Salvador: no alla diga
Contro la sua costruzione si battono da tre anni 1500 famiglie del comune di Carolina, nel nord-est del Paese. E si batter¨¤, tra qualche giorno, anche il Terzo Forum Mesoamericano, previsto dal 15 al 17 luglio 2004, a Carolina. La diga (denominata El Chaparral) avr¨¤ un costo approssimativo di 92,5 milioni di dollari.
Sono coinvolti nel progetto, la CEL (Comision Ejecutiva Hidroelectrica del Rio Lempa), il governo salvadoregno e quello giapponese, che ha gi¨¤ assicurato parte del sostegno finanziario
12 luglio 2004 - "El Chaparral ¨C si lamentano cittadini e associazioni ambientaliste - avr¨¤ conseguenze fatali non solo sulla popolazione, che perder¨¤ ogni fonte di sostentamento, ma anche sull¡¯ambiente: la deviazione del fiume provocher¨¤ infatti l¡¯estinzione di diverse specie animali e vegetali".
Ma da tre anni, alle proteste dei cittadini e a quelle del CESTA, un¡¯ associazione ambientalista locale, seguono minacce e attentati. Come quello a Jacobo Martinez, contadino e attivista del CESTA, che un anno fa si ¨¨ miracolosamente salvato da alcuni colpi di fucile sparati da ignoti.
¡°Era mattina presto", spiega. "Stavo andando a lavorare, quando improvvisamente avvertii degli spari. Caddi tramortito. Ero stato ferito alle gambe. Per mesi non fui in grado di camminare, ma non per questo si ferm¨° la nostra lotta. Continuammo con le proteste e l'attivit¨¤ di informazione. Oggi, l¡¯opposizione degli abitanti di Carolina si sta estendendo ad altri villaggi e il Forum di questi giorni ci d¨¤ speranza. Servir¨¤ a rafforzare la resistenza alle dighe idroelettriche in tutta l¡¯America Centrale. Lo faremo attraverso la discussione, l¡¯analisi, la costruzione di reti e la presentazione di progetti alternativi. El Chaparral, infatti, non ¨¨ l¡¯unica diga prevista nella zona. Al contrario, ¨¨ parte di un piano pi¨´ ampio, di una serie di dighe lungo il fiume Torola, che dovrebbero dare luce ed elettricit¨¤ a 85mila famiglie. Ma la chimera del progresso ¨¨ solo un pretesto sbandierato dalla CEL e dal nostro governo, per coprire i guadagni di pochi. Le dighe, per le popolazioni rurali e indigene, sono progetti insostenibili. Le alternative esistono e le troveremo¡±.
La storia di El Chaparral comincia nel 1997, quando la CEL, decisa a costruire dighe sul Torola, d¨¤ inizio, con il consenso del Ministero dell' Ambiente del Salvador, ad uno studio di fattibilit¨¤ nella zona. Si individuano otto siti possibili e nel ¡®99, se ne scelgono due: El Chaparral e la Honda, poco pi¨´ a valle. Nel dicembre del 2000, quando la CEL firma l¡¯accordo con il Giappone coinvolgendolo nel progetto, iniziano le proteste dei contadini.
¡°Hanno promesso di indennizzarci se verremo evacuati", spiega ancora Martinez. "Ma chi ci ridar¨¤ la nostra vita? Qui campiamo di agricoltura, conosciamo i ritmi del fiume, ogni angolo di questa terra. Cosa faremo da un¡¯altra parte? E il fiume? Gli ambientalisti dicono che la diga produrr¨¤ drastiche alterazioni nella flora e nella fauna di tutta la zona. E nel suolo. Perderemo i terreni fertili, perch¨¦ l¡¯acqua del Torola, deviata a causa della diga, non potr¨¤ pi¨´ irrigarli¡±.
Il CESTA ha poi denunciato un altro pericolo: il terreno della valle ¨¨ facilmente erodibile: si depositer¨¤ quindi nella diga, accumulandosi insieme ai fertilizzanti e ai pesticidi chimici. Ma non solo: la presenza di un vasto specchio d¡¯acqua ferma, rischia di diffondere in tutta la zona epidemie di dengue, dal nome della pericolosissima zanzara per cui il Salvador ¨¨ famoso.
Il caso di El Chaparral ¨¨ emblematico di una lotta alle dighe che si sta sollevando un po¡¯ ovunque, non solo in America Latina. Lo scorso gennaio, al Social Forum di Bombay, in India, circa 300 rappresentanti delle comunit¨¤ minacciate dalle dighe, si sono incontrati per decidere delle linee comuni di azione. Rappresentavano circa 80 milioni di persone in tutto il mondo e provenivano da 62 Paesi diversi.
Quando questo movimento si riun¨¬ per la prima volta sei anni fa, a Curitiba, in Brasile, era solo la voce di un dramma che il mondo ignorava. Oggi, ¨¨ riuscito a guadagnare la solidariet¨¤ di personaggi come Arundhati Roy e come il nobel per la pace birmano Aung San Suu Kyi.
Il Terzo Forum Mesoamericano riunir¨¤ parte di questo movimento. Ma la partita di El Chaparral, cos¨¬ come quella di molte comunit¨¤ minacciate dalle dighe (in Argentina, quelle sul Paran¨¤, in Uruguay, sul Garab¨¬¡) ¨¨ ancora tutta da giocare.
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“Il cristiano non è un pusillanime, non indietreggia di fronte alle sfide della storia, non evade dalla condizione del proprio tempo indossando maschere artificiose”. Mi hanno molto colpito le parole del Vescovo ordinario Militare, riportate dal SIR, in occasione del 4 novembre. Leggi tutto in: https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/l-opinione-di/5475-pusillanime-a-chi
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