Iraq: il paese più pericoloso della storia per i giornalisti

7 settembre 2005

L'Iraq è, per i giornalisti, la nazione più pericolosa al mondo: è il luogo in cui sono stati rapiti più giornalisti. 56 tra giornalisti e loro assistenti sono stati uccisi da quando è iniziato il conflitto, il 22 marzo del 2003, e 29 sono stati rapiti.
Il conflitto iracheno è il più letale tra le guerre tra nazioni per i giornalisti dopo quella in Vietnam, dove ne furono uccisi 63 ma nell'arco di 20 anni (1955-75). Durante la scorsa guerra in Yugoslavia (1991-95), sono stati uccisi, mentre svolgevano il loro lavoro, 49 reporter .
57 inviati e 20 loro assistenti sono stati uccisi in Algeria tra il 1993 e il 1996, ma questo è successo durante una guerra civile interna.
Le troupe dei giornalisti sono stati bersagliati sin dal primo giorno di combattimenti in Iraq; il cameraman Paul Moran, della emittente televisiva australiana ABC, è stato ucciso da un'autobomba il 22 marzo 2003. Undici tra cronisti e assistenti sono stati uccisi nel marzo ed aprile di quell'anno. La situazione è migliorata gradualmente sino all'inizio dell'anno seguente, quando le esplosioni di bombe e gli attacchi di gruppi armati si sono estesi in tutto il Paese, uccidendo nove persone nel maggio 2004. Da allora, quasi ogni mese, uno o due giornalisti vengono uccisi: quest'anno sono in tutto nove.
Questo articolo richiama alla mente quei giornalisti che sono stati uccisi svolgendo solo il loro lavoro. Per quale mass media hanno lavorato e quali sono state le circostanza della loro morte?
Questo ci aggiorna anche riguardo ai rapimenti (più che in qualsiasi altra guerra) di cittadini di molte nazioni, alcune delle quali non coinvolte nella guerra.

Note: traduzione di Federica Mei per www.peacelink.it
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