Latina

Venezuela: quale dittatore?

19 luglio 2004
Franklin González (trad. Silvia Corbatto)
Fonte: Attac

Un dittatore e' un uomo che concentra nelle sue mani tutti i poteri, che abusa della propria autorita' o tratta con durezza il popolo.
Da parte di alcuni circoli internazionali, specialmente quelli dell'attuale
amministrazione degli Stati Uniti, e da parte dell'opposizione venezuelana e' stato detto e ripetuto che Chavez, rispondendo presumibilmente ad una massima rivoluzionaria, non si sarebbe candidato.

E' stato affermato che Fidel Castro aveva 'raccomandato' che i rivoluzionari
non dovessero mai candidarsi, che proprio per questo esisteva l'esperienza
del Frente Sandinista de Liberacion de Nicaragua (FSLN - Fronte Sandinista
di Liberazione Nazionale del Nicaragua) il quale, cedendo sotto la pressione
e il ricatto nazionali e internazionali, aveva acconsentito a candidarsi
e i risultati, com'e' noto, erano stati negativi.

Questa valutazione era accompagnata da un'altra che indicava chiaramente
che i dittatori o, in ogni caso, gli autocrati, non sottomettono la propria
permanenza al potere a nessun tipo di consultazione elettorale.

Tutte le valutazioni precedenti ignoravano espressamente i differenti processi
elettorali realizzati tra il 1999 e il 2000, in cui Chavez si e' candidato piu' di
una volta, addirittura per la presidenza della Repubblica.

Com'e' possibile che un dittatore, prima che il Consiglio Elettorale Nazionale
(CNE - Consejo Nacional Electoral) avesse emesso le cifre definitive sulla giornata
della difesa della convocazione del referendum abrogativo presidenziale, dichiarasse davanti al mondo e al Venezuela che avrebbe rispettato i risultati e si
sarebbe preparato ad affrontare il referendum stesso?

Di fronte alla comunita' internazionale e nazionale, e' stato dimostrato
che Hugo Chavez Frias non e' assolutamente un dittatore. Egli e' prima di tutto un democratico convinto e tollerante e lo e' tanto da accettare di partecipare a parita' di condizioni rispetto agli avversari politici alla stesura della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, approvata nel dicembre del 1999; e lo e' anche perche' questi partiti sono gli stessi che hanno chiamato la gente a votare contro questa Costituzione e hanno sfruttato metodi realmente antidemocratici, come il colpo di stato dell'11 aprile 2002, lo sciopero petrolifero ed imprenditoriale del dicembre 2002 e del gennaio 2003, le bombe e i sabotaggi ai danni di diverse istituzioni nazionali e internazionali e le chiamate 'Guarimbas', durante le quali venne chiesto senza ragione alcuna agli abitanti dell'est di Caracas la propria
opinione su 'quella giornata di protesta'.

Quale dittatore accetta di affrontare le elezioni con tutte le accuse senza
alcun fondamento che gli vengono rivolte dalla maggior parte dei mezzi di
comunicazione?

Sembra che Chavez non soltanto si fosse candidato prima di loro, ma inoltre
essi avrebbero utilizzato tutte le risorse economiche e mediatiche possibili
per cercare di indurre la popolazione venezuelana a comportarsi elettoralmente
in modo diverso da come hanno fatto dal dicembre 1998 a questa parte; caso
che non si verifico' se consideriamo i risultati di entrambi gli avvenimenti.

Chavez non si candiderebbe, ripetevano in coro come se fosse una verita'
assoluta. Risulta invece che il nostro uomo avesse deciso di candidarsi,
ma che essi stessi lo avessero fatto ed allora ecco la vittoria di Chavez
e l'errore di un'opposizione che procede di chiasso in chiasso.

Quale dittatore nel mondo accetterebbe che un oppositore politico mentisse
alla propria madre pubblicamente senza che fino a quel momento sia accaduto niente a quel personaggio?

Questo sarebbe possibile sono in un paese come il Venezuela, in cui determinati
settori sociali, nel loro desiderio di sbarazzarsi di un presidente, possono inventarsi le storie piu' incredibili di tutto il mondo.

E' vero anche che questo e' possibile solo in un paese come il Venezuela, in cui il governo e' talmente democratico che permette qualsiasi eccesso in onore della pluralita' del rispetto dell'opinione altrui.

Note: Traduzione di Silvia Corbatto a cura dell'associazione Peacelink.

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