Denunciavano i soprusi e le violenze contro la loro comunità

leader indigeni torturati ed imprigionati in Honduras

Marcelino e Leonardo Miranda, membri del COPINH, dopo essere stati torturati ed imprigionati nel gennaio del 2003, il 16 gennaio scorso sono stati condannati a 25 anni di carcere per aver difeso e dato voce alla comunità lenca di Montaña Verde
26 gennaio 2004
Filippo Pallotta
Fonte: COPINH (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras)
Marcelino e Leonardo Miranda sono originari della comunità indigena lenca di Montaña Verde, situata nel sud ovest dell’Honduras nel departamiento di Intibucà. Molto stimati e rispettati per il loro impegno a sostegno della gente, i due fratelli da tempo stavano lavorando in difesa della territorialità indigena, come membri del COPINH (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras, coesione politica di più di 400 comunità indigene) per intensificare la lotta per il riconoscimento giuridico della stessa, ancorato nella Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e nei diritti ancestrali del popolo lenca. Marcelino Miranda è arrivato ad essere nominato dall’Assemblea Generale del COPINH come Coordinatore del settore “terra e ambiente” della Coordinazione Generale del COPINH, mentre Leonardo ha svolto per anni l’incarico di Presidente del Consiglio Comunale Indigeno. Entrambi hanno partecipato a numerose mobilitazioni rivendicative del COPINH per la terra, l’acqua, contro la costruzione di dighe nel contesto dei programmi neoliberali regionali come il Plan Puebla Panamá, contro la formazione dell’Area di Libero Commercio delle Americhe ALCA, contro le politiche neoliberali dell’OMC, e per le rivendicazioni culturali, storiche, politiche ed economiche delle comunità indigene, per le quali il COPINH si sta impegnando ormai da più di 10 anni. Finora le famiglie indigene di Montaña Verde, una delle comunità integrate nel COPINH, hanno riportato vari successi: il più importante è quello di aver ottenuto il primo titolo di terra comunale, con un’estensione di più di 1,700 ettari, dopo anni di conflitti con i terratenientes (grandi proprietari terrieri) che cercavano di controllare le terre indigene. L’intento dei coloni è di sfruttarne le risorse ambientali e realizzarvi alcuni progetti, tra cui la costruzione di hotel e di immense strutture turistiche con fondi del Banco Interamericano dello sviluppo BID e della Banca Mondiale. La zona di Montaña Verde è una riserva naturale e mantenuta tale dalla stessa comunità, possiede ricchezze naturali come sorgenti d’acqua, boschi secolari, minerali preziosi, flora e fauna unici, ed è abitata da varie specie in pericolo d’estinzione. Da quando la comunità si è integrata al COPINH ha avuto inizio la repressione in risposta alla titolazione della terra contestata dai terratenientes locali. Sono aumentate le minacce ai dirigenti delle organizzazioni, con “continue intimidazioni da parte della polizia, dell’esercito federale e delle guardie private delle potenti famiglie della zona, come quella di Calix Urtecho”, denuncia lo stesso COPINH. Fatti, questi, avvenuti nella totale impunità e con la copertura delle autorità giuridiche, politiche e poliziesche. La notte dell’8 gennaio 2003, è avvenuta la cattura dei fratelli Miranda. Poliziotti appartenenti al Commando “Cobras” (unità contrainsurgente dell’esercito hondureño, fortemente repressiva e brutale), uniti ad alcuni elementi paramilitari, hanno fatto irruzione (senza ordine di cattura) nella loro casa: dopo aver sfondato le porte delle case con raffiche di mitragliatori e aver puntato le canne dei fucili alle tempie dei loro bambini, li hanno brutalmente torturati, arrivando a spegnere sigarette nella bocca e nelle orecchie dei due leader indigeni. Picchiati ferocemente fino alla perdita di coscienza, i due sono stati trascinati fino al carcere di Gracias, dove sono poi continuate le torture. Il COPINH ha in questi mesi denunciato energicamente, in maniera costante, a livello pubblico e giuridico, tutti questi fatti, realizzando forti mobilitazioni sia nella città di Gracias, come nella capitale Tegucigalpa. Hanno avuto luogo diverse azioni, marce di protesta, incatenamenti, scioperi della fame, crocifissioni simboliche, presso l’installazione della Corte Suprema di Giustizia, il Congresso Nazionale, la Casa Presidenziale. La denuncia è stata inoltre portata davanti alla comunità internazionale. Davanti alle accuse presentate dal COPINH nei confronti di 28 poliziotti e paramilitari che hanno violato la comunità di Montagna Verde e torturato Marcelino e Leonardo, i giudici incaricati del caso si sono limitati a chiamarli a deporre davanti alla Corte per rilasciare dichiarazioni relative ai fatti avvenuti. Con questo atto di connivenza si è evitato di applicare la legge, ed il caso è stato chiuso. I due fratelli Miranda sono stati incriminati ingiustamente per vari reati, tra cui usurpazione, furto di bestiame, lesioni ed omicidio. Per giustificare gli atti di tortura, i due leader indigeni sono stati inoltre accusati di “attentato” contro la polizia nazionale. Questa accusa, così come quelle di furto e usurpazione, sono cadute davanti al Tribunale, evidenziando il carattere fittizio delle incriminazioni. Rimane l’accusa di omicidio di Juan Reyes Gòmez, che non si basa su nessuna prova scientifica balistica, tecnica e giuridica, ma che si regge soltanto su testimonianze palesemente ridicole: i due testimoni, amici di città dei “terratenientes” e dunque non residenti nella zona di conflitto, non hanno neanche saputo riconoscere il luogo di delitto; in un secondo momento lo stesso giudice ha ammesso, davanti ad un ufficiale della polizia, che i testimoni stavano palesemente mentendo. Lo scorso 16 dicembre la corte ha comunque condannato Marcelino e Leonardo Miranda a 25 anni di carcere. Alcuni giorni prima, il 13 di gennaio, un commando di nove persone in abiti civili, 6 delle quali armate con fucili mitragliatori AK-47 e alcuni con ai piedi stivali del tipo usato dalla polizia, è entrato nel territorio della comunità di Montaña Verde, cacciando le persone e violandone la giurisdizione. Secondo la legge, infatti, le persone estranee alla comunità sono obbligate a comunicare al Consiglio Indigeno Comunale qualunque tipo di attività da svolgere nel territorio indio. La difesa e le forze del COPINH si preparano a continuare la lotta giuridica e politica a partire dal 5 gennaio 2004, data in cui sarà presentato il ricorso. Il processo di difesa legale di Marcelino e Leonardo sarà accompagnato da azioni di rivendicazione. Il COPINH chiede la vostra solidarietà nell’esprimere una forte condanna verso il governo honduregno per non aver applicato la legge, per aver violato i diritti umani, per aver tollerato atti repressivi e di tortura e esigendo dal governo la immediata liberazione di Marcelino e Leonardo Miranda, insieme ad un giusto processo dei mandanti ed esecutori materiali dell’aggressione nei loro confronti. A questo proposito, il COPINH invita a copiare ed inviare il messaggio che trovate in fondo all’articolo ai diversi uffici del Governo e delle Autorità honduregne e presso l’ambasciata di Honduras in Italia. Infine il COPINH lancia un appello a tutti quelli che vogliono appoggiare la sua lotta per la liberazione dei propri compagni incarcerati, partecipando a collette di piccole donazioni, per sostenere in primo luogo l’avvocato del COPINH e le spese giuridiche della difesa legale. Anche l’avvocato che sta seguendo per il COPINH il caso dei fratelli Miranda, dopo essere riuscito a far cadere molte delle accuse a carico dei due incarcerati, ha subito minacce ed intimidazioni.
Note: Qui di seguito inseriamo dei contati per coloro che volessero ricevere maggiori informazioni e appoggiare il COPINH nella sua lotta per la giustizia in difesa dei diritti delle comunità indigene lenca dell’Honduras.

Contatti in Honduras:
COPINH (http://rds.org.hn/copinh/)
Bertha Caceres, Coordinadora de Organización de Organización Coordinación General, COPINH
Tel. (504-783-0817)

Alba,
volontaria italiana nel COPINH
albatita@yahoo.it

in Italia:
Comitato di Solidarietà “El Durito”
Thomas, tviehweider@yahoo.it
tel. 339-1597004

Pallotta Filippo
kaupane@inwind.it

Qui di seguito inseriamo il messaggio da inviare alle autorità di cui sotto trovate i recapiti:

Sr. Presidente de La Republica de Honduras Lic. Ricardo Maduro Joes
Sr. Presidente Congreso Nacional Porfirio Lobo Sosa
Sra. Presidenta de la Corte Suprema de Justicia Abg. Vilma Morales, representante Poder Judicial.
Fiscal General Abg. Roy Edmundo Medina.

Estamos dirigiéndonos a ustedes por el caso de injusticia y violación de derecho humanos que han realizado Juzgados Hondureños específicamente del Municipio de Gracias, Departamento de Lempira, Ministerio Publico y Ministerio de Seguridad, contra dos lideres Indígenas Lencas miembros del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras COPINH: Marcelino Miranda Espinoza y Leonardo Miranda Espinoza, originarios de la comunidad Lenca de Montaña Verde, organizada al COPINH y región luchadora de su territorialidad indígena Lenca.

Tenemos conocimiento del desarrollo del proceso judicial que se ha aplicado en contra de los hermanos Miranda, de la serie de acusaciones infundadas, de irregularidades, improcedencias, manipulaciones, discriminación y rasismo en dicho caso.
Y como si lo anterior fuera poco, queda claro la política de injusticia, la enorme aberración jurídica de la sentencia condenatoria a 25 años de cárcel, siendo violatoria al derecho humano del debido proceso, establecido en la Constitución de la Republica de Honduras en su Art. 90 y en la Declaración Universal de los Derechos Humanos en sus Art. 10 y 11 y otros Convenios Internacionales de los cuales el Estado de Hondureño es signatario.

Queda claro además, que la actitud del Juzgado de Gracias ha evidenciado una gran asimetría entre la aplicación de las leyes a los violadores de Derechos Humanos y la que corresponde a miembros Lencas de la Comunidad de Montaña Verde.
Que Esta sentencia sigue confirmando que las denuncias publicas sobre politización del Poder Judicial en Honduras, si tienen asideros reales.

Exigimos como organizaciones que luchamos en defensa de la vida, de la libertad, dignidad y justicia en todas partes del mundo se de libertad inmediata a Marcelino y Leonardo Miranda, que se aplique justicia a quienes han actuado con represión, ilegalidad, mentira y manipulación, además de que castigue enérgicamente a quienes en el acto de captura y de encarcelamiento violenta e ilegal procedieron a tortúrales psicológica y físicamente , así como a sus familias y comunidad.

Nuestras organizaciones están pendientes de su pronta respuesta humana, justa, con la verdad y compromiso de respeto a los derechos humanos y derechos de los Pueblos Indígenas.
atte.,


Telefax a cui inviare il messaggio (il prefisso internazionale per l’honduras è 504):

Casa Presidencial: 221-4552, 221-4545, 221-4647

Corte Suprema de Justicia: 233-8089

Congreso Nacional: 222-3471, 237-0663, 238-6048

Procuraduría General de la Republica 235-6100

Ministerio de Seguridad: 220- 4352, 237- 90 70

Fiscal General: 221-5667

Fiscalia Especial de Etnias: 2215620

AMBASCIATA HONDURAS IN ITALIA
c.a. Ambasciatore Valladores Soto Ramon
Via G.B.Vico 40 00196 Roma.
Tel: 063207236/ Fax 063207973
embhon@tin.it

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