Argentina: sono 12.000 i lavoratori occupati nelle 170 aziende recuperate dagli operai
TRABAJAN 12.000 PERSONAS EN 170 EMPRESAS RECUPERADAS
Unas 12.000 personas trabajan en 170 empresas recuperadas distribuidas en todo el país, un fenómeno que tuvo sus primeros antecedentes en la década del ´90 pero que hizo eclosión a fines de 2001, con la debacle económica y política que derivó en la caída del gobierno de Fernando de la Rúa.
Las empresas recuperadas por sus obreros son en su mayoría industrias que entraron en auge en los últimos dos años, gracias al crecimiento de las exportaciones y de la sustitución de importaciones que generó la salida de la convertibilidad.
Pero también funcionan bajo gestión de sus trabajadores colegios, clínicas, hoteles y hasta un diario de la provincia de Córdoba, Comercio y Justicia.
Diego Kravetz, legislador porteño y abogado del Movimiento Nacional de Empresas Recuperadas (MNER), dijo que desde 1998 hasta la actualidad 'ninguna compañía cerró, se vendió o volvió a sus dueños originales' y agregó que la mayoría 'incorporó personal y aumentó los salarios de sus trabajadores'.
En el MNER definen empresa recuperada aquella que fue 'abandonada por su patrón, ya sea por quiebra o desfalco administrativo' y cuyos trabajadores, 'conformados en cooperativas, deciden autogestionar la producción'.
La mayor parte de las firmas controladas por su personal se concentra en Capital Federal y Gran Buenos Aires. También hay en Santa Fe, Córdoba, San Juan, Neuquén, Tierra del Fuego, Río Negro y Entre Ríos.
Pero donde el fenómeno cobró más fuerza fue en la zona sur de la provincia de Buenos Aires, en el área comprendida entre Avellaneda y Berazategui, por influencia de dirigentes de la seccional Quilmes de la Unión Obrera Metalúrgica, según reconocen en el Movimiento.
El principal problema que atraviesan en la actualidad las empresas recuperadas es legal, ya que varias de ellas están amenazadas por desalojos judiciales. También sufren, en sus inicios, de la falta de fondos para retomar la producción.
'En el Movimiento tenemos dos banderas: por un lado, peleamos por la modificación de la ley de quiebras para permitir el pase a manos de los trabajadores de la empresa; y por otro, para que el Gobierno otorgue un subsidio por cada empleado para poder recomponer el capital de trabajo', explicó Kravetz, quien impulsa ambas iniciativas desde la Legislatura porteña.
Mientras tanto, casi todas las empresas fueron expropiadas y los trabajadores obtuvieron la ocupación temporaria de los edificios. El MNER, que agrupa a gran parte de las compañías, reclama desde hace tiempo una ley de expropiación definitiva para otorgarle mayor estabilidad jurídica a los emprendimientos.
Los casos más emblemáticos son el de la fábrica metalúrgica Impa, cuyos obreros dieron el puntapié inicial al cooperativizarse y autogestionar la producción en mayo de 1998; la textil Brukman, que tomó trascendencia nacional por la disputa que sus operarias mantuvieron con los dueños de la firma, y la planta de cerámicos Zanón, de la provincia de Neuquén. Más recientemente se incorporó a la lista la textil Gatic, todavía envuelta en una polémica judicial.
También pueden sumarse la imprenta Chilavert, la gráfica Conforti, la fábrica de tractores Zanello (Las Varillas, Córdoba), el supermercado Tigre (ciudad de Santa Fe) y las alimenticias Ghelco y Grissinópoli.
Además, fueron recuperadas empresas de servicios como el diario Comercio y Justicia, las clínicas Medrano e Imec, y los hoteles Bauen (Capital Federal) y Nogaró (San Juan).
Esta semana, se reinauguró la empresa Maderera Córdoba, del barrio de Palermo, cuya quiebra había sido decretada en diciembre de 2003 y este año fue recuperada por sus trabajadores.
En el acto estuvo el presidente del MNER, Eduardo Murúa, quien inició en Impa su militancia en el área y es considerado el máximo referente a nivel nacional para las compañías de gestión obrera.
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