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Incubo di una notte di mezza estate

Una settimana fa. Docce all'aperto e letti a castello tripli, così si mobilita la Roma africana. È sperabile che le cose vengano rimediate presto, ma intanto…
24 agosto 2004
Benedetta Scatafassi

Roma. È ferragosto. C’è chi riposa sotto l’ombrellone, chi sulle vette delle montagne, chi, come gli oltre seicento rifugiati politici africani, dentro i capannoni della stazione Tiburtina di Roma. Alcuni per la verità lavorano, come quei cinquanta, per lo più sudanesi, partiti per il sud a raccogliere pomodori.

È bastato finire l’ultima fetta di cocomero ferragostano che il Comune di Roma organizza una riunione. Con i rappresentanti delle organizzazioni di volontariato che operano tra questi rifugiati. Alle otto di sera la municipalità veltroniana decide: da stanotte sgombero dell’Hotel Africa. Non vi preoccupate ci sono posti per tutti, altrove. In un paese di lentezze storiche, il blitz del Comune ha il sapore dell’efficienza assoluta: i giornalisti, i fotografi delle grandi testate sono tutti lì, alle dieci di sera, come Deng, sudanese mediatore culturale per Medici senza frontiere. Tutti avvertiti all’ultimo minuto. Non tutti, perché i diretti interessati non sapevano nulla e si son visti un’irruzione alla Starsky & Hutch casereccia.

Liste con nomi che venivano cancellati perché non presenti in quel momento, non importa se erano a lavorare nel casertano per mettere insieme il pranzo con la cena in attesa di un attestato del loro status. Ogni nazionalità con un cartellino dal diverso colore e gli eritrei del grande capannone partono per nuove mete senza cucine a disposizione. Pensare che nel reportage del giornale Amani tra poco in pubblicazione, l’Hotel Africa rifocillava il suo universo di clienti con ristorantini e spacci. Ora si dovranno accontentare di un catering del Comune che forse non sa neppure come si cucina lo zighinì.

Alla porta del nuovo alloggio nessuno può entrare, solo gli eritrei cartellinati che cominciano a ripensare con nostalgia al misero Hotel Africa. Alcuni di loro raggiungono il capannone piccolo dei sudanesi. Loro, i sudanesi, non si sono voluti spostare, anzi. Quelli come Moctar, che avevano un appartamentino ordinato al terzo piano nel capannone grande, solo a distanza di 24 ore hanno potuto prendere i loro letti e le loro cose per raggiungere i loro connazionali in quello piccolo. «Neppure in prigione ci sono stanze così», hanno commentato i sudanesi vedendo la nuova situazione “alberghiera” decisa dal Comune: stanze con due letti a castello a tre piani, orari di uscita e di entrata obbligati e, per gente come John che a Tiburtina ha investito i suoi risparmi aprendo un bar con tanto di generatore, parabolica e ristorantino, l’avvenire si fa nero più dell’Africa. Tra i 150 sudanesi, uno è il ristoratore del capannone grande che si è immediatamente spostato sul piccolo. Una concorrenza imprevista a suon di latte di gasolio per alimentare quel generatore per la tivù che dà notizie di Al Jazira.

Il Comune insiste nell’incubo della notte di mezza estate, ma si rende conto che non può sgomberare per mandare un numero imprecisato di persone in un posto ai confini della dignità. D’altra parte il tam tam dell’Africa va più veloce della luce e all’udire di nuove case, la Tiburtina si riempie di nuovi arrivi. Impossibile avere un censimento esatto con gli aventi diritto. Alla fine, tutto tace, o meglio si rimanda di dieci giorni. In meno di due settimane il Comune di Roma si impegna a trovare una sistemazione più decorosa ai sudanesi e a quegli eritrei praticamente accampati all’Hotel Africa.

Aspetteremo 10 giorni. Aspetteremo che l’efficienza della municipalità capitolina all’insegna della civiltà, come hanno gridato in tutte le prime pagine i quotidiani di mezza estate, riesca a trovare una soluzione che possa almeno affermare:

I care for Africa.

Note: Vedi anche:

L'articolo su peacereporter:
http://www.peacereporter.net/it/canali/storie/0000europa/italia/040824tibutrino

L'articolo di Veltroni su L'Unità:
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=IDEE&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=36983

Amani
www.amaniforafrica.org

Sociale.network

@peacelink - 11/9/2025 10:36


Verso il rinvio del bando di cessione. Lo riferisce il Quotidiano di Puglia.

La scadenza é attualmente fissata al 15 settembre stando al nuovo bando di vendita lanciato lo scorso 7 agosto e con il rinvio si andrebbe probabilmente alla fine del mese. La notizia dello slittamento dei termini della gara è riportata oggi da “Il Messaggero”

@peacelink - 11/9/2025 10:34


Venuto meno il fabbisogno di grandi quantità di , gli azeri avrebbero perso interesse, decidendo di spostare gli investimenti previsti su altri importanti asset italiani. Con il primo bando di gara per la vendita dell'ex Ilva, quello lanciato a luglio 2024, la proposta degli azeri era stata giudicata la migliore fra quelle tre pervenute per l'intero gruppo. Le altre due erano quelle di e . rainews.it/tgr/puglia/articoli

@peacelink - 11/9/2025 10:28

CALL4INNOVIT 2025: CANDIDATURE APERTE FINO AL 1° OTTOBRE PER LE PMI DEL CLEAN TECH, AGRIFOOD TECH E BLUE ECONOMY

L’iniziativa è promossa da INNOVIT, hub strategico nel cuore della Silicon Valley che sostiene la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

Info: call4innovitsf.com

@peacelink - 11/9/2025 9:07

Ex Ilva, sfida a due ma solo con "massime garanzie dello Stato". Chi resta in corsa per l'acciaieria di - Affaritaliani.it

Oltre a , resta in corsa anche il fondo statunitense Industries. Si va quindi verso una sfida a due per l'intero pacchetto, con gli azeri di Steel ormai fuori dai giochi.

affaritaliani.it/economia/ex-i

@peacelink - 11/9/2025 7:31

, discorso di Ursula von der sullo stato dell'Unione: il sondaggio Ipsos EuroPulse | Ipsos

Secondo l'ultimo sondaggio EuroPulse (realizzato da KnowledgePanel) di Ipsos, nell'agosto 2025 solo il 23% dei cittadini (22% in Italia) ha espresso un parere positivo sulla Commissione europea sotto la sua presidenza, mentre il 36% ha espresso un parere negativo. Il gruppo più numeroso, più di quattro su dieci, resta neutrale o indeciso.
ipsos.com/it-it/soteu-2025-dis

@peacelink - 11/9/2025 7:25


, i tre diversi no di --

In ordine sparso, con 5 mozioni diverse, ma con alcuni punti di convergenza: così si presentano le opposizioni oggi alla , per il dibattito sull’aumento delle deciso a giugno nel vertice Nato.
ilmanifesto.it/riarmo-nato-i-t

@peacelink - 11/9/2025 7:18


Global Sumud , giovedì da la partenza italiana

Il termine è una parola araba che significa "resilienza" o "ferma perseveranza".

siracusaoggi.it/global-sumud-f

@peacelink - 10/9/2025 15:22


Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, alcuni droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco, spingendo Varsavia a invocare l’articolo 4 del Trattato Nord Atlantico. Questo meccanismo prevede la consultazione immediata tra i Paesi membri ogni volta che uno Stato ritenga minacciata la propria sicurezza o integrità territoriale. Diverso dall’articolo 5, che obbliga alla difesa collettiva, l’articolo 4 non implica interventi militari automatici
fanpage.it/live/guerra-russia-

@peacelink - 10/9/2025 15:14


Il ministero della Difesa russo afferma di essere "pronto" a "consultazioni" con il ministero della Difesa polacco e sostiene che le forze armate del Cremlino non avessero obiettivi in territorio polacco. Lo riporta la Tass.

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