di una profonda e crescente ansia su un'emergente “teologia della guerra” nella Casa Bianca, di un linguaggio sempre più frequente di “impero giusto” e delle rivendicazioni ufficiali della “nomina divina” per una nazione e un presidente nella “guerra” contro il terrorismo, mi sono unito a diversi teologi ed etici nello scrivere la seguente dichiarazione. Un clima in cui la violenza è troppo facilmente accettata, e i ruoli di Dio, Chiesa e Nazione troppo facilmente confusi richiedono una nuova “professione”di Cristo. La dichiarazione fissa cinque punti chiave degli insegnamenti di Gesù, mentre rifiuta i falsi insegnamenti che annullano il suo messaggio. È stata firmata da più di 200 teologi ed etici - la maggior parte provenienti da seminari teologicamente conservatori e college cristiani. La condividiamo con voi e vi chiediamo di spedirla ai vostri amici e presentarla alle vostre Chiese se condividete le sue ansie e le sue convinzioni.

Professare Cristo in un mondo di violenza
Il nostro mondo è rovinato dalla violenza e dalla guerra. Ma Gesù ha detto: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5:9). Gente innocente, a casa e fuori, è sempre più minacciata da attacchi terroristici. Ma Gesù ha detto: “Amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori” (Mt. 5:44). Queste parole, che non sono mai state semplici, sembrano ancora più difficili oggi. Tuttavia, arriva un tempo in cui il silenzio va interrotto. Quante Chiese hanno ascoltato sermoni su questi testi dalle atrocità terroristiche dell'11 settembre? Dov'è il dibattito serio su cosa significa proclamare Cristo in un mondo di violenza? Il “realismo” cristiano significa rassegnarci a un futuro infinito di “guerre preventive”? Significa chiudere gli occhi davanti alla tortura e alle vittime civili? Significa fingere paura e rancore invece che intelligenza e ritegno?
Professare fedelmente Cristo è il compito della Chiesa e ancora di più quando la sua professione è cooptata dal militarismo e nazionalismo.
Una “teologia della guerra”, emanata dalle alte sfere del governo americano, si sta diffondendo anche nelle nostre Chiese.
Il linguaggio di “impero giusto” è utilizzato con crescente frequenza. I ruoli di Dio, Chiesa e Nazione sono confusi parlando di una “missione” americana e di “nomina divina” per “liberare il mondo dal male”?.
Le questioni di sicurezza davanti alla nostra Nazione non permettono facili soluzioni. Nessuno ha il monopolio sulla verità. Ma una politica che rifiuta il giudizio di una consulta internazionale non dovrebbe essere battezzata da religiosità. Il pericolo oggi è l'idolatria politica inasprita dalla politica della paura.
In questo tempo di crisi, abbiamo bisogno di una nuova professione di Cristo.
1. Gesù Cristo, come attestano le Sacre Scritture, non conosce confini nazionali. Coloro che professano il suo nome si trovano su tutta la terra. La nostra fedeltà a Cristo ha la priorità sull'identità nazionale. Ogni volta che il Cristianesimo entra a compromessi con l'impero, il Vangelo di Cristo è screditato.
Noi rifiutiamo il falso insegnamento che ogni Nazione-Stato possa essere descritta con le parole, “la luce splende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno accolta”. Queste parole, utilizzate nella scrittura, sono valide solo per Cristo. Nessun leader politico o religioso ha il diritto di convertirle al servizio della guerra.
2. Cristo affida ai cristiani una forte congettura contro la guerra. La distruzione arbitraria della guerra moderna fortifica questo obbligo. Stando all'ombra della Croce, i cristiani hanno la responsabilità di calcolare i costi, dare voce alle vittime ed esplorare ogni alternativa prima che una nazione entri in guerra. Dobbiamo affidarci alla cooperazione internazionale invece che alle politiche unilaterali. Rifiutiamo il falso insegnamento che una guerra al terrorismo ha la precedenza sulle norme etiche e legali. Alcune cose non sarebbero dovute essere fatte “la tortura, il bombardamento intenzionale dei civili, l'utilizzo indiscriminato di armi di distruzione di massa” - senza tener conto delle conseguenze.
3. Cristo ci ordina di vedere non solo la pagliuzza nell'occhio del nostro avversario ma anche la trave nel nostro. La distinzione tra bene e male non corre tra una Nazione e l'altra, o tra un gruppo e l'altro. Corre dritto nel cuore di ogni uomo. Noi rifiutiamo il falso insegnamento che l'America è una “Nazione cristiana”, rappresentante solo virtù, mentre i suoi avversari sono solo malvagi. Rifiutiamo il credo che l'America non ha nulla di cui pentirsi, così come rifiutiamo il fatto che rappresenti il maggior male del mondo. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rm. 3:23).
4. Cristo ci ha mostrato che l'amore per i nemici è il cuore del Vangelo. Mentre eravamo ancora nemici, Cristo è morto per noi (Rm. 5:8, 10). Sta a noi mostrare l'amore per i nostri nemici così come crediamo che Dio in Cristo ha mostrato l'amore a noi e a tutto il mondo. L'amore per i nemici non significa arrendersi a intenzioni ostili o alla dominazione. Significa rifiutare di demonizzare ogni essere umano creato a immagine di Dio. Noi rifiutiamo il falso insegnamento che ogni essere umano possa essere definito come al di fuori della protezione della legge. Rifiutiamo la demonizzazione dei nemici scovati, che fanno solo strada ad abusi; e rifiutiamo il maltrattamento dei prigionieri, noncuranti dei supposti benefici dei loro carcerieri.
5. Cristo ci insegna che l'umiltà è la virtù adatta a perdonare i peccatori. Attenua i disaccordi politici e permette che le nostre concezioni politiche, in un mondo complesso, possano essere errate.
Rifiutiamo il falso insegnamento che coloro che non sono con gli Stati Uniti sono, politicamente, contro essi o che coloro che contestano, fondamentalmente, le politiche americane debbano essere con i “malfattori”. Queste crude distinzioni, soprattutto quando usate dai cristiani, sono espressioni di eresia manichea, in cui il mondo è diviso in forze di bene assoluto e male assoluto.
Il Signore Gesù Cristo è autorevole per i cristiani, o non lo è. La sua Autorità non può essere messa da parte da nessun potere terreno.
Le sue parole non possono essere distorte per scopi propagandistici. Nessuna nazione-stato può usurpare il posto di Dio. Crediamo che riconoscere queste verità è indispensabile per i seguaci di Cristo. Li esortiamo a ricordare questi principi nel prendere le loro decisioni come cittadini. Costruire la pace è il centro della nostra vocazione in un mondo afflitto in cui Cristo è il Signore.

Note

Traduzione a cura di Francesco Verde, Traduttori per la pace

Trovate l'elenco dei firmatari alla pagina:
http://aidanslegacy.typepad.com/lillylewin/files/sojourners_election_2004.html

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Note

    Traduzione a cura di Francesco Verde, Traduttori per la pace

    Trovate l'elenco dei firmatari alla pagina:
    http://aidanslegacy.typepad.com/lillylewin/files/sojourners_election_2004.html
    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15