Latina

Colombia: forse Carlos Castaño si tova in Israele

Vita, morte e miracoli di Carlos Castaño. Dalla misteriosa scomparsa del 39enne leader dei paramilitari (AUC), il 16 aprile, si è detto di tutto e il contrario di tutto. Rapito, ammazzato a sangue freddo, fuggito negli Usa. Ora, a due settimane dagli accordi di pace tra governo e "paras", rivelazioni della France Press sconvolgono e sorprendono i sotterranei della politica colombiana: il "Comandante" potrebbe essere in Israele, evacuato da forze speciali americane dopo un presunto attentato.
3 giugno 2004
Christian Benna
Fonte: War news

La notiza se confermata, segnerebbe un ritorno piuttosco che una rocambolesca fuga. Carlos Castaño, secondo sue stesse ammissioni nella biografia "Mi confesion", sarebbe stato addestrato negli anni 80 "alle tattiche dell'anti-sommossa contro le Farc" proprio in Israele.

Da Tel Aviv arrivano secche smentite, riportate dal quotidiano Haaretz: "Non si segnala la presenza dell'uomo in territorio israeliano, anche se potrebbe essere entrato con nome e documenti falsi".

Analoghe reazioni da Bogotà e Washington. Il portavoce del Dipartimento di Stato per l'Emisfero occidentale ha ribadito: "Non sappiamo dove il soggetto si trovi, non abbiamo alcun tipo di contatto e tantomeno sappiamo da dove siano trapelate certe notizie".

La France Press fa risalire la notizia sull' evacuazione del "Comandante" in Israele a fonti diplomatiche.

Di Carlos Castaño si sono perse le tracce il 16 aprile, quando la moglie aveva avvisato gli organi di stampa su un presunto attacco alla villa si San Pedro de Urabà. Sul terreno sono rimaste senza vita alcune guardie del corpo.

Poi sono seguite una ridda di speculazioni e di affannate ricerche (scavarono tra fresche fosse comuni in Antioquia per cercarne il cavadere).

Forse un regolamento di conti per questioni legate al narcotraffico o forse un'eliminazione mirata per accentrare sul capo militare delle Auc, Salvatore Mancuso, le trattative con il governo colombiano.

Salvatore Mancuso, figlio di immigrati italiani in Colombia, è diventato negli anni '90 il capo militare delle AUC (Foto: esercito colombiano)

Castaño, malgrado la fama di killer spietato e autore di feroci massacri, aveva smorzato negli ultimi tempi certe posizioni radicali, tanto da essere considerato un moderato, e si dimostrava possibilista sull'estradizione richiesta dagli Stati Uniti per chi delle Auc fosse stato coinvolto nel narcotraffico. Lui compreso.

Invece lo Stato maggiore delle Auc, che il 13 maggio ha firmato a Santa Fe de Ralito un accordo con il governo sulla zona di concentrazione per la smobilitazione di 10mila paramilitari, non è disposto a cedere sulla libertà dei propri capi e a farsi qualche anno di galera. "Il governo si comporta come certi patrigni che vogliono diseredare le proprie creature" - hanno sussurrato polemicamente alcuni leader delle Auc a Santa Fe de Ralito (Tierralta).

Sulla linea del narcotraffico Mancuso rigetta ogni accusa di esserne complice: "Esigiamo tasse dai coltivatori di coca, questo è vero, ma non ne siamo proprietari né commerciamo".

Chi diceva il contrario però, come Rodrigo Franco "Doblecero", il leader del Bloque Metro, fedelissimo di Castaño, che si è tenuto fuori dalla "farsa" dei colloqui di pace, è stato ammazzato.


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