SIGIM-CDR RAI, percorso inquietante per il servizio pubblico

15 dicembre 2004

(ANSA) - ANCONA, 15 DIC - Secondo il Sigim e il Cdr di Rai Marche, la nomina dell' 'Advisor', chiamato a misurare il valore della Rai, ''ha aperto un percorso inquietante per la sorte del servizio pubblico di informazione nel nostro paese.
Lo scenario che si prepara, a partire dal primo gennaio 2006 - si legge in un documento congiunto - e' la possibilita' della dismissione, pezzo per pezzo, dell' azienda di servizio pubblico''.
''Come fara' l' 'advisor' a misurare, oltre che il valore di strutture, personale, reti, anche quel valore aggiunto, certamente non monetizzabile, ma che da senso alla sua esistenza? - si chiedono il sindacato dei giornalisti marchigiani e la rappresenmtanze sindacale interna della Rai marchigiana -. Portare energia elettrica e metano in montagna costa, ma il servizio e' un diritto e la collettivita' sa di doversene fare carico. Cosi', ad esempio, e' anche per l'informazione regionale, o con la produzione nazionale di qualita', confinata in orari improponibili perché poco compatibile con esigenze commerciali''.
''Da mesi - denunciano Sigim e Cdr - la Rai si sta 'assottigliando', bloccando turn over e ogni tipo di spesa per presentarsi 'in forma' all' appuntamento con l' advisor, per l'apertura ai privati e l'ingresso in Borsa. Il rischio e' che chi governa l'azienda abbia fatto male i conti e per esigenze di linea non abbia percepito i sintomi dell' anoressia'' Ma-ammoniscono le rappresentanze sindacali dei gioornalisti - ''il servizio pubblico e' un valore troppo importante per essere messo a rischio.
L' ingresso dei privati puo' essere esperienza interessante e utile: ma se e' l' ingresso di capitali privati orientati al profitto, che non hanno certo l'interesse a spingere produzione di qualita' a servizio di fasce marginali, il danno sarebbe evidente e irrimediabile; puo' invece essere l'ingresso di azionariato popolare, che puo' portare veramente la Rai a essere azienda di tutti''.
''Occorre, allora, su questi temi - prosegue il documento - aprire un ragionamento comune, capire cosa sta succedendo, verificare la posta in gioco e mobilitarsi. Occorre innanzitutto riproporre nel dibattito politico la centralita' del servizio pubblico e elaborare un meccanismo di valutazione che faccia pesare questo ruolo che giustifica l' esistenza della Rai, soprattutto nel territorio; occorre inoltre che questa riflessione veda uniti, insieme ai lavoratori, istituzioni e societa' civile, vero azionista di riferimento della Rai.
La posta in gioco, e' bene capirlo, e' molto alta''.
(ANSA). 15-Dicembre 2004

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