GMG e Banca di Roma

Nel drappo che annuncia la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia campeggia ben visibile lo sponsor della Banca di Roma.
Le riviste promotrici della Campagna Banche Armate (Mosaico di pace, Missione Oggi, Nigrizia) si interrogano sulla necessità di esporre pubblicità in chiesa e, soprattutto, di favorire banche che appoggiano e sono coinvolte nel commercio delle armi.

16 giugno 2005

Quali sono “i motivi per fare una così grande pubblicità alla banca” di Roma?

A nome delle tre riviste, don Renato Sacco (Mosaico di Pace), Padre Nicola Colasuonno (Missione Oggi) e padre Carmine Curci (Nigrizia), con una lettera ben articolata, esprimono tutte le proprie perplessità e contrarietà a tale scelta che favorisce una banca coinvolta con il commercio delle armi e illustrano le ragioni di scelte più sobrie dicendosi “disponibili ad una riflessione seria, pacata e approfondita con Diocesi, parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti su questi temi che riguardano non solo i nostri stili di vita ma la stessa nostra testimonianza cristiana”.

Di seguito la lettera:
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Sta per arrivare in questi giorni a tutte le parrocchie italiane, un drappo-striscione (mt 1,90 x 0,70) del servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI, che annuncia la Giornata Mondiale della Gioventù nel mese di agosto a Colonia. La richiesta è che venga esposto all’interno o all’esterno della chiesa, comunque in luogo visibile e frequentato anche per la preghiera o per incontri vari.
Non possiamo nascondere lo stupore nel vedere campeggiare, su questo striscione, la scritta BANCA di ROMA, che, insieme a TIM e altre ditte vengono ringraziate come sponsor dell’iniziativa. Ce n’era proprio bisogno? Riteniamo innanzitutto discutibile e contrario alla testimonianza cristiana il dover esporre in Chiesa (e per due mesi!) striscioni con pubblicità varie.

Ma ancora più interrogativi pone il fatto che la banca in questione è quella maggiormente coinvolta nel commercio di armi. Come risulta, infatti, dalla Relazione che la Presidenza del Consiglio è tenuta ad inviare annualmente al Parlamento, Banca di Roma ha fornito nel 2004 i propri servizi per l’esportazione di armi dall’Italia per oltre 395 milioni di euro ricoprendo oltre il 30% delle transazioni e accrescendo la propria attività nel settore rispetto al 2003, anno nel quale aveva svolto operazioni per oltre 224 milioni di euro. Tra i destinatari di armi italiane alla cui esportazione Banca di Roma ha prestato i propri servizi, ricavando per questi “compensi di intermediazione”, compaiono Paesi verso i quali è in vigore l’embargo di armi da parte dell’Unione europea come la Cina; Paesi altamente indebitati che destinano ampie risorse alle spese militari come India, Pakistan, Filippine, Cile e Messico; Paesi dove le organizzazioni internazionali rilevano reiterate violazioni dei diritti umani (torture, detenzioni arbitrarie di prigionieri, limitazioni alle libertà sociali) come Egitto, Turchia, Malesia e Paesi in conflitto o in zone di tensione come Israele e Taiwan.

Il documento “La Santa Sede e il disarmo generale” del 3 giugno 1976 afferma che “La corsa agli armamenti, anche quando è dettata da una preoccupazione di legittima difesa (...) costituisce in realtà un furto, perchè i capitali astronomici destinati alla fabbricazione e alle scorte delle armi costituiscono una vera distorsione dei fondi da parte dei gerenti delle grandi nazioni o dei blocchi meglio favoriti. La contraddizione manifesta tra lo spreco della sovrapproduzione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali non soddisfatti (paesi in via di sviluppo; emarginati e poveri delle società abbienti) costituisce già un’aggressione verso quelli che ne sono vittime. Aggressione che si fa crimine: gli armamenti, anche se non messi in opera, con il loro alto costo uccidono i poveri, facendoli morire di fame“.

Da cinque anni le riviste Mosaico di Pace, Missione di Oggi e Nigrizia hanno promosso una Campagna di pressione verso le banche che prestano i propri servizi per il commercio di armi. Molti risparmiatori hanno scritto alle proprie banche e, in risposta, diversi e importanti Istituti bancari hanno via via assunto l’impegno di non fornire, totalmente o in buona parte, servizi d’appoggio al commercio di armi. Banca di Roma e il Gruppo Capitalia non ha finora ritenuto di rispondere ai numerosi correntisti che le hanno chiesto in merito alla questione se non che la Banca “non finanzia armamenti offensivi”, come anche riferiva l’amministratore delegato Matteo Arpe il 10 settembre dello scorso anno.

Ci chiediamo, perciò, quali siano i motivi per fare una così grande pubblicità alla banca sopra citata. Crediamo che sia il momento di riflettere sui costi necessari per sostenere alcune iniziative, ispirate al criterio della sobrietà. Cogliamo questa occasione per invitare tutti – diocesi, parrocchie, istituti religiosi e missionari, associazioni, movimenti, suore, sacerdoti, laici.. - a scegliere con maggior oculatezza la banca presso cui depositare i risparmi o alle quali chiedere contributi per finanziare le diverse iniziative.
Papa Giovanni Paolo II rivolgendosi ai giovani, sentinelle del mattino, convenuti a Tor Vergata nell’agosto del 2000 ha detto :”Voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno..

Nel lanciare la campagna, in occasione dell’anno giubilare le tre riviste promotrici scrivevano: “Spesso le banche si rivolgono alle parrocchie offrendo condizioni particolarmente favorevoli. Crediamo sia moralmente doveroso chiederci come e dove investono questi istituti bancari. Se è vero che il sistema economico, le ´strutture di peccato’ si basano sul consenso dei singoli, è importante riscoprire quindi le responsabilità che ognuno ha nell’appoggiare più o meno esplicitamente tale sistema“.

Come promotori della campagna di pressione alle banche che appoggiano il commercio delle armi, le cosiddette “banche armate”, ci impegniamo a continuare ad informare attraverso le nostre riviste e il sito internet http://www.banchearmate.it e siamo disponibili ad una riflessione seria, pacata e approfondita con Diocesi, parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti su questi temi che riguardano non solo i nostri stili di vita ma la stessa nostra testimonianza cristiana.

Roma, 16 giugno 2005

Mosaico di pace
Missione Oggi
Nigrizia

CONTATTI:

Mosaico di pace: 080 - 3953507
ufficiostampa@mosaicodipace.it

Missione Oggi: 030 - 3772780
missioneoggi@saveriani.bs.it

Nigrizia: 045 - 8092390
redazione@nigrizia.it

Per stampare il testo è disponibile anche la versione word, cliccando al seguente link:

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