MOVIMENTI

Le mille facce delle armi...

Si chiama Control Arms. È la nuova Campagna internazionale per il disarmo.
Ora attiva anche in Italia.
Riccardo Troisi

Al via la Campagna “Control Arms”, promossa a livello internazionale da Amnesty International, Oxfam e IANSA (International action network on small arms). La Campagna – fra i cui promotori vi è anche Pax Christi – è stata presentata lo scorso marzo dalla Rete italiana per il disarmo. Si calcola che ogni anno circa 500.000 mila persone muoiono a causa dell’utilizzo diretto o

Business delle Armi
- Il “business” delle esportazioni mondiali autorizzate si aggira sui 28 miliardi di dollari all’anno;
- l’88% delle armi viene fornito dai Paesi membri del Consiglio di Sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito;
- nel 2001 gli Usa hanno venduto armi per un valore di quasi 10 miliardi di dollari; seguono il Regno Unito con 4 miliardi di dollari, la Russia con 3,6 miliardi di dollari, la Francia con 1 miliardo di dollari e la Cina con 6 miliardi di dollari;
- nello stesso anno, i Paesi in via di sviluppo sono stati destinatari del 67,6% del valore di tutte le armi commercializzate: gli Usa sono i primi fornitori di armi a Paesi di Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina (41,7% del totale, per un valore di 6 miliardi di dollari); seconda la Russia (23,6%, 3,4 miliardi di dollari), terzo il Regno Unito (22,9%, 3,3 miliardi di dollari);
- sono in circolazione 689 milioni di armi leggere, una ogni dieci persone, prodotte da oltre 1100 aziende in 98 Paesi;
- ogni anno muoiono per cause riconducibili all’uso delle armi, 500.000 persone, 1300 al giorno, una al minuto;
- ogni anno vengono prodotti 8 milioni di armi leggere e 16 milioni di munizioni;
- almeno il 60% delle armi finisce nelle mani di civili;
- 300.000 bambini e bambine soldato sono coinvolti in conflitti armati;
- secondo le Nazioni Unite, negli anni Novanta la violenza delle armi convenzionali ha ucciso oltre cinque milioni di persone e ha costretto 50 milioni di persone a fuggire dalle proprie case;
- secondo le Nazioni Unite, negli ultimi dieci anni sono stati clamorosamente violati gli embarghi sulle armi nei confronti di Ruanda, Angola, Sierra Leone, Liberia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo e Iraq.
indiretto di armi. Ogni anno, in Africa, Asia, Medio Oriente e America latina si spendono in media 22 miliardi di dollari per l’acquisto di armi: una somma che avrebbe permesso a questi stessi Paesi di mettersi in linea con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, di eliminare l’analfabetismo (cifra stimata: 10 miliardi di dollari l’anno) e di ridurre la mortalità infantile e materna (cifra stimata: 12 miliardi di dollari l’anno). Sono circa 639 milioni le armi leggere in giro per il mondo oggi, e 8 milioni sono le nuove armi prodotte ogni anno. Il totale delle spese militari mondiali in un anno è di 956 miliardi di dollari, mentre la spesa complessiva (in 11 anni!!) per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sarebbe di 760 miliardi... che si potrebbero raggiungerebbero spendendo solo il 10% in meno in spese militari all’anno.

Dal dire al fare
Da queste considerazioni devono discendere scelte, mobilitazioni, politiche che possano favorire l’adozione di strumenti adeguati a livello internazionale e locale per un controllo e una regolamentazione efficace degli armamenti, capace di interrompere questo ciclo vizioso di morte e di insicurezza a cui assistiamo ogni giorno.
La Campagna Control Arms in Italia si dispiegherà su diversi piani d’azione.
A livello internazionale, si cercherà di contribuire alla promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio degli Armamenti (ATT). A livello europeo l’intenzione è di agire, di concerto con una rete europea di organismi attivi su questi temi, per una revisione del Codice di Condotta Europeo sull’export di armamenti, tenendo alto il livello di monitoraggio e di analisi dei dati che vengono comunque forniti. A oggi, il Codice non è vincolante e risulta piuttosto debole sotto molti aspetti. A livello nazionale, infine, la Campagna si propone un’azione di sensibilizzazione diffusa sul tema delle armi, a partire da quelle leggere.
Una Campagna sul controllo degli armamenti deve naturalmente legarsi alla difesa della legge 185/90 e al monitoraggio dell’export italiano in base alla Relazione pubblicata ogni anno proprio grazie a questo strumento normativo. Un aspetto cruciale in tale contesto sono le coproduzioni e gli accordi di cooperazione militare tra Stati. L’internazionalizzazione del commercio di armi e i problemi che comporta sul controllo delle armi possono trovare soluzione solo attraverso un’azione coordinata a livello nazionale e internazionale.
Si intende, poi, far partire un percorso di lavoro per l’introduzione di una

Armi e povertà
- Un terzo dei Paesi del mondo spende più in acquisto di armi che in programmi di assistenza socio-sanitaria;
- il 42% dei Paesi con il più alto budget destinato alla difesa figurano in fondo alla classifica dell’indice di sviluppo umano;
- in Africa le perdite economiche causate dai conflitti sono stimate in 15miliardi di dollari l’anno;
- nel 2001 le spese militari mondiali sono state di quasi 390 miliardi di dollari; nello stesso periodo di tempo 1,3 miliardi di persone sopravvivevano con meno di un dollaro al giorno;
- la metà dei Paesi del mondo spende più nella difesa che nella salute.
legislazione nazionale sugli intermediatori di armi (brokers), vista anche la Common Position UE in tal senso adottata nel luglio 2003.
Infine, analogamente, si intende spingere per l’introduzione di una legislazione italiana più rigida in materia di armi leggere, rafforzando i vicoli alla commercializzazione e l’export e aumentando gli standard di trasparenza. L’export di armi piccole e leggere, infatti, gode in Italia di una disciplina meno rigida e più lacunosa rispetto a quella prevista per gli altri sistemi d’arma che riteniamo insufficiente in considerazione dei costi umani derivanti dalle irresponsabili esportazioni di tali armi.

Tutto con una foto
Lo strumento principale e innovativo per diffondere l’intera Campagna è la cosiddetta “Million faces petition”, ossia una foto-petizione, che intende raccogliere un milione di volti entro il luglio 2006. Una raccolta di firme abbinata a una foto della persona che esprima la sua contrarietà al commercio… anche con il volto! Le foto raccolte saranno presentate ai governi di tutto il mondo in occasione della seconda Conferenza dell’ONU sui traffici illeciti di armi leggere in tutti i suoi aspetti, che si terrà a New York nel luglio 2006. In questa occasione, le ONG chiederanno ai governi un impegno ufficiale che porti all’adozione dell’ATT.
La preparazione delle guerre inizia nelle fabbriche d’armi, nei trattati militari, nei programmi politici dei partiti, nelle strategie delle multinazionali e delle società finanziarie. Control Arms agisce concretamente verso il disarmo internazionale, partendo da una proposta di maggior controllo per giungere al superamento del commercio e della produzione di armamenti, per poi proporre la riconversione dell’industria bellica in industria civile.

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