29 luglio 2003
David Ross
Fonte: Zmag - http://www.zmag.org

Documento originale Propaganda in the Free Press
Traduzione di Marco Accattatis

Propaganda nella libera stampa
un'intervista a Edward Herman
di David Ross

Edward Herman, professore emerito della Wharton School, della University of Pennsylvania, è co-autore insieme a Noam Chomsky del testo di riferimento "La fabbrica del consenso". é inoltre autore di numerosi altri libri, inclusi: "The Real Terror Network", "The Washington Connection and Third World Fascism" e "Corporate Control, Corporate Power". Amy Goodman, presentatrice del programma radiofonico Democracy Now, lo ha definito come "uno dei più importanti intellettuali della nazione". I suoi articoli vengono frequentemente pubblicati dalla rivista Z Magazine. Un archivio su Ed Herman è disponibile sul sito www.zmag.org.

 

David Ross: ne "La fabbrica del consenso" porti avanti la tesi di ciò che tu chiami il modello di propaganda per descrivere le forze che danno ai media una preferenza per l'elite, la quale è usata per "fabbricare il consenso" dei cittadini. Quali sono i vari filtri nei mass media che compongono il tuo modello di propaganda?

Ed Herman: secondo il modello di propaganda la maniera in cui i media funzionano si basa sulle condizioni strutturali di fondo in cui i media operano.
Queste consistono di cinque elementi che possono essere visti come "filtri" per le notizie. Se una notizia verrà usata dai media o meno dipende dal fatto che passi attraverso questi filtri.
Il primo filtro è quello della proprietà. Le persone affluenti e le corporazioni, come la General Motors, posseggono e controllano i media dominanti. Questo fatto certamente spinge i media ad avere una preferenza per il punto di vista dell'elite. Bisogna dare per scontato che chi controlla i media finisce per dominarli. Selezionano chi vogliono, e certamente non lasciano che dei subordinati fuoriescano dai limiti prestabiliti.
Ne "La fabbrica del consenso", originariamente pubblicato nel 1988 ma rivisto nel 2002, mettiamo in evidenza gli interessi di coloro che controllano 25 delle più grosse corporazioni mediatiche. In mezzo alla tabella c'è il New York Times, proprietà della famiglia Sulzberger. Al tempo, le loro azioni valevano mezzo miliardo di dollari. Adesso valgono probabilmente intorno all'1,2 miliardi di dollari. Stiamo parlando perciò di persone molto affluenti che fanno parte dell'establishment corporativo. L'idea secondo cui queste persone lascerebbero che i propri strumenti facciano qualcosa che potrebbe risultare avverso agli interessi della comunità corporativa è senza senso.
Il secondo filtro è la pubblicità. I media dipendono dalla pubblicità come fonte di finanziamento. I giornali probabilmente ricevono il 70 percento dei loro introiti, in media, dalla pubblicità. La televisione riceve il 95 percento dalle aziende che hanno prodotti da reclamizzare. Tutte le stazioni televisive e tutti i network hanno persone che vanno in giro per cercare di vendere i loro programmi alle aziende. Le devono convincere dei meriti dei programmi in cui le aziende vogliono reclamizzare.
Cosa vogliono le aziende? Non solo vogliono una larga audience, vogliono anche un'audience d'elite - più soldi l'audience ha e meglio è. Non vogliono disturbare l'audience. Vogliono ciò che si definisce "un'ambiente favorevole alla vendita" dei propri prodotti. Per cui c'è bisogno di competere per le aziende, e queste sono la principale fonte di finanziamento. Non c'è dubbio che le aziende influiscono su ciò che i media faranno. Non interferiscono in continuazione. Non telefonano ai media per richiamarli all'ordine; non funziona cos“. La loro principale influenza deriva dal fatto che i media devono competere per loro, e i media devono convincere le aziende che i loro programmi soddisfano i loro bisogni.
Alcune aziende praticamente dettano condizioni specifiche sui programmi. Per esempio, Proctor and Gamble, uno dei più grossi compratori di pubblicità, ha una regola pubblicitaria scritta. L'azienda non favorisce programmi che insultano le forze armate o che insinuano che la comunità imprenditoriale non è una comunità benevola e spirituale. L'eccellente libro di Ben Bagdikian, "The Media Monopoly"', cita direttamente Proctor and Gamble. Egli mostra inoltre come certe aziende forniscono indicazioni dicendo che reclamizzeranno soltanto in quei media che si confanno a "certi standard", standard che in realtà sono di natura politica.
Per cui, se sei un giornale di sinistra, se veramente hai un messaggio che va a disturbare la comunità imprenditoriale, nessuno ti comprerà spazi pubblicitari. Questo filtro delimita i media che potranno ricevere contratti pubblicitari, e perciò, chi potrà permettersi di spendere un sacco di soldi per produrre programmi di buona qualità. Questo filtro ha un effetto anche sulla programmazione e nella cernita di notizie in quanto i media non vogliono offendere e far cos“ scappare le aziende.
Il terzo filtro del nostro modello di propaganda e ciò che chiamiamo "sourcing". I media hanno bisogno di fonti [sources, ndt] di notizie. I grossi media vogliono fonti che possano fornire notizie giornaliere che siano credibili, affidabili e che non costino troppo. Dove si trovano tali notizie? Si trovano alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato, o si trovano nell'ufficio del sindaco locale, al dipartimento di polizia, o alla General Motors Corporation. Sono loro che prendono le decisioni e sono loro che principalmente fanno notizia.
Esiste nei media una forte tendenza, specialmente in quelli grossi, che è quella di avvicinarsi a fonti che sono potenti, in quanto queste possono fornire notizie credibili e che allo stesso tempo non costano troppo. Per cui molte delle agenzie di stampa hanno persone stazionate in permanenza alla Casa Bianca, al Dipartimento di Stato, al Pentagono, e cos“ via. In questo modo, le agenzie instaurano un rapporto con queste istituzioni. Fanno amicizia con le persone che gli forniscono le notizie, che li trattano bene, e in questo modo, possono occasionalmente ricevere notizie esclusive, e cos“ si crea un rapporto simbiotico tra queste grossi fonti e i media.
Queste grosse fonti con le loro relazioni simbiotiche non vogliono che persone dissenzienti li critichino severamente. Per cui i media sono restii a spendere un sacco di soldi nella ricerca di persone dissenzienti che potrebbero chiamare la Casa Bianca, o il Presidente, o alti ufficiali bugiardi, finanche quando questi mentono. Questa è una cosa fondamentale di cui praticamente tutti gli studiosi dei media si rendono conto - che si crea una dipendenza dei media da queste fonti dominanti e che si forma un rapporto simbiotico che influisce sul tipo di notizie che i media decideranno di pubblicare. é anche economico e facile utilizzare le dichiarazioni di queste fonti. Nessuno andrà a contestarle eccetto persone che non hanno alcun potere. Questo filtro determina in larga misura cosa fa notizia, e rende difficile per i media persino la ricerca di altre fonti di notizie, che sono problematiche e costose da trovare.
Il quarto filtro è ciò che chiamiamo "flack", o reazione negativa. Possiamo tutti creare flack. Qualsiasi persona può fare una telefonata o scrivere una lettera di lamentela a un giornale, ma ciò che ha un'effetto concreto sui media sono le lamentele che li possono seriamente minacciare, come quelle del governo, delle grosse aziende, del Pentagono e di altri gruppi organizzati. Per cui il flack è efficace principalmente per i gruppi potenti, e alcuni di questi gruppi sono gli stessi che forniscono le notizie. Questo fatto tende a consolidare maggiormente il potere di queste fonti dominanti.
Il quinto filtro è ciò che chiamiamo ideologia. Nell'ideologia Americana, l'elemento che Noam Chomsky e io pensiamo sia importante ai fini del modello di propaganda è l'anti-comunismo. L'ideologia anti-comunista fu molto importante fino alla caduta dell'Unione Sovietica, ma anche adesso ha una qualche importanza residua. L'altro filtro ideologico è l'idea che il mercato sia onnipotente, e che questo sia il luogo appropriato dove risolvere tutti i nostri problemi. Queste ideologie sono praticamente incastonate nel Sistema, e hanno un'effetto sui giornalisti, gli editori dei media, e sulla visione che i media hanno del mondo.
Ne "La fabbrica del consenso", abbiamo utilizzato alcuni esempi per illustrare il modello di propaganda. Nel 1981 in Polonia, Solidarnosc era in lotta contro il governo comunista. Questa lotta ebbe enorme spazio nei media perchè rappresentava quella nozione ideologica anti-comunista che il governo Statunitense ama tanto. La comunità imprenditoriale ama pure questa nozione perchè anche a loro il comunismo non piace. Per cui questa storia passò facilmente attraverso i filtri. Nessuno dei filtri obiettò.
Allo stesso tempo il nuovo governo militare che aveva preso potere in Turchia nel 1980 stava soffocando i sindacati. Quest'avvenimento non ricevette quasi alcuno spazio negli Stati Uniti, e il motivo è che si trattava di un governo amico che stava facendo ciò che gli Stati Uniti volevano. La porta della nozione anti-comunista era aperta. Ma i proprietari dei media e le aziende dalle quali i media dipendono per la pubblicità non avrebbero particolarmente apprezzato questo tipo di notizia. Le principali fonti di notizie come il Dipartimento di Stato non avrebbero certamente gradito questo tipo di pubblicità. Il Dipartimento di Stato era desideroso di parlare di ciò che stava accadendo in Polonia, ma non voleva parlare di ciò che stava accadendo ai sindacati Turchi, un nostro alleato. E il flack? Chi avrebbe fatto flack per difendere i sindacati Turchi mentre venivano soppressi? Nessuno di particolare importanza negli Stati Uniti. Ideologicamente, i sindacati turchi erano anti-comunisti. Per cui in questo caso il modello di propaganda funziona perfettamente. La notizia non passò attraverso gli altri filtri.

David Ross: è compatibile con una democazia l'esistenza nei mass media di questo tipo di filtri, che non fanno filtrare informazioni che vanno contro l'agenda dell'elite?

Ed Herman: non credo lo sia. In una democrazia si assume che vi sia un libero scorrimento d'informazione senza che questa sia circoscritta da gruppi di pressione, e questi filtri denotano l'esistenza gruppi di pressione. La maggioranza delle persone non ha niente a che fare con il funzionamento di questi filtri. La maggioranza delle persone, ad esempio, soffre a causa dei licenziamenti e a causa della crescente insicurezza nell'economia. Ci devono essere dei media che si occupano di queste questioni. In effetti ci sono. Ci sono istituzioni mediatiche alternative che mettono queste cose in evidenza, ma il New York Times e la CBS non lo fanno.
Nel 1986, Alan Greenspan andò davanti al Congresso e spiegò il motivo per cui negli Stati Uniti non vi era un serio pericolo d'inflazione. Il motivo, disse, era perchè i lavoratori erano terrorizzati. I lavoratori erano talmente insicuri che erano incapaci di chiedere un aumento di stipendio. Al tempo pensai, e lo penso ancora, "mio dio, che condanna del sistema". L'insicurezza dei lavoratori dovrebbe essere considerata un detrimento del benessere generale. Se il sistema rende i lavoratori insicuri, non è un male? Il sistema non dovrebbe aiutare, rendere felici i lavoratori? Nonostante questo i media non riportarono la cosa.
Lo sfasciamento dei sindacati e il loro terribile indebolimento negli anni '80 non ricevette quasi alcuna attenzione. I media erano concentrati sulla borsa, in cui l'80 percento delle persone non partecipava in nessun modo. Per cui, se sostieni che una democrazia ha bisogno di media capaci di trattare gli interessi dell'80 percento delle persone generosamente e giustamente, questi media d'elite che ci ritroviamo non lo fanno.
Nelle elezioni del 2000, il New York Times spiegò il perchè fosse normale per un candidato presidenziale, Ralph Nader, non partecipare ai dibattiti nazionali, e il perchè la sua candidatura fosse irrilevante. Dissero che gli altri due partiti "offrono opzioni adeguate" al pubblico. Nader si opponeva ai grandi bilanci militari e ai crescenti abusi corporativi, ma non lo fecero partecipare ai dibattiti. Penso che questa sia un'esemplare illustrazione di come i media non abbiano permesso una discussione sulle questioni di base che interessavano la maggioranza delle persone. I media perseguivano l'agenda dell'elite. Non volevano parlare di questioni che interessavano l'80 percento del pubblico.
Questo ha un corollario nello stesso sistema politico. Le elezioni furono essenzialmente tra due partiti finanziati dagli imprenditori e al servizio degli imprenditori. Per cui l'inadeguatezza dei media come strumento democratico andò di pari passo con l'inadeguatezza delle opzioni politiche fornite al pubbico. Una democrazia ha bisogno di un sistema d'informazione eccellente che parli sia per conto della maggioranza che per conto dell'elite e che discuta le questioni rilevanti ai bisogni della maggioranza. Se ciò non accade, allora non abbiamo una democrazia.

David Ross: Se i media con questi filtri che non fanno passare l'informazione obiettiva sono un organo di propaganda, dove possono gli ascoltatori trovare la verità?

Ed Herman: questa è un'impresa. In effetti, se tu legge i giornali principali, e sai cosa cercare, puoi già trovare molte informazioni, ma devi sapere cosa cercare. In altre parole, devi avere un quadro di riferimento e un'analisi che ti permetta di osservare i media criticamente. Qu“ e dove uno come Noam Chomsky risulta estremamente prezioso - egli è inteligente - ma è anche bravissimo nell'elaborare quadri di riferimento. Quando leggi i suoi libri ti rendi conto che stai osservando un mondo diverso. Stai imparando a vedere le cose in una luce totalmente diversa. Per cui anche quando osservi i media principali, tutto diventa più chiaro perchè ti puoi rende conto di che cosa hanno messo in fondo all'articolo che sarebbe dovuto andare all'inizio.
Questo è vero anche per quanto riguarda i media di altri Paesi. Sono abbonato a una pubblicazione chiamata Stampa Latino-Americana, che ha origine in Peru. Questa, pubblica molti articoli critici su ciò che avviene in America Latina. Quando leggi Stampa Latino-Americana, è come se tu stessi osservando un mondo diverso. Stai leggendo John Ross sul Messico.
Un'altro quadro di riferimento, inoltre, lo trovi quando leggi gli ottimi analisti esteri come l'Inglese John Pilger, un'eccellente autore e anche un grande giornalista. Non ci sono corrispondenti come lui negli Stati Uniti.
Poi c'è Robert Fisk che scrive sul Medio Oriente. Queste persone osservano le cose in modi completamente diversi che sono molto importanti. Trovare buoni quadri di riferimento è fondamentale. Per fare questo c'è bisogno di leggere libri validi, analisti validi, persone come quelle che ho appena menzionato.
Ci sono alcuni media nazionali che vale la pena leggere, sulla stessa linea, come Z Magazine, dove scrivo mensilmente e dove si possono trovare molti altri ottimi articoli. In aggiunta, c'è Znet [www.zmag.org. - DR], che è un sito internet con un vasto numero di ottimi articoli che offrono visioni alternative del mondo. Ci sono altre riviste e giornali come In These Times, The Progressive e, in un certo qual modo, The Nation - anche se ultimamente sta un po peggiorando - che offrono analisi alternative. Su Pacifica Radio Network, puoi ascoltare gente come Amy Goodman e altri. Pacifica è l'unico network radiofonico negli Stati Uniti che offre una visione dei fatti alternativa. Sulla radio KPFA, puoi ascoltare Dennis Bernstein parlare del Medio Oriente, o Chris Welch. Scoprirai una visione del mondo differente.
Un'altra cosa importante che coloro che hanno accesso ad internet possono fare è quella di guardare in giro. Se vai su Znet e clicchi qui e la, presto ti troverai su networks che offrono svariate informazioni alternative. Scrivere posta elettronica e creare rapporti amichevoli con i vari siti è anche illuminante. Tutto questo crea un'incredibile alternativa ai media principali.
Ho già menzionato la stampa estera. Su una questione come la guerra Afgana, persino la Gran Bretagna - che è una stretta alleata degli Stati Uniti - persino in Gran Bretagna, si può leggere il Guardian, The Independent, The Mirror, o persino il Daily Herald, che sono tutti migliori del New York Times. Il sistema dei media Statunitense è talmente chiuso nei confronti di materiale alternativo su questioni dove il governo ha posizioni forti e dove le lobby giocano un ruolo importante, come il Medio Oriente, che persino i media principali nei paesi alleati forniscono un'opzione reale.
Ci sono alcuni media fortemente dissenzienti. Il miglior giornale al mondo è probabilmente il Le Monde diplomatique, non il giornale Le Monde, che è un mediocre giornale francese, ma il Le Monde diplomatique. Un mensile molto valido. Viene pubblicato in francese, ma ora è anche disponibile in inglese in rete. Se ti abboni al Manchester Guardian, riceverai una dose settimanale di Le Monde diplomatique.


Info sull'autore:
David Ross ha un programma sulla radio KMUD di Redway, California. Ha lavorato per la campagna presidenziale di Ralph Nader, sulle malefatte corporative, sulla politica estera Statunitense e su questioni ambientali. Può essere raggiunto a daveross27@hotmail.com.

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