don Andrea Santoro

5 febbraio 2006 - Chiara Piacentini

Cari tutti
il sacerdote ucciso in Turchia era un amico di suor Maria Gallo della Piccola Famiglia dell'Annunziata.
L'abbiamo incontrato a settembre scorso a Modena, dove ha tenuto una piccola conferenza sulla sua vita e la sua esperienza in Turchia.
Non era un missionario, era un testimone: nella sua chiesetta turca, sempre aperta per la preghiera, entravano i cristiani cattolici, gli ortodossi ma anche i musulmani.
Non faceva proseliti, né attività di assistenza, né asili, né mense, solo preghiera. Ci era sembrata una bellissima persona, ed era anche molto prudente: sapeva dov'era, che era un 'ospite' e anche aveva molto rispetto per i fedeli di altre religioni.
Ricordo due cose:
- ci disse che la Turchia fu una delle prime terre ad essere evangelizzate, ed ora i cristiani sono una piccola minoranza. Anche Roma e l'Italia potrebbero, un giorno, diventare terre scristianizzate
- che la chiesa di Roma, la sua parrocchia naturalmente ma anche il card Ruini, all'inizio non lo voleva lasciare andare perché non ne vedeva l'utilità. Dopo molte insistenze - e molto tempo – però gli ha detto: "Non capisco però vai".
Lucio ha ritrovato adesso un opuscolo che ci lasciò durante quell'incontro: c'e' una bellissima lettera che da' conto della sua vita e della sua esperienza a Trebisonda molto meglio dei miei lacunosi ricordi.
L'ho scannerizzata e ve la allego.
(Qui sotto invece due articoli di giornale)
Chiara
p.s. dopo la rilettura della lettera di don Andrea, leggere le strumentalizzazioni politiche che stanno facendo della sua morte fa venire il voltastomaco.


La Repubblica - Gli ex parrocchiani piangono don Andrea "Un missionario di carità e amore"

ROMA - "Non bisogna essere buoni, bisogna essere santi". Era questa la frase che don Andrea Santoro ripeteva sempre ai suoi parrocchiani della chiesa di San Fabiano e San Venanzio a Roma. E oggi, tra le lacrime, ne ricordano lo slancio "missionario e di carità".

Don Andrea è stato parroco nel quartiere di San Giovanni dal '94 al 2000, anno in cui era partito per la missione in Turchia. "Non per evangelizzare - ha sottolineato il parroco don Marco che con don Andrea ha collaborato per anni - ma solo per testimoniare una presenza cristiana e accogliere i pellegrini che si recavano in visita alle chiese dell'Asia minore".

Nel tardo pomeriggio, i parrocchiani sono giunti a decine nei locali della parrocchia in via Terni, raccogliendosi in preghiera. Ricordano gli anni in cui don Andrea "ha ridato vita alla parrocchia riempiendola di attività". "Prima di lui - ha raccontato Antonella - non c'era niente". "Ha aperto la Chiesa a tutti, anche ai musulmani, conosceva le loro famiglie", ha ricordato il parroco. "Prima di tutto veniva la carità. La madre - ha aggiunto Walter, diacono - mi raccontava che era così fin da piccolo, voleva sempre regalare il suo cappotto ai poveri".

Nel '95 creò il centro di accoglienza per i tossicodipendenti, dieci posti e un pronto soccorso tuttora attivo. Ha creato gruppi per i giovani, per gli anziani, per i bambini. Aveva cercato di trasmettere la sua passione ecumenica ai fedeli attraverso i pellegrinaggi in Terra Santa. Uno in particolare è rimasto impresso nella memoria dei fedeli: "Ci ribattezzò nel Giordano: fu di una spiritualità intensissima".

"Era un sacerdote molto preparato e prudente", ricorda un fedele. "Sapeva di andare in una terra musulmana. Anche l'ultima volta che ha celebrato Messa in parrocchia, lo scorso 25 gennaio, era sereno. Se avesse mai avuto minacce? Direi proprio di no. Aveva solo avuto qualche problema all'inizio con le autorità locali perché temevano che facesse proselitismo, vietato dalle leggi di quel Paese, ma poi le cose si sono subito chiarite".

(5 febbraio 2006)


Don Andrea Santoro, 60 anni, era di Roma, in missione a Trebisonda
L'omicida sarebbe un giovane di 16 anni. Lo sdegno di Ciampi
Turchia, sacerdote italiano cattolico ucciso in chiesa mentre pregava
Prima di fuggire l'assassino ha gridato due volte: "Allah è grande"
Ignoto il movente: "Potrebbe essere il gesto di uno squilibrato"

ANKARA - Un sacerdote cattolico italiano è stato ucciso nella città turca settentrionale di Trebisonda. Don Andrea Santoro, 60 anni, era della diocesi di Roma ma nella missione in Turchia si interessava del dialogo interreligioso tra cattolici e islamici. E' stato ucciso con un colpo di pistola mentre pregava nella chiesa parrocchiale di Santa Maria dove aveva appena celebrato Messa. Secondo i testimoni, l'assassino è un giovanissimo, un sedicenne che è fuggito dalla chiesa gridando "Allah Akbar", Allah è grande. Ignoto il movente: "Potrebbe essere il gesto di uno squilibrato", ha detto l'ambasciatore d'Italia in Turchia, Carlo Marsili. Lo sdegno di Ciampi: "Sono addolorato e scosso".

L'assassino ha sedici anni. Era il primo pomeriggio a Trabzon (l'antica Trebisonda), e don Andrea aveva appena finito di dire la Messa e stava pregando nella chiesa di Santa Maria nella città turca sul Mar Nero. Era presente nella chiesa un fedele cattolico turco. Un giovane, avvolto in un cappotto di montone nero, è entrato nella chiesa si è avvicinato al sacerdote e gli ha sparato a bruciapelo freddandolo sul colpo. Subito dopo ha gridato "Allah Akbar", Allah è grande, ed è uscito da una finestra.

Una giovane donna italiana che stava entrata nella chiesa proprio in quel momento, Loredana Palmieri, lo ha visto uscire dalla finestra gridando di nuovo la stessa invocazione religiosa islamica.

Loredana Palmieri è in stato di shock, ma sembra che la sua testimonianza e quella del giovane turco, che era nella chiesa con don Andrea abbiano già consentito alla polizia di identificare un sospetto ricercato attivamente.

I dubbi sul movente. La coincidenza dell'omicidio del prete cattolico con le polemiche e le dimostrazioni anche in Turchia contro la pubblicazione in vari paesi europei delle vignette satiriche raffiguranti Maometto, ha colorato l'omicidio di tinte politico-religioso. Le televisioni turche hanno citato quest'ultima controversia come una delle ipotesi, insieme ad altre, come quella che vorrebbe il prete cattolico oggetto di un ricatto da parte di uno sconosciuto che avrebbe proferito ripetutamente minacce di morte negli ultimi due mesi contro don Andrea. Una tv turca ha avanzato anche l'ipotesi che l'omicidio possa essere collegato con l'attività di recupero di prostitute.

Ruini: "Una testimonianza fulgida". Il Cardinale Vicario di Roma Camillo Ruini ha rilasciato una lunga dichiarazione sull'omicidio, sottolineando che "la Diocesi di Roma, pur nel grande dolore, è orgogliosa di lui e ringrazia il Signore per questa fulgida testimonianza nell'umile certezza che da essa nascerà nuova vita cristiana".

Nato a Latina, da 36 anni sacerdote. Don Andrea Santoro era nato a Priverno in provincia di Latina, il 7 settembre 1945 ed era stato ordinato sacerdote il 18 ottobre 1970 a Roma per la Diocesi della capitale. Aveva prestato servizio nelle parrocchie Santi Fabiano e Venanzio di via Terni 92, in zona Tuscolana, e nella parrocchia Gesù di Nazareth di via Igino Giordani al quartiere Collatino.

Era per il dialogo interreligioso. Era curatore del progetto interculturale "Finestra per il Medio Oriente" che si propone tra l'altro di favorire "un dialogo rispettoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano". "Ho trovato ovunque interesse e partecipazione ed un sincero desiderio di capire e di allacciare legami di comunione", aveva scritto recentemente della sua esperienza in Turchia in una lettera pubblicata nel sito del centro pastorale missionario della diocesi di Roma.

(5 febbraio 2006)

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