Latina

Colombia: energica opposizione agli assassini dei lider sociali colombiani

L' Oganizzazione nazionale indigena della Colombia (ONIC) si oppone e condanna energeticamente l'assassinio del difensore dei diritti umani Freddy Arias Arias -
segue comunicato Cub scuola Italia
8 agosto 2004
trad. A. Bariviera
Fonte: Adital

L'Organizzazione Nazionale Indigena di Colombia (Onic) rifiuta e condanna
energicamente l'assassinio del difensore dei diritti umani e dirigente
kankuamo Freddy Arias Arias, avvenuto il 3 agosto nella città di Valledupar.
I popoli indigeni dichiarano inoltre che stanno subendo una grave crisi in
materia dei Diritti Umani e Diritto Umanitario Internazionale, e denunciano
la violazione dei propri diritti economici, sociali e culturali in atto in
questo momento in Colombia.

Segnalano anche che, questa crisi stà danneggiando , in un modo
particolarmente grave, il popolo indigena Kankuamo della Sierra Nevada de
Santa Marta. "Negli ultimi 10 anni sono stati assassinati più di 200
kankuamos, di cui 92 sono morti durante l'attuale governo del presidente
Uribe".

Il capo indigena Freddy Arias Arias, coordinatore del programma dei Diritti
Umani dell'Organizzazione Kankuama (OIK) è stato assassinato, riferiscono,
da due soggetti presunti membri dei gruppi paramilitari a bordo di una
motocicletta , mentre si dirigeva in bicicleta dalla sede
dell'organizzazione verso la sua residenza nella città di Valledupar.

Gli indigeni rifiutano, nello stesso modo, tutti i crimini commessi dalle
Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) o qualsiasi altro gruppo armato,
contro i popoli indigeni. Richiedono inoltre al presidente Alvaro Uribe di
condannare questi fatti. "Così come si è dimostrato disponibile a fermare i
negoziati con il paramilitari a causa del sequestro del senatore Gnecco
(José Gnecco), il presidente deve condizionare la continuità delle
negoziazioni fino alla cessazioni di questi crimini".

Il Comitato Esecutivo della Onic chiede anche la solidarietà delle
organizzazioni internazionali per i diritti umani, le organizzazioni della
società civile, le ONGs e gli amici del movimento indigeno, per condannare
le azioni genocide contro i popoli indigeni.

ONU
Anche l'ufficio dell 'Alto Commisariato delle Nazioni Unite per i Diritti
Umani in Colombia condanna l'assassinio di Arias, attribuito dalle autorità
colombiane ad componenti delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC). L'ente
dell'ONU aggiunge che l'uccisione degli indigeni e dei loro dirigenti
costituisce una grave infrazione al diritto umano internazionale e minaccia
la sopravivenza delle comunità indigene in Colombia. Chiede ai
rappresentanti delle AUC, che si trovano al tavolo delle trattative con il
governo, di pronunciarsi su questo omicidio e di assicurare che i loro
membri rispetteranno la popolazione civile.

L'ufficio ONU ha esortato il governo Colombiano a prendere delle misure
efficaci per proteggere i diritti fondamentali degli indigeni, e ricorda
che, il 5 luglio scorso, la Commissione Interamericana dei Diritti Umani
concesse misure provvisorie alla comunità indigena kankuama e sollecitò il
Governo Colombiano di adottare misure immediate per preservare il diritto
alla vita e all'integrità personale di questa comunità.

ARAUCA
Un altro ente che pubblicamente si è manifestato contro le recenti
violazioni dei diritti umani in Colombia è "Humanidad Vigente Corporaciòn
Jurìdica". Denunciano e condannano energicamente l'esecuzione
estragiudiziale da parte del Esercito colombiano di : Héctor Alirio
Martinez, Leonel Goyeneche e Jorge Prieto, dirigenti storici di Arauca. Loro
tre godevano di misure precauzionali di protezione emesse dalla Commissione
Interamericana dei Diritti Umani (CIDH).

Alirio Martinez occupava la presidenza dell'Asociazione Nazionale degli
Utenti Contadini (ADUC), Leonel Goyeneche era membro del Consiglio direttivo
della Confederazione Unitaria dei Lavoratori (CUT) Arauca, e Jorge Prieto
faceva parte del Consiglio direttivo dell'Associazione Nazionale dei
lavoratori/lavoratrici ospedalieri della Colombia - ANTHOC e del Consiglio
direttivo della CUT. I tre dirigenti sono stati assassinati all'interno di
un'operazione effettuata questa mattina dal Batallòn Revéis Pizarro
dell'Esercito colombiano nel quartiere di Caño Seco, comune di Saravena.

Nella stessa operazione, sono stati arrestati gli altri dirigenti Samuel
Morales, Presidente della CUT e Raquel Castro, membro dell'Associazione
degli Insegnanti di Arauca-Asedar. Questi dirigenti sono stati i portavoce
delle comunità araucane nelle diverse mobilizzazioni, manifestazioni,
scioperi civici alle quali si sono visti richiamati di fronte all'abbandono
dello stato e delle azioni dei gruppi paramilitari contro le popolazioni
araucane che ha già preso molte vite. Pertanto hanno fatto
propria la denuncia permanente ed effettiva di fronte alle gravi violazioni
dei diritti umani come il bombardamento contro Santo Domingo, Arauca, nel
1998.

ONGs dialogano con Uribe
Il responsabile della delegazione di Amnistia Internacional, Javier Zùñiga,
durante la riunione che l'organizzazione ha effettuato ieri, giorno 5, con
il Presidente della Colombia, Alvaro Uribe, ha segnalato che "Non può
esserci vero rispetto dei diritti umani, nè vera sicurezza in Colombia, se
non ci sono garanzie reali per il lavoro dei difensori dei diritti umani".

L'incontro dei rappresentanti dell'organizzazione con il mandatario è stata
considerata come "sincera e rispettosa e Amnistia Internacional ha ribadito
l'importanza di continuare il dialogo che l'organizzazione ha mantenuto con
i diversi governi colombiani", come disse Zuñiga.

Amnistia Internacional ha espresso anche durante l'incontro, la propria
preoccupazione per le recenti dichiarazioni del Presidente Uribe nelle quali
accusa l'organizzazione di volere "con le loro parole e le loro azioni che
il terrorismo trionfi in Colombia". Nella riunione, Uribe, ha riconosciuto
la legitimità del lavoro di Amnistia Internacional e dei difensori dei
diritti umani ed ha affermato che era suo impegno il proteggere le ONG.

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COMUNICATO STAMPA

“Assassinati dall’esercito colombiano tre sindacalisti. Giustizia, dignità e diritti per i lavoratori in Colombia!”

Assassinati ieri dall’esercito colombiano tre sindacalisti nella regione di Arauca. Jorge Prieto, presidente della locale Associazione nazionale dei lavoratori ospedalieri della Colombia, Leonel Goyeneche, militante e tesoriere nazionale della Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT) e Hector Martinez, dirigente di un’associazione di contadini di Aurica, sono stati assassinati nei pressi del confine con il Venezuela dai militari della seconda divisione Colombiana. Il generale Luis Garcia, comandante della seconda divisione, ha affermato che i tre sindacalisti sono stati uccisi in un combattimento mentre erano in compagnia di guerriglieri della Esercito di liberazione Nazionale (ELN). La stessa affermazione è stata fatta anche dal vice presidente della Colombia, Francisco Santos. Ma immediatamente gli organismi umanitari e sindacali colombiani hanno chiesto di fare piena luce sulla morte dei tre sindacalisti che da tempo erano impegnati nella lotta contro i poteri sporchi delle multinazionali, che in quella regione gestiscono importanti pozzi di petrolio ed un oleodotto. Ivan Cepeda, responsabile di una organizzazione umanitaria di Arauca, ha ricordato che di recente era stata richiesta alle autorità colombiane protezione per i tre sindacalisti. Ed ecco come le autorità hanno pensato bene di proteggerli: eliminandoli!
I governanti della Colombia con il presidente Alvaro Uribe Velez in testa, spalleggiati sfacciatamente dai gruppi paramilitari della cosiddetta autodifesa, continuano nella loro escalation di soppressione costante di ogni voce che si alza contro la vergognosa situazione che si vive ormai da sempre. E’ il paese che detiene la percentuale più alta nel mondo di sindacalisti ammazzati. La scusa della guerriglia di sinistra, le FARC e l’ELN, presente in Colombia da ben quarant’anni fa da copertura alle peggiori atrocità, perpetrate quotidianamente nei confronti di uomini, donne, vecchi e bambini.
Come lavoratori e lavoratrici della Cub Scuola, come sindacalisti della Confederazione Unitaria di Base, chiediamo giustizia, dignità e diritti per i lavoratori colombiani. Esprimiamo la nostra fraterna solidarietà alla lotta della Centrale Unitaria dei Lavoratori unita ad un profondissimo dolore.
Senza diritti e dignità non esiste giustizia!

Roma, 6 agosto 2004

p. la CUB SCUOLA – Federazione di Roma
Claudio Ortale Caterina Patti

Note: Al publicar en medio impreso, favor citar la fuente y enviar copia para: Caixa Postal 131 - CEP 60.001-970 - Fortaleza - Ceará – Brasil

traduzione di Alejandra Bariviera a cura di Peacelink

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