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Brasile: a chi interessa il modello agricolo dell¹agrobusiness?

La stampa divinizza l¹agrobusiness senza mettere in rilievo che esso fornisce solo 500.000 posti di lavoro. Da che il governo Lula ha assunto il mandato, stranamente la stampa brasiliana in modo unanime, si ?dedicata quotidianamente a lodare i successi dell¹agrobusiness.
5 luglio 2004
João Pedro Stedile
Fonte: MST

Perch?questa campagna unificata, permanente, proprio ora? Una delle
spiegazione pu?essere l¹influenza crescente dei neoliberisti nel governo
Lula, rappresentati dai ministeri dell¹Agricoltura, o meglio
dell¹esportazione agricola, dell¹Industria e ³Sadia? e dell¹area economica.
Un¹altra spiegazione pu?essere il tentativo di impedire che il governo
decida di fare una riforma agraria di massa. E cos?predicano che l¹unico
cammino per risolvere i problemi della povert?e della mancanza di lavoro
nelle campagne sarebbe il modello dell¹agrobusiness.

Ora, la povert? la disoccupazione e la disuguaglianza sociale che esistono
nell¹ambito dell¹ambiente rurale brasiliano sono frutto di proprio di 500
anni di un modello agricolo che ha privilegiato le esportazioni, da quando
qui sono arrivati gli europeiS e i loro interessi.

20 milioni senza scarpe
La stampa brasiliana monopolizzata da sette gruppi e chiaramente vincolata
agli interessi di classe dei grandi proprietari e delle imprese
transnazionali esportatrici di materie prime, svolge il suo ruolo di
propaganda. Mostra tutti i giorni macchine agricole nuove, navi cariche e
indici di esportazione agricola, come se questo fosse sinonimo di soluzioni
economiche e sociali. E nasconde che nelle campagne brasiliane abbiamo 30
milioni di persone che vivono in condizioni di povert?assoluta, che 20
milioni di persone non hanno mai indossato un paio di scarpe, che 50 milioni
soffrono la fame tutti i giorni. Che 30 milioni di persone non hanno pi?i
loro denti. Dimentica di mostrare che solo l?% della popolazione arriva
all¹universit?e che nel Nordest il 60% della popolazione delle campagne ?
ancora analfabeta.
Dimentica di dire che nel paese che ?la maggiore frontiera agricola del
mondo esistono 4,5 milioni di famiglie di lavoratori senza terra!

Quali di questi problemi risolve il modello dell¹agrobusiness? Nessuno. Al
contrario, ?proprio questo modello agricolo che ha generato tanta
disuguaglianza, povert?e disoccupazione.

Perch?il modello agricolo dell¹agrobusiness ?organizzato per produrre
dollari, e prodotti che interessano gli europei e gli asiatici e non i
brasiliani. E per questo non produce cibo, lavoro e giustizia sociale.
L¹agrobusiness concentra. Porta all¹esterno le ricchezze prodotte qui,
invece di distribuirle.
Ma vorrei approfittare della vostra pazienza per mostrare che, anche dal
punto di vista della logica del capitalismo nazionale, il modello
dell¹agrobusiness, ?irrazionale, o stupido, se volete. Ossia, questo
modello interessa solo al capitale internazionale e neppure allo sviluppo
del capitalismo brasiliano.

Andiamo ai dati statistici, risultanti da questo modello agricolo, cantato
in prosa e in versi.

Il Brasile ha approssimativamente 350 milioni di ettari agricoltivabili, che
potrebbero essere dedicati alla coltivazione. Ma grazie alla concentrazione
della propriet?della terra, coltiviamo 50 milioni di ettari, solo il 14 %
di quello che dovremmo coltivare. E quest¹area coltivata resta stabile dal
1985.
Le moderne aziende dell¹agrobusiness occupano il 75% di questa area
coltivata, le terre migliori per produrre soltanto soia, cotone, cacao,
arance, caff? canna da zucchero e eucalipto. Che interessano al mercato
estero. Immaginate se il popolo brasiliano avesse solo questi prodotti da
mettere in tavola!

E esiste una altra parte di aziende agricole, che anno parte di questo
modello, ancora peggiori, poich?si dedicano solo all¹allevamento estensivo
o a speculare sulla rendita della terra.
Secondo dati dell¹INCRA, basati su dichiarazioni dei proprietari, esistono
in Brasile 54.761 immobili rurali classificati come ³grandi propriet?
improduttive? pertanto espropriabili, che ammontano a non meno di 120
milioni di ettari (un¹intera Europa fermaS.)

La bugia della modernit?
Il Piano Nazionale di Riforma Agraria ha applicato la concettualizzazione
della Legge Agraria e ha diviso tutte le propriet?esistenti in piccole
(fino a 200 ettari, in media), medie (da 200 a 2000 ettari) e grandi
propriet?(al di sopra dei 2000 ettari). E poi ha analizzato il
comportamento dei fattori di produzione in relazione a ciascun settore.

Il relazione all¹occupazione, la piccola propriet?d?lavoro a 14 milioni di
persone, la media a 1,8 milioni e la grande propriet?dell¹agrobusiness,
soltanto a 500.000.
La famosa modernit?capitalista ?una bugia. Il 63% di tutta la frotta dei
trattori brasiliani ?usato dai proprietari con meno di 200 ettari. E le
propriet?superiori ai 1000 ettari possiedono appena il 36% dei trattori.
Ossia, la cosiddetta grande propriet?³moderna?non riesce neanche a
stimolare l¹industria nazionale dei trattori. Per questo da 20 anni la
domanda dei trattori non aumenta. L¹industria sta vendendo circa 50.000
trattori all¹anno, mentre all¹inizio degli anni 80 era arrivata a venderne
65.000.

Ma al momento di utilizzare il credito rurale, delle banche ufficiali, con
risorse pubbliche e tasse di interesse differenziate, si possono vedere i
differenti interessi. Durante l¹ultimo raccolto (2003/2004), la piccola
propriet?ha avuto accesso a 3 miliardi di reais e la media e la grande
propriet? hanno utilizzato 24 miliardi di reais della Banca del Brasile. E
ci?che ?peggio, solo dieci imprese transnazionali legate all¹agrobusiness,
hanno preso dalla Banca del Brasile 4 miliardi di denaro pubblico
brasiliano.
Dieci imprese transnazionali hanno ottenuto pi?credito dei 4 milioni di
famiglie di piccoli agricoltori. E ci sono ancora persone che credono che le
imprese transnazionali vengono qui ad investire il capitale straniero. Al
contrario, essere vengono ad accedere al nostro risparmio nazionale. Stiamo
finanziando queste imprese straniere e la stampa batte le mani!

In termini di risultati della produzione, secondo l¹IBGE, la grande
propriet?rappresenta appena il 13,6% di tutta la produzione, la media
propriet?il 29,6 per cento e il 56,6 % di tutta la produzione
agrozootecnica nazionale viene dalla agricoltura familiare. E guardando ai
settori di produzione ?ancora pi?chiaro quali interessi sostiene ciascun
segmento. Anche nella produzione animale, la piccola propriet?rappresenta
il 60% di tutta la produzione, in funzione della produzione di latte, suini,
polli.

Per quanto riguarda i salariati agricoli, simbolo del capitalismo, la media
propriet?d?lavoro a 1 milione di persone, la grande a solo 500.000. E pur
essendo familiare, la piccola propriet?d?lavoro, oltre ai membri delle
famiglie, a quasi un milione di salariati agricoli.

La deviazione viene dalla colonia
Il Brasile ?vittima di questa politica di stimolo alle esportazioni
agricole dal tempo del colonialismo. E tutti sanno che questo modello non ha
sviluppato nessun paese. Anche in termini di esportazione, il paese guadagna
quando esporta merci, di origine industriale, con alto valore aggregato. E
per questo che la Embraer da sola, con le sue esportazioni di aerei,
rappresenta la met?del valore di tutta l¹esportazione di soia! Nessuno si
sviluppa esportando materie prime. E nel caso brasiliano ?ancora peggio,
poich?chi sta guadagnando denaro con le esportazioni agricole, sono le
transnazionali come la Monsanto, la Cargill, la Bunge, la ADM, che
controllano il commercio agricolo mondiale. Esse ottengono un profitto medio
del 28% sul valore esportato senza produrre nulla.

Se il Brasile vuole risolvere i problemi di lavoro, povert?nelle campagne,
disuguaglianza sociale, non sar?certo per il cammino dell¹agrobusiness.
Sar?con la riforma agraria, che ?la democratizzazione della propriet?
della terra. Attraverso l¹organizzazione della produzione agricola con
l¹agricoltura familiare e orientando la produzione verso alimenti destinati
al mercato interno, al popolo. Se tutto il popolo brasiliano avesse un
reddito sufficiente ad alimentarsi bene, ci sarebbe una domanda nazionale
infinitamente superiore a ci?che oggi viene esportato. La soluzione ?far
si che il popolo possa comprare cibo.

Se la politica non cambia, continueremo ad avere una minoranza che guadagna
molti dollari, la povert?che aumenta e il governo che fa discorsi dicendo
che aumenter?la borsa-famiglia per assistere gli affamati che continueranno
ad aumentare.
Finch?un giorno, l¹accumulo di queste contraddizioni generer?una nuova e
vera politica.

Note: Articolo pubblicato nel numero di giugno della rivista Caros Amigos

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