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    Verso il People’s Peace Summit di Gerusalemme, 8 e 9 maggio

    Fra un mese avrà luogo a Gerusalemme un evento dal titolo brevissimo e impellente, "It’s now", come la domanda di pace che lo motiva. Nelle intenzioni degli organizzatori sarà infatti la più grande convention di pace mai tentata prima d’ora in Medio Oriente.
    8 aprile 2025 - Daniela Bezzi
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    Storia di un percorso e di un approdo per un viaggio appena cominciato

    “Una panchina per la Pace" a Foggia

    Le panchine nei pressi delle scuole sono il luogo in cui i ragazzi e le ragazze amano sostare, incontrarsi, chiacchierare, raccontarsi. Quella esperienza di pace può essere coltivata con amore e può prendere il posto dell'atteggiamento guerresco per diventare una bussola dell’agire umano.
    8 aprile 2025 - Antonietta Lelario e Donata Glori (Circolo la Merlettaia di Foggia e coordinamento Capitanata per la Pace)
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    "Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta"

    Le "Eurobombe" renderebbero il mondo un luogo molto più instabile e pericoloso

    Le armi nucleari sono terrificanti armi di distruzione di massa che prendono di mira i centri abitati. Non distinguono tra civili e obiettivi militari. Anche le armi nucleari non strategiche di oggi sono 5-10 volte più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.
    7 aprile 2025 - Kati Juva e Arja Alho (Finlandesi, rispettivamente co-presidente di IPPNW e caporedattore della rivista Ydin.)
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    7 aprile 2025 - Rossana De Simone

Haiti: Le classi dirigenti sgomitano per il potere

Gli scontri per il potere hanno iniziato a mettere in pericolo l'alleanza delle classi dirigenti, formatasi tre anni fa per rovesciare il Governo costituzionale di Haiti.
20 giugno 2004
Fonte: Haiti Progres


Da una parte la borghesia tradizionale, i proprietari di negozi, i commercianti di auto, stazioni di servizio e stabilimenti. Dall'altra i grandons, la classe reazionaria dei proprietari terrieri, con un potere in declino, dopo i giorni di grandezza, durante la dittatura di Duvalier (1957-1986). La Tonton Macoutes di Duvalier, un corpo armato di spie e malviventi, è stato il braccio armato del potere dei grandons.
Queste due classi dirigenti ad Haiti hanno lottato per il potere per 200 anni, come insegnano i frequenti colpi di stato e gli interventi dall'estero. Ma quando gli haitiani hanno eletto il presidente Jean-Bertrand Aristide, prima nel '99 e poi ancora nel 2000, le due fazioni hanno messo da parte i contrasti e si unirono per osteggiarlo. Il Partito Nazional Popolare (PPN) lo chiamava "l'alleanza della borghesia del Macout". A seguito del sequestro del Presidente Aristide, il 29 febbraio, da parte dei Marines statunitensi, Washington ha inviato un gruppo di "tecnocrati" haitiani, molti dei quali avevano vissuto all'estero, per tenere le redini del paese.
Ora, i politici Haitiani, come i neo - duvalieristi, recriminano che il "tecnocrate" Primo Ministro Gérard Latortue ed i suoi consiglieri a Washington favoriscano la borghesia (e lo fanno) ed abbiano largamente bloccato i Macoutes (ed infatti è così), che hanno avuto un ruolo importante nella cacciata di Aristide.
I soldati neo - duvalieristi, come Guy Philippe ed il leader del FRAPH, il defunto squadrista Jodel Chamblain, hanno guidato un piccolo numero di ribelli americani e domenicani nell'occupazione delle città settentrionali di Gonaïves e di Cap Haïtien, infondendo il convincimento che la capitale fosse accerchiata (e non lo era) e che la guerra civile fosse alle porte (neanche). Questo fornì a Washington il pretesto per rapire Aristide.
I ribelli credevano di poter far risorgere rapidamente le Forse Armate di Haiti (FadH), alle quali molti erano appartenuti, e che furono disperse da Aristide nel 1955. Un nuovo esercito sarebbe servito al gruppo dei Macoutes come forte contro-peso al potere economico della borghesia. Tuttavia, i tempi sono cambiati da quando gli Stati Uniti si servivano dei militari di Duvalier e dei Macoutes per tenere in linea gli haitiani. Ora Washington e Parigi preferiscono il ricatto economico e, nel peggiore dei casi, le truppe di "peacekeeping", per far sì che queste neo-colonie rispettino le loro leggi. I ribelli neo-duvalieristi oggi accusano Washington e Parigi di fare il doppio gioco e prendono una posizione neo-nazionalista. Per esempio a Gonaïves, il 18 maggio, il giorno della festa della bandiera di Haiti, il Fronte della Resistenza di Gonaïves, capeggiata dal leader del FRAPH Jean Pierre "Tatoune", si è trasformato in partito politico con il nome di Fronte Nazionale di Ricos!
truzione (FRN), con Guy Philippe, il leader della Resistenza Butter Métayer e Winter Etienne rispettivamente segretario generale, presidente e coordinatore. Butter Métayer ha definito l'occupazione di Gonaïves dalla Legione Straniera francese (il paese è indipendente dalla Francia da 200 anni) come "umiliante" ed ha terminato il suo discorso con "Abbasso l'occupazione francese, cacciamo gli stranieri!" Il discorso di Guy Philippe è stato più morbido "Non abbiamo problemi con i francesi o gli americani, è una questione di principio. Non è giusto avere militari stranieri sul suolo haitiano duecento anni dopo l'Indipendenza. A tre mesi dall'allontanamento di Aristide, spero che le cose cambino. Quando abbiamo combattuto rischiando la nostra vita, pensavamo che le cose potessero andare meglio. Purtroppo abbiamo visto le persone che hanno condotto il paese per 200 anni, chiamare gli stranieri per difendere i loro interessi". Philippe ha parlato alla borghesia. Tuttavia Washingon sta facendo del suo¿Ad ulteriore dimostrazione dei loro timori, il 5 maggio i Macoutes hanno organizzato manifestazioni violente per contrastare Pierre Sully, il nuovo direttore, eletto dai tecnocrati, della ricca e corrotta autorità portuale di Cap Haïtien, una roccaforte dei "ribelli".

Note: Tradotto da Noemi di Leonardo a cura di Peacelink

l'articolo originale e' stato inviato dall'Haiti Support Group.
Dal 1992, solidarietà con il popolo di aiuto che combatte per la giustizia, la democrazia e lo sviluppo equo.
www.haitisupport.gn.apc.org

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La nostra paura è la vigliaccheria delle piccole cose. E perché mai, per qualche stupida paura, ed inutile, saltare la vita e arrivare alla morte, già morti?

Mattia Frankel

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