Migranti, strage alle frontiere spagnole
Diciotto cadaveri galleggianti sull'oceano atlantico. Questo il raccapricciante spettacolo agli occhi dei soccorritori in perlustrazione sulla costa di Foum El Oued, nel Sahara occidentale. I clandestini, tutti di origine subsahariana, facevano parte di un gruppo più ampio di 37 persone che erano salpate poche ore prima da Laayoune, capitale dell'omonima provincia marocchina, sopra un'imbarcazione di fortuna e diretti sulle coste spagnole delle isole Canarie. Sul barcone immigrati provenienti da diverse zone dell'Africa: Guinea, Mauritania, Ghana, Mali e Senegal. Sette di loro sono riusciti a salvarsi, nuotando per ore prima di raggiungere la terra ferma. Dodici, invece, mancherebbero ancora all'appello, ma le probabilità di trovarli in vita - fanno sapere le autorità locali - sono limitate. Una tragedia che si somma a numerose altre che quasi quotidianamente si consumano in questa fetta d'oceano, che è la via di collegamento più breve tra il continente africano e l'Europa. Una rotta battuta da migliaia di clandestini che sognano di lasciarsi alle spalle le miserie della loro terra nel tentativo di rifarsi una nuova vita ma che molto spesso vanno incontro a una morte atroce. In tutto sarebbero 2.000 - secondo gli ultimi dati della Guardia civil spagnola - gli immigrati africani che solo nell'ultimo anno sono annegati nelle acque atlantiche nel tentativo di raggiungere l'arcipelago della Canarie. Cifre impressionanti a cui da tempo al governo spagnolo è stato chiesto di porre un freno.
Spagna che ieri è stata teatro anche di un altro drammatico episodio che ha visto la morte di due immigrati. E' accaduto a Melilla, l'enclave spagnola in terra marocchina. I due sono deceduti mentre cercavano di scavalcare la recinzione innalzata come frontiera tra il Maghreb e l'Europa. Il tentativo di oltrepassare il muro, un doppio sbarramento metallico alto sei metri, è avvenuto nelle prime ore del mattino da parte di una settantina di clandestini subsahariani. La maggior parte sono stati dispersi dall'intervento dell'esercito locale, mentre cinque sono riusciti a passare l'ostacolo. Tre i fermati dalla guardia civil che in serata ha fatto sapere dell'apertura di un'inchiesta su quanto accaduto. Quello di ieri è il primo assalto dopo quelli in massa dello scorso anno. Nell'ottobre del 2005 sei migranti furono uccisi dalle forze dell'ordine magrebine mentre avevano tentato di superare il muro delle due enclave spagnole, Ceuta e Melilla. Anche in quell'occasione ci furono alcune vittime. Poi i tentativi di passare attraverso lo sbarramento terrestre erano rapidamente diminuiti in seguito all'invio, da parte del governo Zapatero, di maggiori forze militari sul posto e grazie anche al rafforzamento degli accordi di rimpatrio fra Madrid e Rabat. L'ultimo tentativo era avvenuto a fine dicembre, ma si era trattato di un gruppo di una decina di immigrati di cui sette sono riusciti a passare.
Anche l'Italia ieri è stata meta di sbarchi. Nessun morto fortunatamente ma tanta paura per i 204 clandestini, tra cui sei donne, intercettati su un barcone di legno lungo 12 metri al largo di Lampedusa, dopo la segnalazione di un peschereccio. Gli immigrati, soccorsi da due motovedette della guardia costiera, sono già stati trasferiti nel cpt dell'isola siciliana ed identificati.
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