EDITORIALE

Finanziaria... di guerra

Alex Zanotelli

“Ogni cannone costruito, ogni nave da guerra varata, ogni missile sparato, è alla fine un furto verso coloro che hanno fame e devono essere sfamati, verso coloro che hanno freddo e non hanno di che coprirsi. Questo mondo non spende per le armi solo denaro, ma spende il sudore dei suoi operai, il genio dei suoi scienziati, le speranze dei suoi figli. Questo non è un modo di vivere nel vero senso della parola. Sotto le nubi della guerra c’è l’umanità, appesa a una croce di ferro”. Non sono parole di un Papa, né di un vescovo. Sono parole del più grande generale degli Stati Uniti, Dwight David Eisenhower, comandante in capo delle truppe alleate in Europa, durante la seconda guerra mondiale. Le ha pronunciate il 16 aprile 1953.
A distanza di più di cinquant’anni, dobbiamo constatare che viviamo in un mondo che ha radicalmente tradito quel sogno nato sulle ceneri della seconda guerra mondiale. Un sogno che è stato codificato nell’articolo 11 della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra …” un sogno oggi, tradito anche dal governo Prodi. Un tradimento ancora più amaro perché l’attuale Governo è stato votato sull’onda dei tre milioni di cittadini italiani che hanno protestato a Roma contro la guerra in Iraq, sull’onda del popolo delle bandiere di pace, dei giovani che hanno detto no alla politica militarista berlusconiana…
Altro che discontinuità con il Governo Berlusconi! C’è invece una profonda continuità con la politica militarista del passato Governo. Basti guardare la finanziaria che abbiamo sotto gli occhi: una “finanziaria a mano armata”, come l’ha definita Manlio Dinucci. Il bilancio della difesa per il 2007 sale a diciotto miliardi e centotrentaquattro milioni di euro, rispetto ai diciassette miliardi e settecentottantadue milioni di euro del 2006. Quasi il doppio del bilancio di competenza per le università e la ricerca.
Ma non è tutto, poi ci sono quelli che in gergo si chiamano “correttivi”. “Primo correttivo”: l’articolo 113 istituisce un “fondo” per le esigenze di investimento per la difesa, destinato a “programmi di investimento pluriennale, derivante anche da accordi internazionali”, che riceve un miliardo e settecento milioni di euro per il 2007, un miliardo e cinquecentocinquanta milioni per il 2008, un miliardo e duecento milioni per il 2009. Circa quattro miliardi e mezzo in tre anni! Il “secondo correttivo”, art. 187, istituisce un fondo di quattrocento milioni di euro per il 2007, cinquecento milioni per ciascun anno (2008 e 2009) per la “tenuta in efficienza dello strumento militare, mediante interventi di sostituzione, ripristino e manutenzione di mezzi e materiali”. In altri termini, i soldi necessari per la manutenzione di aerei e navi da guerra (utilizzati in missioni come quella in Afghanistan) non saranno presi dal bilancio di competenza della difesa, ma da fondi aggiuntivi previsti da questa finanziaria. “Terzo correttivo”: l’articolo 188 che permette per il prossimo triennio la spesa di un miliardo di euro per il finanziamento della partecipazione italiana alle “missioni internazionali di pace”. Questo è particolarmente grave, perché ciò annullerà il dibattito parlamentare sul rifinanziamento della missione in Afghanistan!
“Con questi correttivi, la spesa militare italiana supererà ampiamente nel 2007 i ventun miliardi di euro, equivalenti a oltre ventisette miliardi di dollari: l’Italia si colloca così al settimo posto mondiale, come spesa militare”, così afferma Manlio Dinucci. La finanziaria aumenta la spesa militare del 12% e rilancia l’economia italiana mediante il potenziamento dell’industria bellica e quindi la produzione e il commercio delle armi. Nemmeno il Servizio Civile uscirà indenne dalla prossima finanziaria: nessun aumento di fondi rispetto allo scorso anno. L’impegno è per duecentocinquantasette milioni e settecentosessantamila euro. Esprimo la mia più profonda costernazione di fronte a tali dati e di fronte a un Governo, che si proclama di centro-sinistra, eletto anche da chi non voleva saperne della guerra e degli armamenti! Mi meraviglia ancora di più l’ostinazione del Governo Prodi di rimanere a tutti i costi in Afghanistan. “Il fatto che questa guerra sia sotto l’ombrello dell’ONU, che poi l’ha appaltata alla NATO, è solo una finzione giuridica – ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro. In ogni caso le bombe sono le stesse dell’Iraq. In nome della coscienza e della vita di ogni uomo, non credo si possa tacere sulla missione militare in Afghanistan”. Questa politica militarista del Governo Prodi tradisce le aspettative del popolo italiano.

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