Espressione incensurabile?

14 marzo 2006 - Giancarla Codrignani

Per la Cassazione dire "negro di merda" a un lavoratore straniero non è ingiuria. Tutti i giornali hanno riferito con scandalo che, pronunciata "in stato d'ira", l'espressione è "incensurabile" e che, pertanto, è stato respinto il ricorso del Pubblico Ministero, secondo il quale la sentenza che aveva assolto l'autrice dell'insulto di cui sopra perché provocata da altre offese indirizzatele dall'"extracomunitario", non teneva conto della "discriminazione razziale" implicita nell'espressione.
Si deve notare che pochi mesi prima la stessa Cassazione aveva già sostenuto l'irrilevanza dell'espressione "sporco negro" sulla bocca di chi stava pestando di botte una persona di colore.
Gli insulti sono una pratica comune del lessico televisivo e sembra che anche giudici di alto rango subiscano il fascino del soave conversare dei "famosi" nell'isola. Rassegnamoci. Capita anche nelle migliori famiglie delle alte Corti.
Speriamo che per gli alti magistrati costituisca un valido precedente per quando l'integrazione porterà negli uffici giudiziari e nella polizia personale di colore e l'espressione potrebbe venire rivolta a professionisti come loro. Ma intanto qualcuno può arrabbiarsi, sia per l'autorevole accettazione della volgarità nel linguaggio, sia per l'uso non di un'offesa qualsiasi, ma di un termine palesemente razzista per essere di colore la persona a cui è stato indirizzato?
E uno arrabbiato può dire, restando incensurabile, Cassazione di merda?

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