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  • PeaceLink
    A Roma un incontro a cui abbiamo partecipato su invito di "Un ponte per"

    Laboratorio di dialogo per un’Europa solidale

    PeaceLink sta sviluppando strumenti digitali che possano contribuire a rafforzarne l’unità e l’efficacia comunicativa del movimento pacifista. Abbiamo creato ad esempio un database geolocalizzato e aperto che ogni associazione può arricchire.
    Alessandro Marescotti
  • CyberCultura
    Un nuovo strumento per la ricerca documentale al servizio della memoria storica

    L’Intelligenza Artificiale che intreccia documenti, fa emergere connessioni e ricostruisce verità

    L’intelligenza artificiale, se usata con consapevolezza e rigore, può diventare alleata di chi cerca verità nascoste. Consente di caricare documenti, interrogarli, collegarli tra loro. Un esempio: il coinvolgimento della NATO nella strage di Brescia del 1974.
    12 aprile 2025 - Alessandro Marescotti
  • Disarmo
    “Fermiamo la corsa agli armamenti, costruiamo la pace”

    Firenze contro il riarmo

    Si è costituito ufficialmente il Coordinamento Fiorentino contro il Riarmo, un'alleanza di cittadine e cittadini, gruppi e realtà pacifiste, nata in risposta alla crescente militarizzazione dell'Unione Europea e alle scelte belliciste che stanno segnando l’attuale politica internazionale.
    12 aprile 2025 - Redazione PeaceLink
  • Disarmo
    Dalla raccolta firme alla costruzione di un movimento orizzontale e partecipato

    Coordinamento No Riarmo

    Dopo l'annuncio del piano di riarmo da parte della Commissione Europea è scattata una mobilitazione nazionale spontanea che sta portando alla costituzione di un coordinamento nazionale e di comitati locali per chiamare a raccolta tutti coloro che vogliono dire no all'aumento delle spese militari.
    12 aprile 2025 - Redazione PeaceLink
  • Editoriale
    Costruire convergenze per la pace

    Due campagne, un’unica voce contro il riarmo

    PeaceLink aderisce alla campagna Stop Rearm Europe, promossa da ARCI e da altre realtà impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. Al tempo stesso fa parte di una precedente mobilitazione nata subito dopo la scellerata decisione della Commissione Europea di varare il piano di riarmo.
    11 aprile 2025 - Alessandro Marescotti

Da Manuale delle Infowar

Nei giorni scorsi è stato pubblicato un sondaggio in cui gli iracheni si dichiaravano favorevoli alla permanenza americana in Iraq. Peccato che fosse stata loro domandata un'altra cosa.
20 marzo 2004

Mercoledì scorso vari giornali(in primis Il Giornale e il Tempo) sono usciti in prima pagina con una notizia clamorosa: la maggioranza degli iracheni chiede agli americani di rimanere in Iraq. Sgomento e incredulità eppure la notizia era lì. Ma allora chi sono quelli che in questi mesi manifestano in tutte le grandi città dell'Iraq contro l'occupazione. E fra tre giorni perché manifestiamo, se l'Iraq è favorevole all'occupazione? E infatti bastava leggere l'articolo per scoprire che eravamo davanti all'ennesima infowar. Il cui velo cadeva già da subito: Il Tempo indicava in poco più del 50% gli iracheni favorevoli all'occupazione; il Giornale si spingeva addirittura al 70%. Altri giornali davano altre cifre. A dimostrazione che l'infowar era evidente. Ma continuando nella lettura, se non fosse che questi sono argomenti seri, veniva voglia di sbellicarsi dalle risate. Perché si affermava che gli iracheni vogliono qualcuno che dia loro sicurezza, infrastrutture e aiuto nella ricostruzione del Paese. Cioè quello che gli americani non hanno ancora dato agli iracheni dopo un anno. Infatti nel sondaggio gli iracheni non hanno approvato l'occupazione. Hanno invece chiesto aiuto nel costruire il nuovo Iraq. Un Iraq libero, pacificato e ricostruito. Come ha detto Gino Strada qualche mese fa "se si fulmina una lampadina non chiamo i carabinieri, ma un elettricista". Appunto per la ricostruzione dell'Iraq servono ingegneri, architetti e costruttori. Non un'occupazione illiberale. L'Infowar è svelata.

Alessio Di Florio
http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=alessio

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    11 aprile 2025 - Alessandro Marescotti

Il nuovo futuro deve poter essere plasmato da ognuno: occorre imparare a immaginare e a realizzare nuovi sogni.

Danilo Dolci

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