FINANZIARIA

Non c'è giustizia senza tasse

Le tasse non sono il “male” ma lo strumento per costruire la solidarietà. Il più efficace. Come dimostrano le proposte per la finanziaria 2005. Immediate e concrete. Provare per credere.
Giulio Marcon

Uno dei punti centrali della campagna Sbilanciamoci! di quest'anno per la finanziaria del 2005 è la questione fiscale. Tema ostico e indigesto – anche per i movimenti – a causa della complessità di meccanismi e calcoli, la questione fiscale è in realtà centrale per un'economia di giustizia. Infatti, usare bene le imposte e le tasse, significa promuovere diritti e welfare, solidarietà e giustizia. Su un altro versante però, nel dibattito politico di questi anni, il tema della leva fiscale è stato strumentalizzato in modo ideologico e populista, al fine di perseguire l'obiettivo della riduzione indiscriminata dell'imposizione fiscale, identificata come un “male in sé”, una gabella “estorta” dallo Stato “inefficiente e sprecone”.

Tasse e solidarietà
È un'impostazione politico-culturale, questa, che va denunciata, contraria allo spirito e alla lettera della nostra Costituzione che ricorda come la contribuzione fiscale sia un dovere di solidarietà e come questa debba essere ispirata a principi di progressività e di eguaglianza. Se le tasse non sono un “male in sé”, la riduzione della leva fiscale non è un “bene in se”. Chi dice “meno tasse”, deve avere il coraggio di dire “meno servizi”. Meno servizi, significa meno diritti e solidarietà. Chi propugna la riduzione fiscale indiscriminata ha in mente il mercato: i servizi sociali, la sanità, la scuola non più come diritti ma come merci che si acquistano, nuovo business e ricchi profitti. Al contrario di chi attacca le tasse – e che ha in mente solamente i privilegi dei più ricchi e l'egoismo sociale – il principio della contribuzione fiscale è un principio di civiltà, di coesione comunitaria e di solidarietà.
La leva fiscale è non solo uno strumento necessario per far fronte ai fabbisogni fondamentali delle nostre istituzioni per il loro funzionamento e per i servizi rivolti ai cittadini, ma un modo efficace per rafforzare la coesione sociale, lo sviluppo, la ridistribuzione del reddito a favore delle classi economicamente più disagiate. Non è solamente questione di lotta all'evasione fiscale, ma dell'ampliamento della base fiscale spostando il prelievo dal lavoro alla rendita, dalle persone fisiche alle speculazioni, dai redditi più bassi a quelli più alti, dalle produzioni sociali a quelle ecologicamente nocive e socialmente dannose. Senza risorse – e dunque senza un adeguato prelievo fiscale – non può esserci un Welfare che funziona e adeguato alle esigenze dei cittadini, non possono darsi politiche di sostegno allo sviluppo e di aiuto alle regioni più povere, non possono essere messi nelle condizioni di operare i comuni – e più in generale gli enti locali e le regioni – nell'offerta dei servizi essenziali alla comunità e al territorio.

Quattro direzioni
Sono quattro le direzioni verso cui bisognerebbe muoversi per un rinnovato uso dello strumento fiscale.
La prima è quello del principio di progressività previsto dalla nostra Costituzione, avviando il processo di revisione del trattamento fiscale delle

Cos&#8217;è <i>Sbilanciamoci! </i>
La Campagna Sbilanciamoci! è nata nel 2000 con l’obiettivo di avanzare proposte concrete per l’utilizzo della spesa pubblica e le scelte di politica economica e sociale, per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla giustizia, i diritti, la pace, la sostenibilità ambientale.

Ogni anno, la Campagna Sbilanciamoci! analizza criticamente la legge finanziaria e tutti i principali provvedimenti di natura economica del governo e del parlamento, proponendo misure alternative. A metà ottobre di ogni anno viene pubblicata la “controfinanziaria” di Sbilanciamoci con le proposte alternative che danno vita a iniziative pubbliche, petizioni, invio di cartoline ai parlamentari.
Altra iniziativa della Campagna è la pubblicazione in primavera del rapporto sulla qualità locale dello sviluppo sulla base di indicatori appositamente elaborati dalla Campagna: il QUARS (Qualità Regionale dello Sviluppo).
Infine la Campagna Sbilanciamoci organizza annualmente il forum dell’”Impresa di un’economia diversa”, una sorta di “controcernobbio” che nel 2003 si è tenuto a Bagnoli e nel 2004 a Parma.
Fanno parte di Sbilanciamoci: Altreconomia, Antigone, ARCI, Arci servizio civile, Associazione Finanza Etica, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione per la Pace, Beati i Costruttori di Pace, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Carta, Cipsi, Cittadinanzattiva, CNCA, Coop. Roba dall’Altro Mondo, CTM Altromercato, Donne in nero, Emergency, Gruppo O.Romero-Sicsal, ICS, Legambiente, LILA, Lunaria, Mani Tese, Medici senza Frontiere, Microfinanza, Pax Christi, Rete Lilliput, UISP, UDS, UDU, Un Ponte per… WWF.

Per aderire e contribuire alla Campagna:
Sbilanciamoci, Via Salaria 89, 00198 Roma
Tel. 06 8841880 fax 06 8841859
E-mail: infosbilanciamoci@lunaria.org
Web: http://www.sbilanciamoci.org
persone fisiche, che tenga conto non più solamente del reddito dichiarato, ma anche di altri indicatori di ricchezza. Ricordiamo in questo contesto che in Olanda dal 2001 è in vigore l'imposta patrimoniale. La seconda, è la lotta all'evasione fiscale tra le imprese, adeguando la relativa imposizione fiscale e finalizzando eventuali sgravi agli investimenti in ricerca, sviluppo, formazione. La terza è l'accentuazione della pressione fiscale sulle rendite finanziarie, colpendo le speculazioni finanziarie su base europea. La quarta è l'introduzione più decisa delle “tasse di scopo” che colpiscano produzioni e consumi privati dannosi per l'ambiente, la società, le persone, che possano orientare virtuosamente lo sviluppo e i consumi verso una migliore qualità della vita. Tra queste “tasse di scopo” c'è chi auspica una tassazione aggiuntiva sulla produzione e la commercializzazione di qualsiasi sistema d'arma.
Ovviamente, il presupposto di quest'azione sulle direttrici appena elencate acquista più forza se si crea un clima di fiducia verso la contribuzione fiscale. Questo può essere dato da una parte con una fortissima ed efficace lotta all'evasione fiscale (che significa anche allargamento della base fiscale, indipendentemente dall'accentuazione della pressione) che in questi ultimi anni è ripresa a crescere. Dall'altra, ciò implica rinnovare gli sforzi per migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione e dei servizi di welfare, cui i cittadini contribuiscono – in questo caso più volentieri – con le proprie tasse.

Cinque modeste proposte
In questo contesto le proposte relative al fisco della campagna Sbilanciamoci!, per una finanziaria di solidarietà e di pace del 2005 sono molto specifiche. Contrariamente a quanto auspica il governo, per l'IRE (che sostituisce l'Irpef) viene proposto l'aumento (per le più alte fasce di reddito) della aliquota più alta dal 45 al 48,5% (come succede in altri Paesi europei) e di quella del 39% fino al 41%; operazione che permetterebbe di raccogliere risorse per 3 miliardi di euro. Una seconda proposta riguarda l'introduzione per l'Irpeg di una imposta minima sulle società di capitali che toccherebbe le oltre 200.000 imprese che, pur essendo operative e presenti sul mercato, puntualmente non pagano né Irpeg, né Irap. Il ricavo di questa misura sarebbe di 2,5 miliardi di euro. Terza proposta: la reintroduzione della tassa di successione, che porterebbe introiti per 1 miliardo e 38 milioni di euro. Quarta: l'introduzione di una tassa (sul modello della Tobin Tax) sulle transazioni speculative in cambi (aliquota 0,05%) su base europea. Questa misura porterebbe nelle casse dello Stato 1 miliardo e 231 milioni di euro. Quinta: l'unificazione delle due aliquote esistenti (12,5 e 27%) del prelievo sulle rendite finanziarie al livello della prima aliquota Irpef del 23%.
E poi ci sono le tasse di scopo come la reintroduzione della carbon tax, l'introduzione di una tassa del 4% sull'esportazione dei sistemi d'arma (stima entrate: 50 milioni di euro); l'introduzione sul modello francese di una tassa (5%) sui diritti televisivi legati allo sport spettacolo e (1%) sui servizi di pubblicità per imprese oltre una certa soglia di fatturato (stime entrate: 109 milioni di euro); l'aggravio del 10% sull'aliquota del tabacco (stima entrate: 770 milioni di euro); ecc. ecc.

Cosa fare delle tasse
Il complesso di questa operazione di riforma fiscale può raggiungere diversi scopi: a) recuperare preziose risorse (specificare) da destinare alle politiche di sviluppo, di coesione sociale, di welfare, di solidarietà internazionale e per le politiche di pace; b) rafforzare le funzioni di equità sociale e di ridistribuzione del reddito che la leva fiscale deve avere; c) orientare in modo positivo e virtuoso i consumi e la qualità dello sviluppo. L'obiettivo, in questo senso, è quello di una riconversione ecologica e di pace dell'economia, puntando su un modello di sviluppo nuovo, con al centro i diritti, la giustizia sociale e internazionale, nuovi comportamenti e stili di vita: sfide possibili per la finanziaria del 2005.

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