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Venezuela: l ' Europa e la trasparenza

Felipe Gonzalez chiede trasparenza per il referendum di agosto
6 luglio 2004
Fonte: El Nacional

La parole d¡¯ ordine quando si menziona il refer¨¦ndum revocatorio del mandato presidenziale in Venezuela, non e' altra che la trasparenza. Questa e' , in effetti, la parola chiave e l¡¯ ha pronunciata di recente Felipe Gonzalez, l¡¯ ex presidente di governo spagnolo, che puo' vantare il privilegio di essere uno degli uomini di stato europei che meglio conosce la politica e la storia della America Latina. Prima di assumere il potere negli anni ' 70, Gonzalez e' stato un visitatore frequente dei nostri paesi, soprattutto di quelli situati ai Caraibi.

Felipe Gonzalez ha partecipato attivamente nella soluzione delle crisi regionali, in particolare, di quelle cha hanno dominato lo scenario dell' America Centrale. Il prestigioso leader socialista ha partecipato gioved¨¬ alla cerimonia di apertura del IV Incontro di Presidenti Latinoamericani nell¡¯Universit¨¤ di Alcal¨¤ di Henares. Nell' esaminare la politica della regione, Gonzalez si e' soffermato sul Venezuela e la crisi che vive il nostro paese, sottolineando la necessit¨¤ che il refer¨¦ndum revocatorio si faccia in ¡° totale trasparenza ¡±. Questo e non altro ci chiedono dall¡¯estero dato che la chiave del nostro futuro sta', appunto, nella affidabilit¨¤ e nell¡¯ equit¨¤ di tutto il processo referendario.

E¡¯ ovvio che quando un leader come Felipe Gonzalez invoca la necessit¨¤ della trasparenza ¨¨ perch¨¨, in certo modo, gli ostacoli che sono stati frapposti alla realizzazione chiara e onesta del referendum sono noti oltre le nostre frontiere. Esiste, quindi, un clima propizio alla sfiducia e ci sono fatti innopugnabili perche questa percezione finisca per consolidarsi nel mondo.

Il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) e' stato la principale causa del diffondersi dell' immagine di un organismo che, invece di facilitare lo svolgersi normale del refer¨¦ndum, ha fatto tutto il contrario. Invece di essere il grande arbitro che si guadagna la fiducia del paese con i suo metodi imparziali, il CNE, manipolato dai suoi tre membri pro-chavisti, ¨¨ diventato un muro di contenimento, sclusivamente con mire all¡¯ostruzionismo. Questo ha senz¡¯altro dato origine a preoccupazioni dentro e fuori il paese.

Per questo motivo, quando Felipe Gonzalez chiede totale trasparenza, non parla solo a suo nome, ma anche a nome di altri politici europei che sono interessati nella sorte del Venezuela. Le sue parole devono essere prese como quelle di un amico che vuole il meglio per noi. In quanto alla tesi che il Venezuela corra qualche rischio o ci sia qualche minaccia contro la sua sicurezza, Gonzalez ha detto che non ci sono tali segni. Ha fatto un'osservazione generale sull¡¯America Latina e la democrazia che non deve passare inavvertita. Ha detto che affinche' i sistemi democratici possano sopravvivere, devono basarsi su pol¨ªtiche che garantiscano la distribuzione equa delle risorse.

Paralellamente all¡¯arrivo di queste notizie dalla Spagna, a Caracas i rappresentanti dell¡¯OSA e del Centro Carter stavano ¡° negoziando il loro accesso al processo degli scrutinio dei voti ¡±, cio¨¨, a poter essere presenti al conteggio dei voti come devono fare gli osservatori internazionali. Quando si chiede trasparenza non lo si fa semplicemente per retorica, ma perch¨¨ le avvisaglie sono troppo oscure e perch¨¨ sul processo esistono innumerevoli dubbi. Questi non sono stati provocati dalla societ¨¤ civile, ma dal proprio CNE, dalle proposte assurde di cui sono specialisti i rettori pro-governo Battaglini e Rodriguez.

Il primo pretende che gli osservatori internazionali non vadano al CNE. Li considera degli intrusi o nemici pericolosi. E' totalmente comprensibile che Jennifer McCoy del Centro Carter abbia detto che doveva prendersi del tempo per leggere ed interpretare le norme che le ha dato il CNE. Sono come una specie di guida per qualche labirinto inventato da Jorge Luis Borges.

Gli osservatori internazionali hanno tutti i motivi per chiedere di poter presenziare il conteggio dei voti. E¡¯ una cosa elementale. Non c¡¯e' nessun argomento da opporre a questa aspirazione. Se venisse negata, significherebbe la morte degli osservatori dell¡¯OSA e del Centro Carter , come vuole Battaglini. Sarebbe come mettere pi¨´ ombre su questo processo che Chavez ha manipolato fin dall¡¯inizio.

Il peggio e' che la gente comincia ad interpretare la candidatura di Francisco Carrasquero (Presidente del CNE) al Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) come una ricompensa per la sua ¡° collaborazione ¡± con il governo dal suo incarico nel CNE. Carrasquero non e' pi¨´ il ¡°professore di molte generazioni ¡±, come lui stesso si presento' all¡¯inizio, ma e' diventato un pedone bolivariano. Questo gli aprira' le porte del TSJ dalla mano di Ivan Rincon (presidente del TSJ ed anch' egli un pedone del governo). Quando dall¡¯estero ci chiedono trasparenza, il motivo puo' trovarsi in questi fatti che provano che il CNE non e' quell¡¯organo imparziale che vuole la Costituzione.


Note: traduzione di Barbare Bessone

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