Tv vietata ai metalmeccanici:, 12 minuti in tutto in sette mesi

Ecco i dati sui telegiornali della sera: è la più gigantesca censura mediatica. Al Tg2 zero minuti. Da un anno lottano per il contratto
18 novembre 2005
Andrea Milluzzi
Fonte: Liberazione - http://www.liberazione.it

Qual è il momento in cui la maggior parte degli italiani viene a sapere cosa è successo nel mondo? Facile, è l'ora di cena quando ci si ritrova davanti al telegiornale, dopo una giornata di lavoro o di studio. Lo sanno bene gli operatori dell'informazione, così come i pubblicitari piuttosto che i politici. Sapete allora quanto spazio hanno dedicato i Tg serali della Rai, di Mediaset e de La 7 alle notizie riguardanti la vertenza per il contratto dei metalmeccanici, dal 1 aprile al 1 novembre? Complessivamente 12 minuti e 2 secondi. Secondo un recente studio del Censis, il 93, 7% delle persone con più di 14 anni fa riferimento esclusivamente alla tv per informarsi. Facendo due più due il risultato è che più di 9 italiani su 10 probabilmente non sanno - a meno che non si siano imbattuti in qualche secondo di questi 12 minuti - che c'è un'intera categoria di lavoratori che da oltre un anno sta portando avanti la sua battaglia per il contratto e i diritti.

A guardar bene però, il rischio di buio totale ha proporzioni ancora più grandi. C'è un telegiornale infatti che in questi 7 mesi non ha proprio trattato l'argomento nella sua principale edizione: il Tg2 diretto da Mauro Mazza. Zero, neanche una parola. Mazza è riuscito a battere Emilio Fede che per ben due (2!) volte ha parlato delle tute blu in lotta, di cui una volta addirittura nei titoli. Poi bisognerebbe ricordarsi in quali termini lo ha fatto, ma vabbè... E Fede sorpassa anche Carlo Rossella, direttore del Tg5, che ha previsto nella scaletta del suo notiziario un solo passaggio sui metalmeccanici. Due punti per La 7, quattro a testa per Tg1 e Tg3.

Facciamo un raffronto con quanto spazio i Tg danno alle forze politiche. Secondo gli ultimi dati Agcom, relativi al periodo aprile-giugno 2005, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato l'oggetto di una notizia delle principali edizioni dei 7 telegiornali per 512 minuti; Forza Italia, che ad occhio e croce non è così distante da Berlusconi, si è meritata 240 minuti. Facendo calcoli e proporzioni, il tempo dedicato a Berlusconi e il suo partito è circa 120 volte quello riservato alle tute blu. Un "one man show" da una parte e l'oscuramento di 1 milione e mezzo di lavoratori dall'altra. E poi non si deve parlare di conflitto di interessi.

Più o meno sullo stesso minutaggio di Forza Italia troviamo Ds e Margherita, almeno nelle reti Rai, che però soffrono il gap di non avere cariche istituzionali. Succede allora che, secondo la consolidata tecnica del panino, la maggioranza abbia comunque una leadership incontrastata anche in televisione.

Ma andiamo avanti e continuiamo a spulciare la ricerca dell'osservatorio di Padova, realizzata con i dati di Canale TRE - Agenzia AN. TEL. e presentata ieri da Antonello Falomi (Ds), Pietro Folena e Francesco Martone (Prc) in una conferenza stampa alla Camera intitolata "Lavoratori? I desaparecidos del video". Passiamo quindi alla fascia pomeridiana dell'informazione televisiva, dove la mobilitazione di Fim, Fiom e Uilm ha occupato 22 minuti e 6 secondi dello spazio totale a disposizione. Qui la parte del leone la fa il Tg3, con ben 9 passaggi, di cui 4 volte nei titoli di testa. Segue il Tg5 che ne ha parlato 4 volte, il Tg1 con 3, La 7 e il Tg2 con 2, chiudono Tg4 e StudioAperto con un solo riferimento. La maggiore copertura è dovuta sicuramente alle manifestazioni che i metalmeccanici hanno organizzato in questi 7 mesi e che si sono svolte sempre di mattina. Eh sì, perché, sebbene non si direbbe a leggere questi dati, i sindacati hanno organizzato ben 3 scioperi generali, il 15 aprile, il 10 giugno e il 29 settembre. Il 2 dicembre è in programma un altro sciopero generale con una manifestazione nazionale a Roma e non sembra immotivata la richiesta del segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini, di avere una copertura televisiva in diretta. Richiesta che "Uniti a sinistra", l'associazione di Falomi, Folena e Martone, ha riproposto anche ieri con una lettera formale al presidente della commissione di vigilanza Rai, Paolo Gentiloni: «Il carattere grave e scandaloso di questi dati impone alla Rai un intervento deciso per correggere una grave sotto rappresentazione di una parte importante del nostro Paese. Credo - conclude la lettera firmata da Falomi - che la diretta televisiva della manifestazione del 2 dicembre sia il modo più concreto per recuperare ai temi del lavoro quella visibilità informativa che finora non ha avuto».

Per rafforzare l'evidenza della censura televisiva sui temi riguardanti le vertenze sindacali, i 3 parlamentari hanno anche illustrato un monitoraggio sulla copertura riservata dal servizio pubblico al rinnovo del contratto dei giornalisti nel mese di ottobre: 4 minuti e 47 secondi in tutto. In fin dei conti, purtroppo, sono i temi sindacali in generale a trovare poco spazio nell'etere televisivo. Secondo una ricerca della Geca Italia sulla comunicazione audiovisiva, dal 19 settembre 2004 al 4 giugno di quest'anno i sindacati non sono mai riusciti a ritagliarsi una posizione significativa: Guglielmo Epifani è apparso in televisione per poco più di 36 minuti, Savino Pezzotta per mezzora e Luigi Angeletti ha occupato il video per 23 minuti e mezzo. Cifre comunque invidiabili per i metalmeccanici, i veri desaparecidos dell'informazione pluralista.

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